La Fondazione Papa Luciani di Canale d'Agordo Onlus esulta dopo la concessione di Papa Francesco a promulgare il Decreto per la beatificazione

Commento del direttore della Fondazione Papa Luciani di Canale d'Agordo Onlus, dott. Loris Serafini dopo la concessione di Papa Francesco a promulgare il Decreto riguardante il miracolo attribuito a Giovanni Paolo I  

La Fondazione Papa Luciani di Canale d'Agordo Onlus esulta dopo la concessione di Papa Francesco a promulgare il Decreto per la beatificazione

"Accolgo con grandissima gioia la notizia che è giunta dalla Sala Stampa Vaticana.
Quanto sognato nel lontano 2002 dall'allora vescovo di Belluno-Feltre Vincenzo Savio si sta finalmente avverando. L'amatissimo mons. Savio voleva proporre la figura di Albino Luciani come esempio di santità ordinaria per la propria Diocesi e per la Chiesa universale, valorizzando la vita e l'insegnamento del semplice sacerdote di Canale d'Agordo divenuto papa con il nome di Giovanni Paolo I, proponendolo a tutto il mondo come modello attuale di una santità assolutamente comune e accessibile a tutti. Questo suo sogno ora diventerà realtà, accogliendo le richieste di moltissimi fedeli che da tutte le parti del mondo lo volevano posto all'onore degli altari. 
Ma Albino Luciani rifuggiva i posti d'onore. Preferiva sentirsi piccolo. A Vittorio Veneto e a Venezia ripeteva “Quando parlo da solo a Dio e alla Madonna la mitra, lo zucchetto, l’anello scompaiono; mando in vacanza l’adulto e anche il vescovo, per abbandonarmi alla tenerezza spontanea, che ha un bambino davanti a papà e mamma.” Perfino da Papa ripeteva questo concetto: "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio. Quando io dico: «Signore, io credo»; non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma; io credo al Signore, a quello che egli mi ha rivelato". La santità che preferiva Albino Luciani era quella della vita quotidiana, quella della "Madonna delle pignatte" che, diceva, "si è fatta santa senza visioni, senza estasi, si è fatta santa con queste piccole cose. Lavava scodelle, preparava minestre, pelava patate o qualcosa di simile".Quindi possiamo davvero essere felici che la Chiesa abbia ufficialmente riconosciuto la santità di questo "straordinario" pastore vissuto in modo assolutamente ordinario, che avvicina tutti i credenti a una santità accessibile, possibile e concreta, quella che secondo l'antica etimologia, rende i credenti "pieni di vita" e dà senso pieno alla vita. E' una santità accessibile, perché non è un merito conquistato, ma un dono gratuito del Signore, come risposta alla fiducia riposta in Lui.
Adesso attendiamo con gioia la data della sua beatificazione."

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Fonte: Comunicato stampa