Giornata mondiale dell’igiene delle mani. “Garantire a tutti acqua pulita”

L’appello di Azione contro la fame. Secondo l’organizzazione la malnutrizione per un un bambino su due è collegata alle cosiddette malattie dell’acqua. Il direttore generale Garroni: “Nelle comunità più vulnerabili, igiene da considerare al pari della necessità di sfamare o dissetare”

Giornata mondiale dell’igiene delle mani. “Garantire a tutti acqua pulita”

Per combattere la malnutrizione e tutte le epidemie occorre garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita e, allo stesso tempo, promuovere una nuova cultura capace di garantire una igiene adeguata”.

In occasione della Giornata mondiale dell’igiene delle mani, Azione contro la fame in una nota ricorda che la malnutrizione, per un bambino su due “sia collegata ancora oggi alle cosiddette ‘malattie dell’acqua’ e che il 27% delle patologie nei bambini di età inferiore a 5 anni, come polmonite, malaria, diarrea, continui ad essere causato dallo scarso accesso a fonti idriche sicure e all'igiene e, quindi, dalla impossibilità di lavare le mani in modo corretto”. Secondo l’organizzazione, sono 3 miliardi le persone che, nel mondo, non dispongono di servizi per il lavaggio delle mani, con acqua e sapone, a casa. “Diventa, così, importante promuovere, con più decisione, iniziative legate alla condivisione delle regole basilari in tema di igiene - spiega l’organizzazione -. Una indagine condotta in Pakistan, d’altra parte, lo ha dimostrato: nei bambini con meno di 5 anni di età sottoposti a una educazione al corretto lavaggio delle mani, l’incidenza della polmonite è inferiore del 50%”.

“In questa giornata, che ci richiama al rispetto di una delle regole quotidiane più importanti per tutti noi, vorrei ricordare che senza l’accesso all’acqua pulita e potabile, non c'è igiene - ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame -. E laddove non c’è igiene, si registra, inevitabilmente, un tasso più elevato di malattie. Questa crisi sanitaria connessa all’emergenza coronavirus deve indurci a riflettere sul fatto che il bisogno di acqua sia cruciale, oggi più che mai, per favorire l’adozione di comportamenti virtuosi sul tema dell’igiene. Nelle comunità più vulnerabili, tale esigenza deve essere considerata al pari della necessità di sfamare o dissetare”.

Per questa ragione, le azioni in tema “wash” (water, sanitation, hygiene) continuano a rappresentare una parte fondamentale del lavoro svolto dall’organizzazione, continua la nota. “Quasi la metà di tutti i progetti (43,6%) include attività di questo tipo - spiega l’organizzazione -. Lo scorso anno, Azione contro al Fame ha supportato quasi 9 milioni di persone con programmi di acqua e igiene, il 42% in più rispetto all'anno precedente. Questa crescita è stata trainata principalmente dalle attività promosse in Paesi come il Pakistan (+ 97,6%), il Kenya (+ 97,5%), i Territori Palestinesi (+ 80,8%) e l’Indonesia (+ 73,4%). Tali attività includono l’installazione di punti di accesso all’acqua, la realizzazione di servizi igienici e la distribuzione di kit igienici”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)