L'infiorata del 31 maggio. Il saluto del Carmine a Maria

Il 31 maggio nella chiesa di Santa Maria del Carmine l'anno catechistico si concluderà con la tradizionale "infiorata". La sera prima la conclusione del mese mariano si farà nel chiostro della basilica, insieme alle parrocchie degli Eremitani e del Tempio della Pace.

L'infiorata del 31 maggio. Il saluto del Carmine a Maria

È un’idea semplice, ma così amata da essere diventata in pochi anni una consuetudine irrinunciabile per tutta la comunità parrocchiale. È l’ormai tradizionale “infiorata” di Santa Maria del Carmine, la messa in cui la chiesa si tinge di tutti i colori della primavera.

La tradizione vuole che l’anno catechistico si concluda il 31 maggio con la messa delle 19, durante la quale i ragazzini dalla prima elementare alla terza media portano un fiore che verrà benedetto dal parroco don Alberto Peloso e che poi riporteranno a casa per conservarlo, come ricordo di quest’anno trascorso insieme. La consuetudine prevede anche che dopo la messa i ragazzi, che durante l’anno si sono incontrati tutti i mercoledì pomeriggio per la catechesi, e i loro genitori, si fermino per cenare insieme e condividere ciò che ognuno avrà portato. Per le famiglie, sarà il terzo e ultimo incontro dell’anno.

La sera prima, mercoledì 30 maggio, la parrocchia del Carmine, alle 21, concluderà il mese mariano nel chiostro della basilica insieme alle parrocchie degli Eremitani e del Tempio della Pace. Questi appuntamenti mettono fine a un periodo ricco di momenti di incontro e di preghiera. Nei giorni non festivi, il rosario è stato recitato prima delle messe delle 17 e delle 19 e in alcune sere in diversi luoghi della parrocchia come la chiesa di San Giuseppe, in via Citolo da Perugia, il collegio Marianum e piazza De Gasperi. L’ultimo fioretto serale è quello di venerdì 25 maggio, con la messa all’aperto in via Zambon De Dauli. «Tutti gli anni ci si ritrova in questa strada chiusa al traffico per una messa serale di fine maggio, molto partecipata», spiega il parroco don Alberto Peloso.

Domenica 27 inoltre, alle 14, in basilica viene celebrata la messa per la comunità filippina, seguita dalla tradizionale processione fino alla chiesa della Natività. «Anche questa è una bella tradizione – aggiunge il parroco – per la comunità filippina che ogni anno viene da noi a concludere il mese mariano, portando la loro statua della Madonna». Alle 17 c'è la consueta messa domenicale e alle 18, come è avvenuto per tutte le domeniche di maggio, i parrocchiani si trasferiscono nel chiostro per recitare il rosario, mentre per le litanie ci si reca nella Scoletta (la bellissima cappella adiacente alla basilica, interamente affrescata con le storie di Gesù e Maria).

Le messe nella basilica di Santa Maria del Carmine sono molto frequentate dai fedeli provenienti da tutti i quartieri di Padova. «Solitamente – spiega don Alberto Peloso – più di metà delle persone che frequentano la messa vengono da fuori parrocchia. È un po’ come andare a messa al Santo, ma in scala minore». Il santuario è infatti un luogo di culto molto amato almeno dal 1576, quando la Vergine Maria apparve nel convento dei Carmelitani per liberare la città dalla peste.

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