Felice grazie a Gesù. Nol diventa cristiano nella veglia pasquale

Questo sabato, nella Veglia pasquale, Nol Doda diventa cristiano e prende il nome di Antonio. Lo accompagnano la moglie Vera, la figlia Aurora e la comunità parrocchiale di Cave che gli è stata vicina in questo cammino. «Celebrare i sacramenti “con” Nol – sottolinea don Florindo Bodin, il parroco – è occasione per rivivere e rinnovare ciascuno il proprio battesimo»

Felice grazie a Gesù. Nol diventa cristiano nella veglia pasquale

Si chiama Nol, ma nella Veglia pasquale aggiunge al suo nome anche quello di Antonio. Un nome che è inciso nel suo destino e che chiude, in maniera simbolica, un cerchio della sua vita. Nol Doda, nato in Albania il 10 giugno 1969, è arrivato in Italia nel 1995, quando aveva 26 anni. Ora vive a Padova, fa parte della comunità parrocchiale di Cave. Ed è proprio qui che questo sabato, alle 19, riceve i sacramenti dell’iniziazione cristiana dal suo parroco, don Florindo Bordin, accompagnato da tutta la comunità, dalla moglie Vera con la piccola Aurora di cinque anni e dal padrino, il suo catechista, Riccardo Sandon.

«Mi sono sentito accolto come un fratello da don Florindo, dalla comunità e dal mio catechista Riccardo – racconta Nol – Ecco perché sono felice di ricevere i sacramenti qui in parrocchia. Perché questa è la mia famiglia e Dio si ama in comunione, nella Chiesa, nella presenza del Vangelo, in preghiera con altri fedeli, con la comunità». Nol ha vissuto i tempi del regime comunista in Albania, durante il quale la pratica religiosa era fortemente ostacolata, tanto che nella sua famiglia, di sette fratelli, tre hanno ricevuto il battesimo e quattro no. Fra questi c’è anche lui. «Ricevere i sacramenti durante la Veglia pasquale – afferma Nol Antonio – rappresenta un vero passaggio nella mia vita: la Pasqua di Cristo è salvezza e rinascita e lo è anche per me. Muore un uomo vecchio, ne nasce uno nuovo. Muoio con Cristo e rinasco figlio adottivo di Dio, sarò dentro la Vita piena, la Vita dell’Eterno».

«Questo passaggio è importante per tutta la comunità – interviene il parroco, don Florindo Bordin – Celebrare i sacramenti “con” Nol significa, per tutti i fedeli, rinnovare e rivivere il proprio battesimo. Ricordarci che la Chiesa non è morta, ma continua a fare la sua opera di evangelizzazione. Probabilmente anche lo stile della comunità ha spinto Nol a intraprendere il percorso: una comunità pronta ad accogliere, una famiglia nella famiglia, una famiglia più grande che lo ha accompagnato».

Il papà lo voleva chiamare Noè, Ndue in albanese, nome che viene dato a chi nasce il 13 giugno, giorno di sant’Antonio. Il regime vietava l’uso dei nomi dei santi, così è diventato Nol, ma il legame con Antonio era presente. «Ho sempre detto che se mi fossi trovato alla fine della mia vita senza battesimo e senza sacramenti non sarei stato contento – afferma Nol – Oggi sento tante persone che, al termine della loro vita, si dicono felici, serene. Volevo trovare anch’io questa serenità».

Il desiderio di ricevere il battesimo era sempre presente, ma le difficoltà della vita, il lavoro, le preoccupazioni hanno rallentato le decisioni. Alcune tappe importanti lo hanno fatto giungere a oggi: nel 2014 si trasferisce alle Cave, in Padova; nel 2019 inizia a frequentare la parrocchia e a marzo viene celebrato il battesimo della figlia Aurora. Poi, a marzo di quest’anno il matrimonio con Vera. In queste ultime fasi è presente anche Riccardo Sandon, il catechista che gli ha fatto da testimone, insieme a un altro parrocchiano, e che gli fa da padrino. «Stiamo facendo un cammino condiviso verso il Signore – sottolinea il catechista – Mi metto al suo fianco e camminiamo insieme. Essere suo testimone e poi suo padrino è stata una scelta naturale, come se avessi accolto una persona di famiglia, qualcuno che fa parte della mia vita. Siamo fratelli in Cristo e quindi non poteva esserci risposta più spontanea».

La vicinanza della comunità parrocchiale non è mai mancata, Nol è ben voluto da tutti. «E poi è sempre stato fedele e perseverante nel percorso del catecumenato – ricorda Sandon – non ha mai saltato un incontro. Si percepiva il suo desiderio di sapere, è assetato di conoscere Dio e Gesù Cristo. Studiavamo il Vangelo di Marco e lui leggeva per conto proprio l’Esodo e mi poneva tante domande, perché aveva bisogno di capire. Ci ha aiutato a maturare, ci fa meditare su alcuni doni che diamo per scontati, come ad esempio il ricevere la comunione: il suo vissuto ci ha aiutato a ridare valore alla nostra fede». E quella di Nol non è una fede improvvisata, ma maturata nel tempo, da quando era bambino e respirava la cultura cattolica in casa, grazie al padre che recitava alcuni salmi in albanese e aveva sempre una Bibbia a portata di mano. Conoscevano i comandamenti, ma mancava la preghiera vera, il rito, il santificare le feste che, a causa del regime, era diventato più un momento di esteriorità, un ritrovarsi con amici e parenti a un banchetto per stare insieme. «Oggi posso dire di avere degli strumenti in più – racconta Nol Antonio – studiare la Bibbia alla mia età è meraviglioso. Riesci a capire il profondo, il significato della nostra fede». «Ora – conclude Riccardo Sandon – due sono le cose importanti, racchiuse proprio nelle prime due parole del Padre nostro: padre, quindi Nol diventerà figlio. Nostro, quindi non solo suo, significa che ha dei fratelli e ora deve ricordarsi del prossimo, mettere in pratica la fede nei confronti degli altri. Passare dall’io ai fratelli».

Veglia pasquale in Cattedrale: sette battezzati

Le persone che ricevono i sacramenti nella Veglia pasquale in Cattedrale, sabato 3 aprile alle 19, sono sette e abitano tutte nella città di Padova: ci sono due ragazze giovani, una che lavora come ottica, l’altra in attesa di occupazione; due fratelli giovanissimi, studenti delle superiori; una coppia di sposi e un giovane signore marocchino.

In parrocchia

Sono dieci gli adulti che ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana – battesimo, cresima ed eucaristia – nelle rispettive parrocchie della Diocesi durante la Veglia pasquale. Abbiamo una famiglia intera: padre, madre e il figlio adolescente; una giovane insegnante; padri di famiglia e giovani spose.
I ragazzi sono una ventina: tutti ricevono i sacramenti nelle loro parrocchie, qualcuno durante Veglia pasquale e altri nelle domeniche di Pasqua.

Giorno di Pasqua: i neofiti pregano con il vescovo

Il giorno di Pasqua i neofiti, cioè le persone che hanno ricevuto il battesimo nella Veglia pasquale, sono attesi in Cattedrale per la celebrazioni dei Vespri insieme al vescovo Claudio, alle ore 16.30.

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