Educazione motoria nella primaria, ecco le novità: “Necessari 4.800 docenti”

L'analisi di Tuttoscuola: il maggior numero di nuovi posti atteso in Lombardia, Campania, Sicilia e Lazio. Un milione gli alunni coinvolti. Il nodo delle scuole senza palestra (oltre 6 mila) e degli oneri dei rientri nel pomeriggio

Educazione motoria nella primaria, ecco le novità: “Necessari 4.800 docenti”

Saranno necessari 4.800 nuovi insegnanti specializzati per far fronte alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio, approvata la scorsa settimana, che prevede, tra le novità per il mondo della scuola, finanziamenti già a decorrere dal 2022/23 per l’insegnamento curricolare dell’educazione motoria nelle classi quarte e quinte della primaria. Si tratta di due ore aggiuntive all’attuale orario di funzionamento (eccetto dove c’è già il tempo pieno), da parte di docenti forniti di idoneo titolo e la correlata classe di concorso "Scienze motorie e sportive nella scuola primaria". La stima è di Tuttoscuola che dedica un focus al tema e analizza le condizioni di fattibilità, rispetto a quanti docenti verranno inseriti nei prossimi due anni, a cominciare dal prossimo nelle classi quinte, le difficoltà di circa il 40% di scuole primarie senza palestra e gli oneri aggiuntivi per i comuni non previsti dal ddl.
Secondo i calcoli di Tuttoscuola, dei 4.800 nuovi posti, di cui 2.340 per le quinte del prossimo anno scolastico, il maggior numero di posti è atteso in Lombardia (768), Campania (512 posti), Sicilia (444) e nel Lazio (442). E servirà un concorso per assumere i docenti. “Tutte le 32 mila classi quarte e quinte di scuola primaria funzionanti a orario normale avranno due ore di educazione motoria aggiuntive all’attuale orario di funzionamento (attualmente variabile tra le 27 e le 30 ore settimanali), mentre nelle 18 mila classi funzionanti a tempo pieno (40 ore settimanali) le due ore saranno in compresenza. – sottolinea Tuttoscuola - Sarà interessato a questa riforma organizzativa e disciplinare quasi un milione di alunni”.

Per le 32 mila classi che avranno due ore di orario aggiuntivo settimanale  (625 mila alunni, di cui 320 mila già dal prossimo anno scolastico) l’orario settimanale si attesterà tra le 29 e le 32 ore, determinando in molti casi il ricorso ad almeno un rientro pomeridiano, spiegano gli esperti. E in caso di rientri a scuola nel pomeriggio “si renderà necessario da parte dei Comuni organizzare il servizio di mensa (locali per la refezione e somministrazione dei pasti) e potenziare i servizi di trasporto con oneri economici non indifferenti per il cui sostegno non c’è traccia alcuna nel finanziamento previsto, calcolato soltanto per gli oneri del nuovo personale insegnante. Non sono previsti neanche fondi per il personale Ata”.
Nessun onere aggiuntivo, invece, per i servizi di mensa dei 364 mila alunni che, frequentando il tempo pieno, fruiscono già del servizio di mensa nei locali appositamente predisposti.

Scuole, il 40% è senza palestra

Sono complessivamente 8.798 le palestre esistenti, il 59,3% delle 14.847 scuole primarie funzionanti nel 2020-21. Più del 40% delle scuole primarie è, pertanto, privo di palestre: in tutto 6.049 scuole. Dove svolgeranno l’attività motoria e sportiva i nuovi insegnanti specializzati? “Si direbbe che gli estensori della bozza della legge finanziaria non si siano posti il problema, - commenta Tuttoscuola, che ha elaborato i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica del Portale dati del Ministero - tant’è che le risorse finanziarie impegnate (cfr. art. 103) non prevedono specifici oneri di spesa per nuove palestre, se non nel generico impegno a sostegno dell’edilizia scolastica nel successivo art. 104”.
Probabilmente, sottolineano gli esperti, soprattutto nei grossi centri abitati e nelle grandi città, le scuole primarie prive di proprie palestre possono utilizzare palestre di scuole vicine, in particolare di scuole secondarie di I e di II grado. Ma nelle periferie o lontano dai grandi centri abitati l’utilizzo di palestre vicine è improbabile. "Le scuole dovranno arrangiarsi – come probabilmente stanno già facendo per il numero di ore attualmente previsto – con rischio però di dequalificazione dell’attività; oppure in alternativa occorrerebbe organizzare il trasporto degli alunni (da parte dei Comuni), con l’inconveniente dei tempi di viaggio sottratti alla normale attività didattica". "Alla luce di queste criticità complessive, - commenta Tuttoscuola - sembrerebbe più opportuno inquadrare questa novità all’interno di un piano pluriennale di realizzazione dei servizi necessari, con una conseguente gradualità di applicazione di questa riforma".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)