Infanzia, Save the Children. In Veneto più di un bambino su sette in povertà relativa

Infanzia, Save the Children: Veneto, più di 1 bambino su 7 in povertà relativa; in 10 anni sempre meno nati (-27,2%) ma solo il 10,5% dei bambini accede all’asilo nido; aumenta la spesa sociale per famiglie e minori che sale a 122 euro pro capite. Diminuisce l’abbandono scolastico (-4,5%) ma crescono i NEET (+4,1%). Nella regione 2 scuole su 5 non hanno il certificato di agibilità.

Infanzia, Save the Children. In Veneto più di un bambino su sette in povertà relativa

Oggi in Veneto il 14,8% dei minori vive in condizioni di povertà relativa, un dato al di sotto della media nazionale (22%)[1] ma che riguarda comunque più di 1 minore su 7 nella regione, e conferma come la povertà minorile resti una vera emergenza. Basti pensare che a livello nazionale negli ultimi dieci anni il numero dei minori in Italia che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018, 1,2 milioni di bambini. Un record negativo che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014

Si tratta di una povertà che non è solo economica ma anche educativa, e che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nel paese e in Veneto. Una regione in cui – complice anche la congiuntura economica non positiva - negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini, con una percentuale di nuovi nati che è scesa del 27,2% rispetto al 2008, in cui però è oggi presente un significativo numero di bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana, il 13,4% della popolazione dei minori nella regione.

Tutto questo mentre l’Italia continua a non avere un Piano nazionale per l’infanzia e a investire risorse insufficienti in spesa sociale, alimentando gli squilibri esistenti a livello di servizi e prestazioni per l’infanzia e condannando proprio i bambini e le famiglie più in difficoltà ad affrontare da sole, o quasi, gli effetti della crisi. Sebbene il dato di spesa media annua in Italia resti insufficiente, il Veneto – negli ultimi 10 anni – ha incrementato di 30 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell’area famiglia/minori, arrivando a 122 euro. In Veneto, solo il 10,5% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia e si registra un peggioramento rispetto al 12% del 2008, con una spesa media pro capite da parte dei comuni per questi servizi che si attesta a 977 euro.

Anche la scuola è stata in questi anni colpita pesantemente in tutto il paese dai tagli alle risorse, spesso lineari, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra regioni sono molto ampie. Il Veneto si attesta sull’11%, un dato che si colloca al di sotto della media nazionale (14,5%) e segna anche un significativo miglioramento rispetto al 2008 (-4,5%). Scuole che restano luoghi non sicuri per gli studenti, nell’Italia fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico: in un paese in cui gli indicatori sono drammatici, in Veneto il 41% degli edifici scolastici è priva del certificato di agibilitàun numero che si colloca al di sotto della media nazionale (53,9%) delle scuole che hanno compilato il dato.

In un paese in cui si è disinvestito sulle politiche sociali e sull’infanzia, la povertà educativa è una piaga in continua crescita. Basti prendere in considerazione alcuni indicatori relativi alla fascia 16-17 anni: in Italia quasi 1 minore su 2 non apre un libro durante l’anno, un dato che in Veneto riguarda più di 1 minore su 3 (37,4%), con un peggioramento rispetto al 32,8% del 2008. La deprivazione culturale nei minori resta un tema di allarme: nel corso dell’ultimo decennio la quota dei “disconnessi culturali”[2] è diminuita in tutto il paese di 4 punti, sebbene i minori che non svolgono sufficienti attività culturali restino ancora 7 su 10, con il Veneto che si attesta al 67,5%. Anche lo sport resta per molti un privilegioin Italia meno di 1 minore su 5 non fa sport e in Veneto questo dato scende all’8,7%. Bambini e ragazzi che leggono sempre meno, fanno poco sport e che non sono sottoposti a stimoli culturali, ma sono invece iperconnessi: nell’ultimo decennio si è assistito a una rivoluzione che ha portato all’aumento esponenziale dei minori che usano ogni giorno la Rete. Nel 2008 solo il 12% dei bambini e adolescenti del Veneto usava tutti i giorni internet, una quota balzata al 45,1% nel 2018.

Un Paese sempre più “vietato ai minori”, in cui i cosiddetti NEET (Not in Emplyement, nor in Education and Training) sono in Italia 1 su 4 tra i giovani 15-29enni (23,4%), il Veneto si attesta su una percentuale più bassa, fermandosi al 14,8%una percentuale che comunque è cresciuta di 4,1 punti rispetto a dieci anni fa.

