Incontro religiosi con il vescovo. “Regalo bello” per la Chiesa

Erano presenti ottanta religiosi, appartenenti a varie congregazioni che sono in Diocesi, all’incontro con il vescovo Claudio all’Istituto Sant’Antonio dottore, lo scorso 10 ottobre.

Incontro religiosi con il vescovo. “Regalo bello” per la Chiesa

Rappresentanti di quella multiforme “fantasia” dello Spirito, che non arresta la sua azione all’interno delle Chiese locali, essi hanno risposto all’invito del vescovo, cercando di offrire delle “sollecitazioni” ad alcune domande che don Claudio ha posto alla vita religiosa maschile: che cosa la Chiesa di Padova può fare per le vostre comunità religiose? Come definireste la relazione tra le vostre comunità e la Diocesi? Quali spazi di collaborazione ritenete più importanti e quali ulteriori sviluppi sono immaginabili? Come affrontare le sfide che il mondo pone e quale forma di Chiesa potrebbe essere significativa?

Le varie risposte hanno fatto emergere la multiforme diversità dei carismi che la vita religiosa maschile continua a offrire alla Chiesa di Padova, in un legame affettivo ed effettivo molto stretto. In genere si è sottolineato come la vita consacrata sia un “regalo bello” alla Chiesa che cammina in Padova: i religiosi sono “felici” di camminare insieme dentro i progetti della Diocesi, soprattutto nel servizio di accompagnamento spirituale, nel campo educativo e pastorale e a servizio degli emarginati. I religiosi della Diocesi di Padova vogliono presentarsi come le “sentinelle del mattino” che ricordano a questa Chiesa il “nuovo” che sta arrivando e il “vecchio” che deve morire, nell’orizzonte profetico e carismatico che da sempre caratterizza la vita consacrata. I religiosi della Diocesi si presentano come “laboratorio di un nuovo umanesimo” e come “cenacoli di una cultura”: essi intendono valorizzare le varie situazioni, soprattutto di fragilità, per dare “diritto di cittadinanza” ad ogni uomo e donna di buona volontà. La collaborazione con la Chiesa locale si declina nei termini della cordialità, della collaborazione e della creatività, anche nei progetti pastorali, che intendono risultare meno istituzionali e più flessibili, intercettando gli scarti della storia.

La pastorale dei religiosi a Padova cammina sul versante di una progettazione “pluralista” sempre “meno” collaudata (una pastorale “dell’oltre”) e sempre “più” legata alle nuove forme di fragilità che emergono in questo tempo della postmodernità. Si tratta di accettare le sfide che il mondo di oggi ci propone, ribadendo il primato della Parola, la cura delle relazioni fraterne come fondamento di ogni missionarietà e le scelte che inducono ad abitare le “periferie esistenziali” nell’orizzonte della speranza.

Ecco allora la “costante” che dovrà accompagnare la vita religiosa anche per il futuro: una vita fraterna, impregnata di fiducia e di gioia, che intende scardinare ogni forma di individualismo e di soggettivismo, come una pastorale che intende valorizzare la ministerialità laicale, con la preoccupazione di tutelare la dimensione del servizio, rifuggendo da ogni tentazione di potere, anche all’interno della Chiesa.

Il vescovo Claudio nel ringraziare i religiosi ha augurato un fecondo ascolto reciproco, nella gioia di percepire che i carismi dei vari istituti religiosi possono regalare alla Diocesi un metodo necessario: quello della “sinodalità”.

padre Mauro Pizzighini
dehoniano

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)