Dialogare: la vera cura

L’amore concreto rimane sempre in dialogo perché non riesce a non comunicare. Cari lettori, mi piace iniziare questo tema partendo da alcune riflessioni fatte dal nostro Papa Francesco; ritengo siano una base di partenza concreta per un approfondimento. 

Dialogare: la vera cura

«Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un’altra persona, dalla convinzione che l’altro abbia qualcosa di buono da dire; presuppone fare spazio, nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua opinione e alle sue proposte. Dialogare significa un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna sapere abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano ». E ancora, dal discorso del Santo Padre ai giovani in occasione della visita pastorale a Torino (21 giugno 2015): «L’amore è concreto, è più nelle opere che nelle parole. Non è amore soltanto dire: “Io ti amo, io amo tutta la gente”. No. Cosa fai per amore? L’amore si dà. [...] L’amore sempre si comunica, cioè l’amore ascolta e risponde, l’amore si fa nel dialogo, nella comunione: si comunica. L’amore non è né sordo né muto, si comunica. [...] L’amore, che non è un sentimento romantico del momento o una storia, no, è concreto, è nelle opere. E si comunica, cioè è nel dialogo, sempre».

Desidero attraversare queste frasi e sostare qualche istante in ascolto, provando a comprendere come viviamo la relazione di dialogo con noi stessi e con l’altro.

«Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un’altra persona »: senza il rispetto reciproco e l’autenticità non è possibile consegnare all’altro i propri pensieri nella libertà senza temere il giudizio. Solo il vero bene, l’altruismo, il grande rispetto, la fiducia aprono le porte a uno spazio di ascolto autentico e privo di giudizi. 

«Fare spazio nel nostro cuore»: non è immediato creare uno spazio dentro di sé per l’altro; solo quando ci si sente accolti nella verità, la mente si rilassa e spontaneamente nasce uno scambio di condivisione autentica. Fare spazio implica scegliere di essere se stessi di fronte all’altro, di non temere di perdere qualcosa, anzi. Molte volte abbiamo timore di aprire le porte del nostro cuore in un dialogo profondo, perché il timore di non essere compresi è molto presente ed è proprio in quell’istante di paura che il timore genera un meccanismo di difesa che porta a chiuderci al dialogo. Con il passare del tempo, interrompendo il libero fluire dei pensieri e delle emozioni verso l’altro, si interrompe il dialogo e si crea la distanza.

Questo è uno stato che molte persone - per proteggersi dalle delusioni - vivono, ma la chiusura interiore non favorisce all’individuo la possibilità di fare il necessario passaggio di fiducia verso l’altro, anzi la chiusura limita le possibilità di far parte del mondo dell’altro.

«Per dialogare, bisogna abbassare le difese»: noi abbassiamo le difese quando ci sentiamo voluti bene senza vincoli. In quel sentire il dialogo è autentico e diviene strumento prezioso di crescita e confronto.

«L’amore è concreto, sempre si comunica, è nel dialogo, sempre»: la comunicazione delle emozioni, pensieri, scelte nasce da un rapporto tra due persone che si stimano. L’amore concreto non teme la burrasca perché sa che dietro lo scontro vi è l’incontro, che dietro la nuvola spunta il sole a rischiarare. L’amore concreto rimane sempre in dialogo perché non riesce a non comunicare. Il silenzio aperto all’ascolto è un dono di amore verso il prossimo. Il coraggio di essere congruenti con quello che sentiamo e diciamo all’altro nei dialoghi è rispetto assoluto e desiderio di crescita. Il dialogo è una vera cura per chi lo riceve e per chi comunica. Il dialogo è vita, relazione, benessere psicofisico. Il desiderio di dialogare testimonia il nostro desiderio di stare di fronte all’altro e di metterci in gioco nella verità.

Ci sono varie distanze nel dialogo: quella intima e quella sociale, sono diverse ma proprio per questo importanti.

Non a tutti è possibile consegnare il proprio cuore totalmente, e questo aspetto ne caratterizza l’unicità. La sacralità di certi dialoghi ricamano fili eterni di bene e forza; la superficialità di altri invece genera distanza interiore e vuoto nelle relazioni. 

L’invito vuole essere quello di non credere che il “dialogo tra due persone” sia trasmettere un immenso contenitore di parole bensì una scelta concreta che alimenta il calore profondo. 

Buon cammino verso un dialogo sempre più autentico!

“Vi è al mondo una strada,
un’unica strada che nessun
altro può percorrere salvo te:
dove conduce?
non chiedertelo, cammina!”
F. Nietzsche (1844-1900)

[Foto Pixabay]

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