Giornata Aids, garante: “Test Hiv in autonomia per i minorenni”

Il parere dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti: “In caso di positività al test, i genitori o il tutore siano immediatamente avvertiti al fine di garantire un adeguato supporto ”. E chiede azioni di informazione e sensibilizzazione a scuola, studi medici e consultori

Giornata Aids, garante: “Test Hiv in autonomia per i minorenni”

 “I minorenni dovrebbero poter accedere in autonomia ai test per l’Hiv e per le infezioni sessualmente trasmissibili. Questo a condizione che ciò avvenga in un contesto protetto e dedicato nell’ambito del Servizio sanitario nazionale e che, in caso di positività al test, i genitori o il tutore siano immediatamente avvertiti al fine di garantire un adeguato supporto ai ragazzi nel gestire le emozioni provocate dalla notizia e nell’affrontare la terapia. Qualora il risultato fosse negativo, in ogni caso, i ragazzi dovrebbero seguire percorsi di consapevolezza e sostegno psico-sociale nell’ambito dei servizi offerti dalla sanità pubblica. È poi indispensabile promuovere capillarmente una cultura della prevenzione, anche nel campo delle tossicodipendenze, e un’educazione all’affettività e alle emozioni”. Lo sottolinea in una nota l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, che ricorre oggi 1° dicembre. 
La garante ribadisce una posizione già espressa dall’Agia, formata anche tenendo conto delle sollecitazioni della Consulta delle ragazze e dei ragazzi: “È tempo che si prenda una decisione. La mia preoccupazione, infatti, è che qualora abbiano un dubbio sull’essere entrati in contatto con il virus, per la paura di parlarne con i propri genitori i ragazzi rinuncino a sottoporsi al test o sottovalutino i rischi di una mancata diagnosi. - sottolinea Garlatti - Questo sarebbe un danno per la loro salute. Un accesso in autonomia ai test, invece, permetterebbe loro di ricevere una diagnosi precoce e di tutelare se stessi e gli altri in maniera efficace. Tutto ciò può avere una ricaduta positiva anche sul piano della prevenzione in termini generali”. 

“È necessario poi che siano introdotte azioni di informazione e sensibilizzazione: a scuola, con l’intervento di personale specializzato, negli studi medici e nei consultori. Si tratta di iniziative che dovrebbero andare nella direzione auspicata dal Comitato Onu sui diritti dell’infanzia che, nel commento generale n. 14 del 2013, ha sollecitato gli Stati parte ad assicurare che i minorenni abbiano accesso a informazioni adeguate ed essenziali al loro sviluppo e alla loro salute, al fine di compiere scelte consapevoli. - conclude - Informazioni che dovrebbero riguardare, secondo il Comitato, anche Hiv e altre malattie sessualmente trasmissibili”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)