Gennaio alla liturgia. C’è fame di fare di più e meglio

Gennaio alla liturgia. Il ciclo di approfondimenti sul senso e l’indole del rito cristiano, promosso dall’Ufficio per la liturgia, ha raccolto una evidente attenzione

Gennaio alla liturgia. C’è fame di fare di più e meglio

Si è appena concluso “Gennaio alla liturgia 2023”, ciclo di approfondimenti sul senso e l’indole del rito cristiano. Numerose le presenze: in media quasi cento persone per i venerdì “teologici” a Casa Madonnina; una trentina (e duecento circa collegati via web radio) a Villa Immacolata; 130 agli incontri per la formazione dei nuovi ministri straordinari della Comunione; 180 per le quattro visite al Battistero; 60, ancora, a Casa Madonnina e 30 a Thiene per le serate dedicate ai sacristi; qualche decina, a Sant’Andrea, per le lezioni del maestro Alessio Randon sul canto del salmo. Una evidente attenzione, fame di sapere e fare di più e meglio, anche se i numeri sono insidiosi e parlano piuttosto il linguaggio quantitativo del mondo che quello qualitativo del Cielo e sempre più spesso, ormai, premiano l’involgarimento e l’ipocrisia. Quanti, di fronte allo scandalo, al peso del giogo evangelico, allo strazio benedetto della croce, al vincolo della verità, preferiscono forme di spiritualità più maneggevoli e spensierate? Fino a voler fare dello stesso cristianesimo una compagnia che non disturba, una parola che non trapassa, una colonna sonora amabile di una vita che non vuole cambiare perché il novum assoluto, il Figlio di Dio fatto carne, viene a noi... In questo “Gennaio alla liturgia” si è ragionato su come non restare confusi e continuare a mostrare, con forza e il massimo della cura possibile, la saldezza e la radicalità, l’incommensurabilità e la necessità della Pasqua gloriosa del Signore.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)