Fare teologia è una scelta di vita, L'inaugurazione dell'anno accademico della Facoltà teologica del Triveneto

In una Facoltà di teologia l’impegno deve essere quello di dire, oggi, Dio in modo critico, inclusivo e comprensibile. È quanto ha affermato, alla messa di inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 il gran cancelliere, mons. Francesco Moraglia. 

Fare teologia è una scelta di vita, L'inaugurazione dell'anno accademico della Facoltà teologica del Triveneto

La messa, celebrata questa mattina nella chiesa di santa Maria in Vanzo del Seminario maggiore di Padova, ha aperto l’anno accademico 2019/2020 della Facoltà teologica del Triveneto, dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Padova, dell’Istituto teologico Sant’Antonio dottore e della Scuola di formazione teologica. 

Il preside, mons. Roberto Tommasi, ha dato il benvenuto a studenti e docenti e ha invocato lo Spirito santo per il cammino che li attende. «L’eucaristia – ha detto – è rendimento di grazie per il dono di poter studiare insieme in quel percorso affascinante che è la teologia, ricerca di verità vitale che anima ogni uomo e ogni donna. Papa Francesco – ha ricordato – ci invita a fare teologia a servizio della missione evangelizzatrice della chiesa, partendo da un atteggiamento di ascolto e di accoglienza delle persone con le quali camminiamo».

«Dire Gesù Cristo, dirlo chiaramente, dirlo a tutti, dirlo in modo amabile e verace, non riducendolo e non deformandolo»: è questo il cuore dell’omelia del gran cancelliere, il patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia.

Partendo dall’etimologia della parola “teologia” – come “discorso di Dio”, domanda che Dio rivolge all’uomo e risposta che l’uomo dà a Dio – mons. Moraglia ha affermato: 

"Abbiamo bisogno soprattutto oggi, nella comunità ecclesiale, di persone che sappiano interloquire con Dio e parlare di Dio agli uomini del nostro tempo; questa è la vocazione del teologo e il servizio che è chiamato a rendere nella chiesa. Ai teologi si chiede intelligenza, competenza e fedeltà alla Parola di Dio. Tutto, per il teologo, nasce dall’ascolto della Parola di Dio che è chiamato a pensare, nella fede, in una cultura e in un tempo determinati."

Fare teologia è una scelta di vita, fatta da «uomini, donne, chierici e consacrati che credono – come tutti i componenti del popolo di Dio – ma che, in forza della loro specifica vocazione, dei loro carismi e del generoso servizio ecclesiale, giungono non solo all’atto di fede ma alla piena consapevolezza critica del credere, sapendo legittimare, con rigore, quanto tutti i credenti confessano».

«L’impegno – ha proseguito il patriarca – deve essere quello di dire, oggi, Dio in modo critico, inclusivo e comprensibile; si tratta di dire la “differenza” cattolica nel linguaggio di oggi». I teologi devono essere «persone di studio e, soprattutto, persone di preghiera se non vogliono che la teologia diventi astrazione vuota o addirittura inutile».

Punto fondamentale sottolineato dal patriarca è la questione del linguaggio, che deve essere «idoneo e appropriato, sensato e vero, seppur inadeguato di fronte al mistero di Dio»; perché il linguaggio – ha precisato – non è mai strumento neutro, né mero strumento comunicativo. Il linguaggio connota la realtà e, allo stesso tempo, è da essa connotato: non tutti i linguaggi quindi sono idonei a esprimere una determinata realtà.

Ecco allora la necessità, per la chiesa, della teologia e di teologi competenti. «Tra la competenza teologica – ha precisato – va ascritta la libertà, che vincola il teologo al vangelo». La bontà di una proposta teologica – ha concluso l’omelia – è tale «se, alla fine, dice Gesù Cristo in modo inclusivo, amabile e verace».

Al termine della celebrazione – che è stata animata da musica e canti eseguiti da un gruppo di studenti – mons. Moraglia ha rivolto un augurio ai docenti, auspicando la crescita della ricerca e delle pubblicazioni, come strumenti di supporto a una crescita anche della chiesa nel particolare momento missionario che sta vivendo. Ha esortato gli studenti a non affacciarsi soltanto ai corridoi della Facoltà, ma a essere protagonisti di tutti i luoghi e gli spazi in cui matura la bellezza della teologia – perché la teologia è bella, innanzitutto, e ci aiuta a pregare e a vivere. Infine, ha ringraziato il personale che lavora in Facoltà, il preside Roberto Tommasi e l’economo Ezio Malacrida, in scadenza di mandato. «La Facoltà – ha concluso – è troppo importante e deve crescere nei pilastri della sostenibilità accademica ed economica per essere sempre più radicata nelle chiese del Triveneto».

La Facoltà teologica del Triveneto nell’anno accademico 2019/2020 conta nella sede di Padova 298 iscritti ai tre cicli di studio in teologia: 209 al primo ciclo (istituzionale); 59 al secondo (licenza, di cui 31 iscritti all’indirizzo di teologia pastorale e 28 all’indirizzo di teologia spirituale); 30 al terzo (dottorato).

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Fonte: Sir