Elezioni di Midterm in Usa. Vince il partito della maggioranza silenziosa

L’urgenza di una svolta era sentita a tutti i livelli e le urne sembrano confermarlo. L’esito di queste votazioni, comunque, non si valuterà solo in termini di vittoria o sconfitta ma anche di stabilità governativa. Trump rischia infatti la stessa empasse del suo predecessore e alle prossime elezioni mancano ancora due anni, indispensabili alla presidenza per continuare a realizzare i suoi programmi

Elezioni di Midterm in Usa. Vince il partito della maggioranza silenziosa

I democratici conquistano la Camera dei Rappresentanti e i repubblicani mantengono saldamente il Senato. Sono questi i risultati delle elezioni di Midterm che hanno visto di fatto un ridimensionamento del presidente Trump, che aveva definito queste consultazioni un referendum sulla sua persona. Hanno vinto le donne, gli afro-americani, i giovani, i latinos. A vincere insomma è stato il partito della maggioranza silenziosa, quello che in questi mesi è sceso in strada, è tornato a bussare alle porte di vicini e di amici e ha convinto a votare ben 36milioni di persone nel giorno precedente l’election day. Cifre mai viste in un’elezione di Midterm. Nelle scorse presidenziali avevano votato appena 27 milioni. “Ai seggi c’era una coda e un’affluenza mai viste”, commentano alcuni votanti all’uscita di un seggio nel Bronx. Anche a Manhattan la gente è stata in coda per oltre due ore senza arrendersi. L’urgenza di una svolta era sentita a tutti i livelli e le urne sembrano confermarlo. L’esito di queste votazioni, comunque, non si valuterà solo in termini di vittoria o sconfitta ma anche di stabilità governativa. Trump rischia infatti la stessa empasse del suo predecessore e alle prossime elezioni mancano ancora due anni, indispensabili alla presidenza per continuare a realizzare i suoi programmi.

La novità della nuova Camera è rappresentata appunto dalle donne.

Arrivano al Congresso le prime due musulmane nella storia del Paese: una somala e l’altra palestinese, elette nel Midwest, nella cosidetta Trump’s land. Eppure in un territorio fortemente repubblicano queste due donne l’hanno spuntata, sposando le posizioni di Bernie Sanders, il senatore democratico avversario della Clinton nelle scorse primarie e rieletto per un nuovo mandato. Alla Camera arriverà anche la più giovane deputata, Alexandria Ocasio Cortes, 29 anni, eletta a New York. Vince in Massachussets la prima donna afro-americana e dovrebbe essere afroamericana anche il primo governatore della Giorgia, dove problemi sui meccanismi elettronici ai seggi stanno rallentando i risultati. Governatore del New Messico sarà una donna di origini latino americane e sempre dal New Messico arriva la prima donna indigena rappresentante alla Camera.

Secondo i dati attuali per la prima volta nella storia democratica degli Usa più di 100 donne siederanno al Congresso.

Tuttavia le elezioni hanno spazzato via tutte le stelle emergenti tra i democratici, mentre i repubblicani hanno vinto la corsa dei governatori, conquistando la Florida e l’Ohio che tutti pensavano orientati verso i blue.

Saranno forse queste le ragioni che hanno spinto Trump a twittare: “Stupendo successo stasera, grazie a tutti!”, anche se la corsa presidenziale del 2020 comincia da un inciampo non di poco conto che costringerà il presidente meno presidenziale degli Usa a ripensare la sua strategia, ripuntando nuovamente al Midwest e a quella classe di lavoratori che ha abbandonato i democratici per il suo partito, un partito impreparato ad accogliere la classe media ma che dovrà comunque ripensarsi con una nuova base ed è a questo che vogliono lavorare i giovani leader repubblicani che vogliono salvare il partito dal trumpismo imperante, che potrebbe distruggerne anima e storia.

Maddalena Maltese

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