Il “dire bene” della Chiesa per liberare dal maligno. In ottobre ciclo di catechesi con gli esorcisti della Diocesi, seguirà la benedizione

Gli esorcisti della Diocesi propongono quattro incontri di catechesi – 7, 14, 21 e 28 ottobre – in contemporanea al Carmine, al Tresto e a San Pietro di Barbozza. Sabato 29 seguirà un momento di preghiera e benedizione personale

Il “dire bene” della Chiesa per liberare dal maligno. In ottobre ciclo di catechesi con gli esorcisti della Diocesi, seguirà la benedizione

Se la Chiesa è quell’ospedale da campo che si prodiga per l’umanità, loro sono il “reparto” che si fa carico delle patologie più rare e insidiose. Parliamo degli esorcisti, quei preti che ricevono dal vescovo il mandato per svolgere un ministero tanto importante quanto equivocato, e per questo sconosciuto. Oltre le suggestioni e la curiosità dei patiti dei film horror e oltre l’incredulità di chi, da lontano, scuote la testa nel dubbio, gli esorcisti diocesani e religiosi scelti dal vescovo continuano a essere strumenti di consolazione per tante persone afflitte da sofferenze che trascendono nel male il campo della realtà fisica. Rimanendo nella metafora sanitaria, tanto cara a papa Francesco, perché il “reparto” possa funzionare davvero, occorre che tutta la Chiesa riconosca non solo la sua funzione di formazione e di crescita, ma anche di terapia. Terapia di base per le persone che soffrono, con la possibilità di rivolgersi all’esorcista in caso di necessità. L’importante – quello sempre – è non chiudere le porte a chi bussa. Ed è altrettanto importante che chi bussa, nella sua richiesta di aiuto, riceva le risposte giuste per non scadere in forme di facile superstizione. Gli esorcisti della Diocesi di Padova – organizzati in un gruppo – propongono nel mese di ottobre un ciclo di incontri di catechesi sul tema della benedizione e della «vita cristiana nella sua dimensione di combattimento e liberazione». Quattro appuntamenti il venerdì sera, dal 7 al 28, in contemporanea al Carmine in Padova, al Tresto a Este e al santuario della Beata Vergine di Lourdes a San Pietro di Barbozza, a cui seguirà, la mattina di sabato 29 ottobre, un momento di preghiera e di benedizione personale. Don Nicola Tonello, rettore della chiesa del Corpus Domini in Padova, è il coordinatore di questo gruppo che raccoglie gli esorcisti della Diocesi. Questi sacerdoti si incontrano con frequenza, condividono esperienze e momenti di formazione. Il maligno, dalle forme più gravi di possessione alle suggestioni più sottili, si combatte anche così. «La benedizione fa parte della vita cristiana – conferma don Tonello – Benediciamo Dio per la nostra vita e per i doni che ci ha dato, ma in noi c’è anche il desiderio di essere benedetti dal Signore, cioè che Dio “dica bene” della nostra vita anche nei momenti in cui incontriamo l’assurdo, realtà che non vogliamo, non abbiamo mai cercato e sentiamo pioverci addosso, determinando negativamente la nostra vita». A volte però qualcuno avverte la necessità di «sentirsi dire una benedizione per sé», anche al di fuori della messa o di un momento di preghiera comunitario. Sentirsi dire il bene. Contro il male. Che esiste, è presente e va comunque tenuto in considerazione. «Se il ministero dell’esorcismo è liberazione dal maligno, quindi da un male che è anche persona venuta a ostacolare la vita non solo cristiana ma anche umana, le preghiere di liberazione sono recitate per chiedere al Signore, confidando nella forza dello Spirito Santo, di essere liberati dal male». Non a caso il Signore Gesù ci ha insegnato il Padre nostro con l’invocazione «liberaci dal male»: «Il male nelle famiglie, l’odio, l’invidia, l’incapacità di perdonare. Mali che conosciamo e di cui sentiamo il bisogno di essere liberati». Tutta la Chiesa – e dunque con lei ogni singolo battezzato – è chiamata a questo compito. «Come gruppo di esorcisti – spiega don Tonello – vorremmo collaborare con le parrocchie, perché pensiamo che sia la vita comunitaria, parrocchiale e liturgica che dovrebbe in prima istanza recepire le richieste delle persone che chiedono di essere benedette ed essere così terapeutica e curativa. Queste persone devono essere liberate attraverso il cammino di conversione con il sacramento della penitenza, e dunque poi con la preghiera e la vita di carità. Quando una comunità cristiana vive la preghiera, l’adorazione eucaristica, la messa e una liturgia ben celebrata, quando vive una carità che si apre al dono dell’altro, già offre la terapia giusta». Altri interventi, semmai, avverranno dopo un “triage” adeguato: «Fa parte dell’ordinaria cura pastorale l’annuncio del Vangelo, la benedizione e l’ascolto delle persone disagiate. Alcune, però, vanno accolte a parte, per un cammino di liberazione progressiva dal male che le ha interessate e che le sta vessando attraverso un’azione straordinaria del maligno». Che esiste. Ma che può e deve essere contrastato.

