L’Assunta in Diocesi. Con Maria in viaggio tra arte e fede

L’Assunta in Diocesi. Un percorso tra i dipinti che raffigurano l’Assunzione della Beata Vergine conservati in chiese e santuari, a partire dal centro storico e dalla Cattedrale

L’Assunta in Diocesi. Con Maria in viaggio tra arte e fede

L’iconografia dell’Assunzione di Maria ha ispirato numerosi artisti nella storia, anche se le immagini mariane più note sono spesso altre, dalle raffigurazioni con in braccio il Bambino all’Immacolata concezione, dalle Natività alle pale della Vergine in trono tra santi. Tra tutte, la più celebre Assunta è certamente quella di Tiziano Vecellio che si trova nell’altare della basilica dei Frari di Venezia (1516-18; un’altra, molto diversa, la fece più tardi per il duomo di Verona): un’opera di una tale novità per l’epoca, per l’impianto compositivo, il dinamismo, i molteplici livelli di lettura (il trionfo di Maria veniva letto anche come una celebrazione della Serenissima) e i colori accesi, che i frati committenti quasi pensarono di rifiutarla!

Anche nella Diocesi padovana molte chiese e parrocchie sono intitolare all’Assunzione di Maria: è naturale che in tutte si possano trovare delle raffigurazioni di questo soggetto sacro. Proviamo a fare un’ideale percorso tra le principali. Il nostro viaggio non può che partire, a Padova, proprio dalla Cattedrale: sul soffitto della sacrestia dei Prebendati si trova l’Assunzione del pittore barocco veneziano Niccolò Bambini, datata alla fine del Seicento. Nella stessa chiesa si trova una più tarda Madonna Assunta attribuita al padovano Francesco Zanella.

Senza spostarci molto, eccoci nella chiesa di San Tomaso Beckett (via S. Tomaso 3), gioiello del barocco padovano con annessa pinacoteca e una collezione sterminata di reliquie: tra le opere dei Bonazza, del Pellizzari, del Vivarini, un Crocifisso attribuito a Donatello e tante altre, troviamo sul soffitto i Misteri del Rosario con Assunzione della Madonna di Luca Ferrari detto da Reggio (metà Seicento). Poco lontano, la rinascimentale chiesa di Santa Maria in Vanzo, ricostruita nel 1436 e ampliata nel 1525, attigua al seminario e uno tra i gioielli sconosciuti di Padova, tra opere d’arte eccelse come il Trasporto di Gesù al sepolcro di Jacopo da Bassano, espone l’Assunzione del veronese Pasquale Ottino (il Pasqualetto, 1622-23).

Rimanendo in città, un’Assunzione rinascimentale si trova nella scoletta del Carmine, opera di Girolamo del Santo. Andiamo poi allo storico borgo del Portello, la chiesa di Maria Immacolata in via Belzoni conserva una tardocinquecentesca Madonna Assunta risalente alla seconda metà del Cinquecento e variamente attribuita alla mano di Sante Peranda o di Palma il Giovane: raffigura l’Assunta in gloria tra angeli e un cherubino e, in basso, gli apostoli stupiti radunati attorno al sepolcro vuoto. Non è invece in una chiesa ma in deposito al museo civico cittadino la Madonna Assunta con San Carlo Borromeo (1616-18) della parrocchia degli Eremitani, di Pietro Damini, artista che caratterizza la pittura del primo Seicento in città. Nella prima periferia, la chiesa della Madonna Pellegrina, ricca di opere d’arte, offre ai fedeli un’Assunzione settecentesca attribuita a Giovanni Battista Minorello, artista la cui opera è ancora poco valorizzata.

Ritroviamo di nuovo Pietro Damini con un’altra opera a lui attribuita, sul medesimo tema, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Rubano. A fine Seicento risale invece l’Assunzione della Madonna della chiesa di San Marco a Camposampiero, attribuita al grande pittore bellunese Sebastiano Ricci.

