Ecuador. Famiglie protagoniste accanto a sacerdoti e suore

Con l’invio delle prime coppie, nel 1992-93, si configurò una nuova visione di missione a cui partecipava l’intera Chiesa padovana

Ecuador. Famiglie protagoniste accanto a sacerdoti e suore

Uno degli elementi più originali del progetto Quito è la presenza, accanto a religiose e sacerdoti padovani, dei laici fidei donum. Già altri laici avevano lavorato in missione, specie a Esmeraldas, ma inseriti in progetti di cooperazione solidale internazionale. Quando la famiglia Pizzati giunse a Quito, il 2 gennaio 1992, il suo invio si configurò in una nuova visione di missione, individuata da mons. Franceschi e attuata dal successore, Antonio Mattiazzo: «Una missione – sottolineano – che riguardava tutta la Chiesa di Padova rappresentata da un modello pastorale centrato sulla parrocchia e su un laicato inserito a pieno titolo e con pari dignità tra i ministeri ecclesiali, secondo la visione conciliare. Una comunità animata da una relazione matura tra preti e laici. Saremmo partiti non solo nell’ambito dell’ufficio missionario, ma dentro un laicato diocesano che ci avrebbe accompagnato: per questo esponenti di Azione cattolica, Acli, Agesci, Murialdo, Centro padovano di accoglienza e altri movimenti sociali formarono un gruppo di riflessione che ci ha accompagnato. Ci sentivamo inviati in nome del battesimo, dell’appartenenza ecclesiale, del matrimonio, il sacramento di noi laici».

«Negli anni Novanta – spiega mons. Renzo Zecchin, dal 1991 segretario dell’ufficio missionario – l’impegno internazionale dei laici cristiani si muoveva su progetti autonomi in situazioni non solo ecclesiali. A Padova sono invece stati inseriti in un progetto unitario di Chiesa conciliare fatta da tutte le forze costitutive della parrocchia. La riflessione nelle associazioni, nella pastorale sociale configurò l’invio dei laici pienamente inserito in un progetto di comunione tra Chiese. Il che non voleva dire che andavano come aiutanti dei preti, ma rappresentanti di una parte importante della Chiesa sorella che incontrava la Chiesa di Quito in ogni sua dimensione, per fare comunione, aiutare e anche ricavare stimolazioni utili alla nostra Chiesa».

Alessandro e Marta sono arrivati a Quito con don De Checchi, con cui hanno condiviso la preparazione al Cum, e sono andati ad abitare in un appartamento autonomo, al Corazon, per vivere una normale atmosfera familiare pur in autentica fraternità con i preti, una piena parità con l’equipe ecclesiale. Nel luglio 1993 giunse un’altra famiglia padovana, costituita da Novella Sacchetto e Maurizio Fanton, con alle spalle 16 anni di matrimonio e tre figli, che rimase fino al 1995, andando a vivere a Carapungo.

«In quel momento – evidenzia don De Checchi – eravamo quattro preti e due famiglie, equamente divisi tra Carcelen e Carapungo, che sperimentavano l’importante intuizione di papa Paolo VI sulla cooperazione tra Chiese tradizionalmente diverse, che affrontavano contesti sociali e familiari differenti. Portavamo una visione ampia di comunità; una sinergia in cui le decisioni prioritarie non dipendevano dal giudizio esclusivo del parroco. Ci siamo trovati in una Chiesa molto diversa dalla nostra, dove le strutture sono onnipresenti, una specie di “policlinico della cristianità”. In Ecuador abbiamo vissuto una Chiesa che, per usare un’immagine cara a papa Francesco, si prestava con più facilità a essere “ospedale da campo”, flessibile, dinamica, permeabile e adattabile alle esigenze della società».

I laici si inserirono soprattutto in iniziative di pastorale sociale; si cercò di coniugare evangelizzazione e promozione umana incarnando la pastorale in un tessuto sociale segnato dalla disgregazione acuita dalla mancanza di servizi essenziali. Il confronto, interno all’equipe pastorale e con la comunità locale, cercò di rispondere a bisogni concreti creando una rete sociale solidale; si adattarono ai nuovi barrios le iniziative di successo dell’una o dell’altra comunità, riunendo periodicamente i volontari per confrontarsi e formarsi.

Per seguire il crescente arcipelago d’attività fu fondata nel 1994 Asa-Asociacion Solidaridad y Accion.

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