In Diocesi di Padova già esistono occasioni di preghiera e di liberazione: in Cattedrale, nella cappella che custodisce le spoglie della beata Eustochio, patrona degli esorcisti, ogni terzo sabato del mese si prega alle 10.30 con il rosario e si celebra la messa alle 11. Momenti dedicati di adorazione e preghiera ci sono anche nella chiesa dell’Arcella, a San Salvaro e al Santo di Thiene. I percorsi di catechesi offerti nel mese di ottobre hanno l’obiettivo di accedere i riflettori non tanto sul mysterium iniquitatis, quanto sugli strumenti di consolazione che la Chiesa ha da offrire. «Il nostro ministero di esorcisti – sottolinea don Tonello – è un ministero che dà coraggio. Quando congedo le persone dico loro: “Coraggio”, per far sentire loro che non sono sole, che la Chiesa cammina insieme con loro anche dentro a queste difficoltà. E assicuro loro il ricordo nella messa. Per questo, quello di esorcista è un ministero bello, perché vuol dire essere preti sentendo che il Signore agisce insieme con noi. E in questo senso è il ministero della Chiesa intera». Ma un esorcista ha paura? «Prima di essere chiamato a questo compito ne avevo - sorride don Nicola Tonello – oggi so che lui (il maligno, ndr) non può farmi niente, perché il Signore è con noi. Lo dice anche “l’altro” (il maligno, ndr): “Io non posso toccarti, sei protetto”. Lo dice del ministro, ma anche di ogni cristiano che vive in grazia di Dio. Anche se cerca di farti paura, rivelandoti cose che tu solo sai, facendoti capire che c’è qualcuno che ti osserva sempre, rimane un cane legato alla catena».

“Liberaci dal maligno”, quattro catechesi in tutto il territorio diocesano

Che cos’è davvero la benedizione? Il gruppo degli esorcisti della Diocesi propone, nel mese di ottobre, in contemporanea in tre diversi luoghi un percorso di catechesi e un momento di preghiera dal titolo “Liberaci dal
maligno”, per approfondire il tema della vita cristiana nella sua dimensione di combattimento e liberazione. Gli incontri si terranno nella parrocchia del Carmine in Padova per la zona centrale della Diocesi; a Este, al Santuario del Tresto per la zona meridionale; al santuario della Beata Vergine di Lourdes a san Pietro di Barbozza, nel Comune di Valdobbiadene, per la zona settentrionale. Il ciclo interesserà i quattro venerdì sera del mese di ottobre (7, 14, 21 e 28 alle 20.45) e la mattinata di sabato 29 ottobre, nella quale si terrà un momento di preghiera di liberazione. «Da sempre – spiega il gruppo degli esorcisti – la preghiera della Chiesa assiste i suoi figli nella lotta contro il male, li accompagna sulla via del bene, li aiuta a sottrarsi al potere del peccato per passare nel regno della grazia divina: lo fa non solo con la Parola e i sacramenti, ma anche con i sacramentali qual è una benedizione». La domanda “Padre, mi può dare una benedizione?”, a volte può rivelare «la sensazione che un “male”, qualcosa che ostacola la vita, quella propria o dei familiari, stia insidiando la serenità». E dunque, la richiesta di benedizione è una richiesta buona, ma deve essere accompagnata dalla consapevolezza autentica delle realtà di fede, per non scadere nelle suggestioni della superstizione, quasi si trattasse di “riti o gesti magici”: «Diventa particolarmente fruttuoso dunque – spiegano gli esorcisti – introdurre il gesto della benedizione con un breve itinerario che ne spieghi il significato per la vita cristiana e lo inserisca nella preghiera della Comunità cristiana». Questo percorso da un lato raccoglie le esigenze di tanti fedeli, spesso nascosti, dall’altra si pone l’obiettivo di incoraggiare le comunità per sostenere, nella preghiera, chi si trova in uno stato di particolare afflizione.

Il gruppo di esorcisti che opera in Diocesi

Del gruppo di esorcisti, coordinato da don Nicola Tonello, fanno parte padre Mario Mingardi, don Massimo Toniolo, don Alessio Cheso, padre Adriano Vigolo, don Matteo Naletto, don Cristiano Marsotto e padre Renato Cappelletto.

Il maligno falsa la vita dell’uomo

Sedute spiritiche, cartomanzia, maghi. A volte è proprio attraverso queste strade che il maligno si insinua nella vita delle persone. Una domanda di assoluto giusta, insita nel cuore dell’uomo, a cui però si danno le risposte sbagliate: «Per avere in mano il proprio destino l’uomo è disposto a fare carte false. E il maligno può dargliele, falsando però la sua vita».

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