Il 25 settembre all'Esperia. La Cooperazione nel mondo oltre gli stereotipi

“Intrecci di relazioni. Suoni, parole e immagini da #PadovaMondo” è il titolo dell’appuntamento in calendario venerdì 25 settembre alle 20.30 al cinema Esperia di Chiesanuova, all'interno del programma di Solidaria, il festival della solidarietà.

Il 25 settembre all'Esperia. La Cooperazione nel mondo oltre gli stereotipi

Intrecci di relazioni. Suoni, parole e immagini da #PadovaMondo” è il titolo dell’appuntamento di Solidaria in calendario venerdì 25 settembre alle 20.30 al cinema Esperia di Chiesanuova. La serata nasce come sviluppo di un lavoro portato avanti durante il loockdown da un gruppo di organizzazioni di cooperazione che ha preso il nome di “Comunicare la cooperazione”.

«Abbiamo voluto raccontare – spiega Sara Bin, coordinatrice del Tavolo “Pace, cooperazione internazionale e diritti umani” di Padova Capitale europea del volontariato 2020 – con la voce dei nostri partner di cooperazione dei paesi con cui operiamo e anche con le nostre voci, cos’è, cos’è stato il Covid19 anche per vedere il ruolo della cooperazione in questo periodo. In alcuni paesi questo lavoro di relazione ha consentito di anticipare alcuni comportamenti di prevenzione».

È stata un’importante esperienza di lavoro collettivo: i colleghi che sono all’estero mandavano testimonianze che sono state veicolate e che il Comune ha pubblicato. «Da qui è nata l’idea di portare i Paesi dove lavoriamo in città grazie a Solidaria che quest’anno con il tema “Apertamente” è un luogo perfetto per comunicare la cooperazione attraverso i paesaggi, che per noi sono luoghi di incontro. Lì ci siamo confrontati con i nostri partner, lì i progetti sono nati e hanno anche trasformato i paesaggi. Abbiamo chiesto ai partner di filmare e raccontarci le loro giornate con una soggettiva video mostrandoci cosa vedono i loro occhi: ne è nato un racconto montato dal regista Marco Zuin. Il lavoro è nato perché soffriamo della cattiva conoscenza di cui soffre la cooperazione internazionale: un po’ non si sa cosa facciamo e un po’ quello che facciamo viene male interpretato. Per questo vogliamo mostrarlo a tutti i padovani».

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