Il polittico del Battistero della Cattedrale, opera di Giusto de' Menabuoi, torna a casa

Battistero della Cattedrale È di nuovo ammirabile il capolavoro restaurato di Giusto de’ Menabuoi

Il polittico del Battistero della Cattedrale, opera di Giusto de' Menabuoi, torna a casa

È tornato di nuovo nella sua sede, nel Battistero della Cattedrale di Padova, lo straordinario polittico di Giusto de’ Menabuoi. L’opera – che assieme al resto della decorazione pittorica dell’edificio rappresenta una delle più alte manifestazioni dell’arte italiana del Trecento – era stata rimossa dall’altare nel 2020 e portata nel vicino Museo diocesano per un intervento di restauro conservativo, realizzato grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo tra maggio 2020 e l’estate 2021. Era stata poi esposta prima a Padova, nel Salone dei vescovi di Palazzo vescovile, e quindi, dallo scorso maggio fino ai primi di ottobre, a Napoli nella mostra conclusiva della diciannovesima edizione di “Restituzioni”, il programma di restauri promosso dal citato istituto bancario. Il polittico fu realizzato da Giusto e dalla sua bottega con molta probabilità in contemporanea con gli affreschi del Battistero (1375-78) e raffigura su più ordini la Madonna con il Bambino in trono, Storie della vita di San Giovanni Battista (il tema centrale), Storie della vita di Cristo, Dottori della Chiesa e Santi. Fu commissionato al pittore da Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, signore di Padova. Nella sua storia l’opera fu oggetto di un grave furto avvenuto la notte del 18 maggio 1972: fu ritrovata dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Padova solo cinque giorni dopo, scomposta in dieci parti. Non vennero mai recuperate le cornici del registro centrale e le parti sommitali. Il recentissimo intervento di restauro, eseguito da Francesca Faleschini sotto la direzione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’Area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, segue quelli attualmente noti e documentati di Mauro Pellicioli, risalente alla prima metà del secolo scorso, e di Ottorino Nonfarmale (1972-74), dopo il ritrovamento. L’ultimo restauro ha permesso di spingere lo sguardo all’interno dei segreti di una bottega d’arte trecentesca, di distinguere il modus operandi che vede professionalità ad alto livello collaborare per l’elaborazione di un manufatto complesso e di straordinario valore. L’osservazione diretta dell’opera ha dato la possibilità di comprendere la struttura portante originaria, nonostante la perdita degli elementi della cornice decorativa a causa del citato furto.

L’opera era stata rubata nel 1972.

Il polittico di Giusto de’ Menabuoi fu oggetto di un grave episodio accaduto il 18 maggio 1972, quando l’opera venne rubata e smembrata. Fortunatamente fu ritrovata dai Carabinieri dopo solamente cinque giorni, monca però delle cornici del registro centrale e sommitali, che non furono mai recuperate

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