L’impoverimento materiale ed educativo dei bambini in Italia, si accompagna anche ad un impoverimento “ambientale”. Mentre il dibattito mondiale si accende sull’impatto dei cambiamenti climatici sul pianeta, i bambini e adolescenti italiani crescono in un paese in cui c’è sempre meno verde, con un aumento di 30.000 ettari di territorio cementificato dal 2012 al 2018. Il fatto che ben il 44% dei bambini ed adolescenti italiani vada a scuola in macchina non stupisce (46,9% nella regione), soprattutto se si considera che il rapporto tra ogni neonato che nasce in Italia e le macchine immatricolate nello stesso anno è di 1 a 4 (dato confermato in Veneto).

Questi alcuni tra i dati messi in luce dal X Atlante dell’infanzia a rischio  di Save the Children , l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. La pubblicazione, a cura di Giulio Cederna, e dal titolo evocativo “Il tempo dei bambini”, fa il bilancio della condizione dei bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni, e viene presentato quest’anno in occasione della nuova edizione della campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa.

“I danni provocati in quest’ultimo decennio dall’inerzia della politica, dai mancati investimenti nei servizi per la prima infanzia, nella scuola, nelle politiche sociali, dall’incapacità di varare una norma per riconoscere la cittadinanza ai bambini di seconda generazione sono sotto gli occhi di tutti e hanno colpito anche il Veneto. Insieme alle diseguaglianze intergenerazionali, ci sono acuite le diseguaglianze geografiche, sociali, economiche, tra bambini delle aree centrali e delle periferie, tra italiani e stranieri, tra figli delle scuole bene e delle classi ghetto. Si sono divaricate le possibilità di accesso al futuro”, spiega Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

L’organizzazione rilancia oggi la campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa, ormai giunta al suo sesto anno, chiedendo proprio – attraverso una petizione disponibile al link http://www.illuminiamoilfuturo.it - il recupero di tanti spazi pubblici abbandonati e inutilizzati su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e scuole sicure per tutti. La mobilitazione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, è associata 16 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia, individuati dall’Organizzazione con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti spazi pubblici, da nord a sud, sottratti ai minori nel nostro Paese. Una campagna che riprende la richiesta già lanciata lo scorso anno e che ha portato all’inizio di un percorso di recupero di alcuni dei 10 luoghi segnati nella precedente edizione, a cui quest’anno Save the Children ne ha voluti aggiungere altri sei.

Nell’ambito della campagna, inoltre, a partire dal 21 ottobre è prevista una settimana di mobilitazione, con centinaia di eventi e iniziative in tutto il Paese , da nord a sud, in cui saranno coinvolte tantissime realtà locali, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali che anche quest’anno hanno scelto di essere al fianco di Save the Children per sensibilizzare e informare sul tema del contrasto alla povertà educativa che colpisce bambini e ragazzi e sull’importanza di attivare comunità educanti.

Gli interventi di Save the Children per contrastare la povertà educativa in Veneto

Dall’avvio della campagna Illuminiamo il futuro, nel maggio 2014, Save the Children ha attivato su tutto il territorio nazionale 24 Punti Luce, spazi ad alta densità educativa, che sorgono nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città, per offrire opportunità formative ed educative gratuite a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni.  In Veneto, è attivo dal 2016 un Punto Luce a Venezia Marghera (in collaborazione con Itaca Cooperativa Sociale Onlus), dove più di 400 bambini e ragazzi hanno finora usufruito delle diverse attività tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, gioco e attività motorie. Negli spazi si offrono inoltre consulenze legali, psicologiche, pediatriche e di supporto alla genitorialità per mamme e papà o per altre figure adulte di riferimento dei bambini, con quasi 100 genitori coinvolti nel 2019. Dall’inizio della campagna sono state infine assegnate oltre 28 doti educative, ovvero piani formativi personalizzati per bambini e adolescenti che vivono in condizioni certificate di disagio economico, che prevedono, tra gli altri, un contributo economico per l’acquisto di libri e kit scolastici, l’iscrizione a un corso sportivo o musicale, la partecipazione a un campo estivo e altre attività educative alle quali i minori si mostrano particolarmente inclini.

Fonte: Save the Children

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Fonte: Comunicato stampa