All’Assunzione di Maria è dedicata anche l’arcipretale di Valdobbiadene: qui troviamo di nuovo una tela di analogo soggetto, databile con certezza al 1544, il cui autore è Francesco Beccaruzzi, pittore nativo di Conegliano che per la sua opera si ispira direttamente alla citata tela tizianesca dei Frari, con alcune variazioni compositive. In territorio vicentino, si può fare un salto a Oliero, nota per le sue grotte: nella chiesa dello Spirito Santo si trova una Assunzione di fine Seicento attribuita a Girolamo del Ponte da Bassano, figlio del più celebre Jacopo. Spostandosi a Thiene, tra i vari capolavori conservati nel duomo di San Gaetano in Santa Maria Assunta va ricordata la pala del vicentino Alessandro Maganza, Madonna assunta con i dodici apostoli (1603), e una Assuzione (1735-45) di Giovanni Battista Pittoni tra le 15 tele del maestoso soffitto.

Montagnana, Este, Candiana, Piove di Sacco. Dove le chiese parrocchiali competono con i musei

La ricerca di opere sul tema Assunzione di Maria in territorio padovano ci porta a fare un viaggio nella Bassa Padovana: bassa geograficamente ma non certo per importanza. Le principali opere che ci interessano, infatti, si trovano in alcune chiese di grande fascino e interesse per storia e arte.

Partiamo da quella più lontana dal capoluogo: siamo al duomo di Santa Maria Assunta, nel cuore di Montagnana, cittadina celebre per la sua intatta cinta muraria medievale. L’edificio, iniziato nel 1431, deve il suo aspetto anche alla mano del celebre architetto Lorenzo Pardi da Bologna che vi intervenne dal 1489. All’interno troviamo una delle più antiche rappresentazioni dell’Assunta della diocesi: è l’affresco del catino absidale (1518) di Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco, vicentino allievo di Bartolomeo Montagna, datato all’inizio del Cinquecento. Tra le opere d’arte da ammirare, ve ne sono altre dello stesso autore, una Trasfigurazione di Paolo Veronese e due affreschi attribuiti al Giorgione.

Risalendo il territorio verso il capoluogo, ci spostiamo a Este, altra cittadina già ai piedi dei colli Euganei, sui quali si inerpica la scenografica cinta muraria medievale. Tra i siti da visitare vi è il museo archeologico nazionale. Nel centro storico, il duomo di Santa Tecla conserva due opere a tema Assunzione di Maria. Sono entrambe di incerta attribuzione, settecentesche, di ambito veneto. Nella stessa chiesa si può ammirare una stupenda pala del Tiepolo, da poco restaurata e quindi ritornata al proprio posto.

Ci spostiamo poi a est, dove ritroviamo il già citato Lorenzo da Bologna attivo nella costruzione del maestoso “duomo di campagna”, come era detta la parrocchiale di San Michele arcangelo a Candiana. Nella chiesa, annessa a un medievale monastero e riedificata a fine Quattrocento, troviamo un’Assunzione di ignoto autore risalente a inizio Seicento; vi si trovano poi numerose opere degli scultori Bonazza, il soffitto interamente affrescato da Michelangelo Morlaiter e Girolamo Mengozzi Colonna, e l’opera forse più prestigiosa, il ciborio seicentesco a forma di tempio con baldacchino, in legno dorato, tanto bello da essere riprodotto in bronzo nella basilica romana di Santa Maria maggiore.

Certi sono l’anno, 1683, e l’autore, Gian Battista Lambranzi, dell’Assunzione sulla parete sinistra del duomo di San Martino a Piove di Sacco, dove troviamo altre pale del Tiepolo: una in chiesa e una nell’attiguo museo Paradiso di cui fa parte la “chiesuola”, dove si ammira un affresco giottesco. Tra i bei palazzi e chiese, il santuario della Madonna delle Grazie, con la quattrocentesca Madonna col Bambino attribuita a Giovanni Bellini.

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