L’Arlecchino dello Stabile Veneto allieta l’estate di Venezia, Avignone e Padova. Dal 29 luglio al 3 agosto

Dopo il successo di pubblico e di critica internazionale di Arlecchino Furieux e Il figlio di Arlecchino perduto e ritrovato, per “Aperitivo a teatro” arriva il grande debutto del canovaccio goldoniano del periodo francese

L’Arlecchino dello Stabile Veneto allieta l’estate di Venezia, Avignone e Padova. Dal 29 luglio al 3 agosto

Dopo il successo di pubblico e di critica riscosso da Arlecchino Furieux al Festival d’Avignon in Francia, con oltre 1500 spettatori in quasi due settimane, ottime recensioni sulla stampa internazionale e l’apprezzamento registrato nei teatri veneziano e padovano con oltre 1000 presenze per Il figlio di Arlecchino perduto e ritrovato, la maschera simbolo della commedia dell’arte continua ad animare la scena estiva del Verdi con il debutto, per “Aperitivo a Teatro”, di Arlecchino e l’anello magico.

Dal 29 luglio al 3 agosto (ore 19.00), lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Veneto porta sul palcoscenico, dopo due secoli e mezzo dalla stesura, uno degli ultimi canovacci goldoniani, tradotto e adattato dal regista Marco Zoppello, con Stefano Rota nel ruolo di Arlecchino.

A 30 anni dall’ esordio con La Pazzia di Isabella (TAG Teatro, Venezia, 1989), Rota torna a interpretare la maschera più famosa del mondo, accompagnato da sei giovani attori professionisti della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto, nata dal progetto TeSeO - Teatro Scuola e Occupazione con il sostegno della Regione Veneto.

Il protagonista della commedia è un Arlecchino anomalo, non più “gatto” ma “cane” (per la precisione Carlino, in onore della somiglianza della maschera col muso dell’animale e inventato da Carlo “Carlin” Bertinazzi che Goldoni incontra a Parigi), non più servo ma formaggiaio, non più vittima dei padroni ma artefice, suo malgrado, del proprio destino e che cerca di trovare spazio nel proprio mondo.  

Carlo Goldoni, il periodo francese e l’ Arlecchino e l’anello magico

Arlecchino e l’anello magico è uno degli ultimi lavori di Carlo Goldoni. L’autore scrive l’opera in forma di canovaccio, in Francia, nella seconda metà del Settecento e, infatti, si tratta di un’opera ibrida, dalle sfumature inedite, che ha poco a che vedere col mondo rinascimentale nel quale nasce la commedia dell’arte ma che risente del periodo storico, con la Rivoluzione Francese alle porte, e del clima rococò in ambito artistico che si respira oltralpe.

Goldoni che ha appena tolto le maschere agli attori italiani, si ritrova a Parigi a scrivere nuovamente canovacci per commedianti della Commedie Italienne facendo una sorta di passo indietro rispetto alla sua avviata riforma del teatro. Per andare incontro ai gusti del pubblico francese, Goldoni sembra quasi abbracciare le teorie di Carlo Gozzi e incentra la trama di Arlecchino e l’anello magico sull’elemento magico, in contrasto con la ricerca di verosimiglianza e di realtà che hanno caratterizzato la sua storia. La commedia vira verso toni più scuri, quasi tragici, e in essa convivono l’aspetto comico e drammatico insieme.

La trama

In un bosco, a pochi passi dalla città di Bergamo, Arlecchino, marito di Argentina, è sopraffatto dalla gelosia e tenta il suicidio. Un mago lo salva e gli dona un anello dal magico potere: chiunque lo indossi dimenticherà il passato e le proprie sciagure. Il povero diavolo dovrà quindi reimparare tutto, dal valore del denaro a cosa sia un matrimonio. Arlecchino guadagna quindi uno sguardo fanciullo, privo di sovrastrutture, fatto di bisogni primari e di scoperte continue. Ma anche di sonore bastonate: chi può pretendere di vivere senza denaro? Solo un pazzo. Goldoni si affida alla magia per giocare un personaggio estraneo al mondo e noi, raccolta la sfida, di questo mondo ne abbiamo esplorato i confini. Ne risulta una città popolata di personaggi caricaturali, innamorati egoisti, viscidi servitori e madri autoritarie. La commedia, sempre e comunque, consegna una lente d’ingrandimento della società, uno strumento per smascherarne, attraverso il gioco e la risata, ogni contraddizione.

Teatro Verdi | Padova

29 luglio > 3 agosto

Arlecchino e l’anello magico

Testi da Carlo Goldoni

traduzione e adattamento: Marco Zoppello

con: Stefano Rota

e gli attori della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto: Davide Falbo, Meredith Airò Farulla, Lorenza Lombardi, Eleonora Marchiori, Marlon Zighi Orbi, Pierdomenico Simone

scene: Alberto Nonnato

costumi: Lauretta Salvagnin

maschere: Roberto Maria Macchi

luci: Paolo Pollo Rodighiero

assistente alla regia: Maria Roberta Strazzella

durata: 1h '30

Il Progetto della Compagnia Giovani è parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto con la partnership di Accademia Teatrale Veneta per la realizzazione di un Ciclo Completo di Formazione Professionale per Attori - Modello TeSeO Veneto - Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1037 del 17 luglio 2018). Gli attori della Compagnia Giovani sono diplomati presso Accademia Palcoscenico e Accademia Teatrale Veneta.

Al termine dello spettacolo segue l’immancabile rito dell’aperitivo con attori e spettatori.

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