Davanti allo Spirito: il sinodo a un punto di svolta

Sinodo dei giovani: a che punto siamo? È il momento del discernimento nei gruppi assembleari. I 150 giovani dell'Assemblea si stanno confrontando con le 700 relazioni arrivate.

Davanti allo Spirito: il sinodo a un punto di svolta

«Che bella sfida lasciarsi guidare per imparare ad ascoltare lo Spirito. Confrontarsi e scoprirsi compagni di viaggio che condividono fatiche e intuizioni è un dono grande, che ci proietta oltre la nostra inadeguatezza e ci fa sentire ancora una volta Chiesa. Buonanotte».

È l’alba di qualche giorno fa quando da Dolo arriva questo messaggio. Vibrano i telefoni di don Paolo Zaramella, coordinatore del Sinodo dei giovani, e don Mirco Zoccarato, responsabile della pastorale giovanile diocesana. Sono i giovani del gruppo assembleare numero 16. La notte è passata, la loro candela si è consumata. I loro cuori traboccano dopo l’intenso discernimento.

L’esperienza di Riccardo Baldan, Matteo Catania, Davide Gallo, Stefano Mason e Ilaria Stocco è la stessa di tutti i 31 gruppi in cui si sono divisi i 150 giovani dell’assemblea del Sinodo. In tutti gli angoli della diocesi, in questo inizio di Quaresima, mentre la vita degli adulti scorre tra il rumore e le mille incombenze quotidiane, ci sono 150 menti e spiriti in discernimento. Il loro compito è estremamente delicato: hanno tra le mani le 2 mila pagine giunte dai 700 gruppi sinodali che fino a dicembre si sono confrontati sulle tracce. Adesso si tratta di ascoltare, leggere, interpretare, comprendere, condividere, emozionarsi. Entro domenica prossima, il 25 febbraio, invieranno agli organizzatori le relazioni, che poi si trasformeranno nel documento di riferimento, in un nuovo discernimento, e poi nel documento finale che sarà consegnato al vescovo Claudio il 19 maggio.

«Sentiamo il peso di quanto è stato scritto, le speranze e i consigli, quindi diventa importante scegliere le parole giuste e che abbiano l’intensità giusta. Però siamo tutti d’accordo che è un cammino bellissimo e che siamo una comunità, magari da aiutare con nuovi metodi, ma viva». Sono consapevoli della grandezza del compito che li attende, questi giovani. Le parole del gruppo di Mortise e di Comunione e liberazione, lo dimostrano. Camilla Forza, Enrico Boaretto, Elisa Carraro, Alice Miatto, Claudia Noventa, Samir Suweis stanno cercando «di fare una sintesi di tutte le impressioni, le speranze, i non detti, i consigli e le critiche raccolte nel nostro “pacchetto di relazioni” che ci è stato dato in forma anonima» e hanno chiaro come la fiducia nel futuro sia l’ingrediente «che accomuna tutti noi, alla ricerca di nuovi modi per comunicare una fede profonda e in cammino a una società che fa dell’immediato la sua ragione d’essere».

E non sono certo mancati i momenti in cui l’emozione ha preso il sopravvento. I ragazzi di Thiene, Caltrano e Lusiana lo dicono esplicitamente: «Sembra quasi di percepire sia i punti di forza che di fragilità dei giovani di oggi». Parola di Maria Costa, Lucia Fontana, Elena Michelon e Manuel Zordan collegati via Skype con Luca Grotto negli States.

Stupore di fronte alla fede cristallina, magmatica o ermetica, che emerge dai testi. «Ci ha stupito tantissimo il nucleo fede – sono le parole di Letizia Gaudio, Mattia Masola, Gloria Negrisolo e Matteo Rizzo da Agna, Conselve e Monselice – È stato veramente bello leggere le esperienze di fede di così tanti giovani ed è stato bello stupirsi e ritrovarsi in molte cose dette. Abbiamo scoperto che siamo davvero in tanti in continua ricerca, che vediamo nel messaggio di Gesù speranza, positività e coraggio, modi per raggiungere la felicità. Anche se non riusciamo a cogliere a pieno tutte le sfumature del Vangelo e a calarlo così nella quotidianità, e sentiamo il bisogno di avere delle guide esperte, preti e laici, che ci accompagnino in questo».

«In queste settimane in cui i giovani dell'assemblea sinodale stanno lavorando sulle relazioni – riflette don Paolo Zaramella – don Mirco, Giorgio Pusceddu e io respiriamo tanta positività e tanta ricchezza: quella di questi giovani che, pur tra i mille impegni personali, stanno donando alla nostra Chiesa tempo, cuore, fede e intelligenza per il percorso di discernimento... E quella dei 5 mila che hanno partecipato ai gruppi sinodali, raccontando con profondità la loro fede, la bellezza delle loro vite, la propria esperienza di fede e i propri sogni sulla Chiesa. È la prima volta, credo, che tentiamo un percorso di discernimento comunitario con un così gran numero di persone e in particolare con i giovani». Il metodo, messo a punto grazie all’esperienza di un gruppo di preti padovani, sta funzionando. «Abbiamo fatto sintesi tra la tradizione spirituale e le esperienze già in atto nella nostra diocesi, i linguaggi dei giovani. La risposta alla domanda posta dal vescovo ai giovani – “cosa secondo te vuole il Signore per la Chiesa di Padova?” – sta per arrivare».

Testo di riferimento
Conluso il lavoro dei gruppi sinodali (25 febbraio), l’Ufficio di pastorale dei giovani prepara il Testo di riferimento. Il testo viene inviato a tutti i 150 membri dell’Assemblea sinodale, i quali lo leggeranno in clima di preghiera e silenzio per rispondere alla domanda “Cosa vuole il Signore per la Chiesa di Padova?”.

Plenarie
Gli appuntamenti sono tre: 24 marzo, 20-21 aprile e 5 maggio.
Nel primo si approfondirà la domanda posta dal vescovo attraverso l’Open space tecnology, cioè attraverso gruppi di interesse per singoli argomenti. Nel secondo, risultati alla mano, verranno individuate 4 o 5 grandi priorità (metodo della priorizzazione). Il 5 maggio, il lavoro definitivo sistematizzato dall’Ufficio viene votato in Assemblea.

Pentecoste
Nella veglia di sabato 19 maggio, il documento finale viene consegnato al vescovo. Si chiude così il Sinodo dei giovani di Padova.

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