L’omelia di Natale del vescovo Claudio: "Il Signore è fedele e ha posto la sua dimora tra noi, per sempre, stabilmente. Lui non manca"

La celebrazione della Messa di Natale nella notte, quest’anno raggiunge anche tante persone che non hanno potuto partecipare di persona, tramite la televisione, tramite internet. Per me, come per Pasqua, è occasione per farmi presente in tante case dove le chiese domestiche sono radunate nel nome del Signore per celebrare la sua fedeltà: un’immagine e una sede bella per la vita della Chiesa, quella della famiglia.

L’omelia di Natale del vescovo Claudio: "Il Signore è fedele e ha posto la sua dimora tra noi, per sempre, stabilmente. Lui non manca"

In molti però sono soli in casa: vorrei rassicurarli che dalla Cattedrale il vescovo prega per loro e con il Vescovo tutta la Chiesa di Padova. Sono uniti i nostri cuori, ci unisce lo stesso Spirito: è lui che ci convoca ad accogliere il Mistero della sua presenza nella nostra storia. Forse ci segue dalla televisione anche qualche ammalato o disabile ai quali in modo particolare va il nostro pensiero.

Il nostro tempo, i nostri spazi, la nostra creaturalità sono la dimora, la mangiatoia, nella quale viene posto il Figlio di Dio. Non ci manca il Signore, non manca nemmeno per coloro che non possono partecipare alle nostre celebrazioni natalizie. Il Signore è fedele e ha posto la sua dimora tra noi, per sempre, stabilmente. Lui non manca. Lui è l’Emmanuele, il Dio con noi.

Questa liturgia, solenne liturgia, nella cattedrale, con il Vescovo vuol essere un solenne segno che quanto Maria, madre di Cristo e immagine della Chiesa, custodisce nel suo cuore, è per noi! È un annuncio sicuro dell’amore di Dio manifestato nella vicenda di Gesù di Nazaret. È il tesoro custodito dalla Chiesa.

Nei secoli scorsi ed anche oggi in altri parti della terra, ci sono esperienze drammatiche come quella del Covid, o forse anche più devastanti del passato, ma il mistero del Natale sempre ci accoglie e sempre ci riscalda il cuore.

Dunque anche quest’anno non è il Signore che si sottrae o che viene meno: ci manca invece il fratello, ci manca l’incontro con gli sguardi degli amici, ci manca la forza della comunione fraterna e della socialità. È per questo sogno di comunione e di fraternità che il Signore è nato per noi, ha camminato sulle nostre strade fino a donare la sua vita perché noi vivessimo nella pace, nella fratellanza, nell’amore reciproco. Ancora oggi il Signore Gesù spezza il pane per noi, ci dona la sua Parola ed effonde il suo Spirito. La sua missione di Figlio di Dio infatti è di realizzare comunione nelle nostre case, nei nostri territori, sulla terra  intera… perché tutti siamo una sola famiglia. Per questo il Signore è venuto.

Quest’anno invece siamo piuttosto dispersi e non saranno certo le trasmissioni televisive o gli streaming a rimediare al nostro desiderio di stringere una mano o di dare un caloroso abbraccio ai nostri cari. Il mio pensiero va agli anziani nelle case di riposo o a chi è ospite di residenze dove è precluso per prudenza l’accesso ai figli, ai nipoti, agli amici… il nostro pensiero va agli ammalati negli ospedali, sentiamo tutti la sofferenza delle distanze fisiche e sociali.

Il Natale 2020 ha di diverso che possiamo accorgerci della mancanza dei fratelli e delle sorelle, delle persone a cui vogliamo bene. Ce ne accorgiamo perché ci sono normative che ci limitano nei movimenti.

Ma da tanto tempo il nostro cammino di uomini e donne occidentali, accanto agli innegabili progressi della scienza e della tecnica, è orientato all’individualismo, al particolarismo così che è stile di vita, è cultura dominante pensare innanzitutto a se stessi, in modo individuale, organizzando le nostre giornate a partire dal nostro interesse chiudendo gli occhi al grido di dolore che tante persone alzano insistentemente verso il nostro occidente. Anche tra noi italiani e padovani ci sono disuguaglianze dovute non a fenomeni naturali ma anche al nostro modo di pensare e alla nostra nuova cultura.  Lo stesso consumismo è figlio di una visione ristretta della vita.

Questo stile ha intaccato anche il mistero del Natale tanto che non pochi cristiani denunciavano, da tempo, i rischi di nascondere il mistero di Grazia e di Amore divini in un confezione fatta e costruita da noi, una confezione fatta di nostri sentimenti e di nostri bisogni: vacanze, spese natalizie, pranzi, viaggi e turismo, rappresentazioni e cori natalizi.

Alcuni giovani in particolare hanno contestato i nostri Natali troppo mondani sperimentandone, dentro la confezione appariscente, il vuoto degli autentici contenuti evangelici.

Ma quest’anno siamo stati “spogliati” di noi stessi: niente sci e vacanze sulla neve, niente pranzi natalizi e feste, anche i regali sono stati ridotti…

Spogliati, abbiamo provato la nostra precarietà, ci sentiamo fragili, sequestrati da un virus invisibile e al momento incontrollabile. Non è Natale, dice qualcuno!

Spogliati delle nostre cose mondane, torniamo a sentire la solitudine e la paura. Proviamo la mancanza degli affetti più cari e della socialità: ci mancano i fratelli! I fratelli sono il dono che ci ha fatto il Signore Gesù. Lui ha reso fratelli anche gli avversari, anche i peccatori, anche gli emarginati… “tutti fratelli”!, diceva san Francesco e ha ripreso papa Francesco.

Togliere la bella atmosfera calorosa che comunque portava il nostro cuore e il nostro pensiero a percepire che qualcosa c’era di grande e di importante, permette di andare al centro del Natale: il Signore viene posto nella mangiatoia, cioè nella nostra solitudine, nelle nostre fragilità, nelle nostre precarietà e da quella mangiatoia segno di povertà e di rifiuto, ci invita a radunarci come fratelli e sorelle. Sta nella mangiatoia, fuori dell’alloggio.

È il Figlio di Dio che scende per amore; è Figlio di Dio che prende posto tra i poveri per innalzarli alla sua dignità di Figlio; è il Signore Gesù che viene a cercarci nelle nostre distrazioni e perdizioni, nelle nostre bassezze. È il Signore Gesù, Dio come il Padre, che opera, che lavora, che si mostra vero Salvatore, vera Luce, vera Pace.

È il Signore Gesù che per amore e solo per amore si fa piccolo per poter essere accolto tra le braccia e nella vita di tutti. Lui è l’Onnipotente che fa sua la nostra creaturalità e la nostra umanità e che per sempre camminerà con noi. Anche nei momenti più difficili.

Forse in questo Natale il Signore ci porta a scoprire un nuovo stile di vita più attento alla preziosità della vita, di ogni vita, in ogni posto della terra.

Buon Natale!

+ Claudio Cipolla, vescovo

Santo Natale 2020

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Comunicato stampa