In cammino sulla Romea strata a Montagnana

Una deviazione dell’antica via conduce i pellegrini anche alla città murata, dove il Duomo dell’Assunta merita una sosta

In cammino sulla Romea strata a Montagnana

È dedicato all’Assunta, patrona della città dal 1426, lo splendido Duomo di Montagnana: perché non visitarlo a Ferragosto? La città murata è anche snodo e tappa della Romea strata, l’antico percorso di pellegrinaggio verso
Roma che parte dal mar Baltico e passa per Padova, Monselice e Este: alcune varianti in partenza dalla valle del Brennero e del Brenta si trovano infatti a passare per Montagnana, ricongiungengosi poi all’itinerario principale. Il Duomo dell’Assunta sorge al centro della piazza principale di Montagnana; un secondo edificio dedicato a Maria è, all’angolo tra via dei Montagnana (verso porta XX settembre) e via Scaligera, l’antico Ospedale cittadino della Natività, che a prima vista può sembrare la chiesa di un convento, ma offriva in realtà assistenza medica ai poveri e ospitalità alle persone abbandonate. Una parte degli affreschi è stata staccata e portata a Venezia alle Gallerie dell’Accademia; vi rimangono tuttavia interessanti tracce di opere del Buonconsiglio. Una visita a Montagnana non può dimenticare, oltre a una passeggiata tra le vie medievali, una sosta al castello di San Zeno, con il mastio di Ezzelino e il museo civico. Scenografica è poi la poderosa Rocca degli alberi (porta Legnago), e ancora di più lo è lo spettacolo delle mura viste dall’esterno, con l’infilata di torri, in particolare sui lati lunghi. Fuori porta Vicenza, lungo l’itinerario della Romea strata verso borgo Frassine, si trova un’altra chiesetta mariana, quella della Madonna di fuori, preceduta da un giardino, già parte della chiesa del convento dei frati Zoccolanti. Chi vuole camminare può seguire, sempre lungo i percorsi della Romea strata, un itinerario ad anello nei dintorni e a sud di Montagnana: si comincia con quello che conduce alla frazione di Borgo San Marco, dove si trova l’originale edicola della Madonna del parto (tappa T10AN da Montagnana a Badia Polesine). Proseguendo lungo il percorso si arriva al suggestivo complesso del monastero di San Salvaro, assolutamente da visitare con la chiesa e l’annesso museo. Si continua quindi seguendo l’argine del Fratta: lo si può lasciare brevemente per raggiungere Merlara e la sua chiesa dedicata alla Natività della Vergine, di antica origine ma riedificata nel 1891. La pala della Natività di Maria Vergine (1591) è di Leandro da Ponte da Bassano; la tela Morte della Vergine è seicentesca. Ritornando sulla Romea strata e proseguendo, al ponte sul Fratta si incrocia l’altro itinerario in arrivo da Montagnana (tappa T12AN Montagnana-Fiume Fratta): lo si segue a ritroso passando per Casale di Scodosia, la cui parrocchiale dedicata a Maria fu riedificata nel 1947. Si rientra infine a Montagnana per via Caodalbero, via Farinazzo- Boschetto e via Candiega.

Una via di fede e di commerci, d’arte e pensiero

La Romea strata era una via di pellegrinaggio europea che metteva in contatto il mar Baltico e l’Europa centro orientale con il centro della cristianità: Roma. La via attraversava Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca e Austria, valicava le Alpi ed entrava in Italia attraverso il valico di Tarvisio. Come si può ben intuire, in realtà la Romea strata non è stata solo un cammino di fede che ha portato i pellegrini attraverso l’Europa, ma anche una via culturale e commerciale. Prima di essere percorso dai fedeli, infatti, attraverso questo itinerario passavano l’ambra, il sale, il ferro,
la seta e altre merci più o meno preziose. Poteva essere percorso nei due sensi, promuovendo scambi anche culturali sia perché i viaggiatori ritornavano a casa con bagagli di merci ma soprattutto con conoscenze ed esperienze, sia perché illustri uomini di cultura e d’arte hanno preso attraverso di essa la via del Nord: lo testimoniano chiese e
musei, ma anche l’architettura e le opere d’arte ancora visibili nelle città attraversate. Tra i viaggiatori con la “V” maiuscola possiamo citare scienziati come Copernico e Keplero e tante figure religiose delle grandi religioni monoteiste. Non esiste una sola Romea strata, perché diversi erano i punti di partenza, che poi trovavano congiunzione: in particolare, però, le vie provenienti dal Brennero e quelle di Tarvisio si congiungevano presso l’Adige, per poi confluire nella via Francigena a Fucecchio, in Toscana. La Romea strata è dotata di segnaletica specifica: una freccia bianca con fondo marrone, con la scritta e il logo. Anche questa antica via propone una credenziale che identifica il pellegrino: va richiesta alla Fondazione Homo viator – San Teobaldo. Info su www.romeastrata.org

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