Le emozioni del viaggio, il regalo del confronto. Dopo la Gmg di Panama, i giovani padovani e il gemellaggio nella diocesi di Chitrè

Incontri con la natura, con le comunità, con un mondo completamente diverso dal loro. Dopo la Gmg di Panama, i giovani padovani partiti per l'incontro con il Papa in Centro-America, hanno vissuto un intenso gemellaggio con la diocesi di Chitrè. Esperienze indimenticabili direttamente nelle loro parole.

Le emozioni del viaggio, il regalo del confronto. Dopo la Gmg di Panama, i giovani padovani e il gemellaggio nella diocesi di Chitrè
Capire come trasmettere parte dell'esperienza che abbiamo vissuto alle persone delle nostre parrocchie”

Dopo l'esperienza della JMJ la seconda settimana trascorsa a Chitrè nel Colegio Agustiniano ci ha affacciati alle varie realtà del paese ospitante. Sono stati giorni intensi perché abbiamo avuto l'occasione di riflettere sui messaggi del papa che avevamo ascoltato nei giorni precedenti, interrogarci sul nostro rapporto con Dio grazie ai momenti di preghiera e il pomeriggio dedicato alle confessioni. Alexis, maestro di una scuola da lui stesso creata, ci ha dimostrato come è possibile istruire, coinvolgere ragazzi in difficoltà economiche con dedizione e sacrifici. Per concludere, ci siamo chiesti dove abbiamo trovato la presenza del Signore nelle due settimane trascorse a Panama, cercando anche di capire come trasmettere parte dell'esperienza che abbiamo vissuto alle persone delle nostre parrocchie in modo tale da essere "luce e missionari" come abbiamo cantato in questi giorni.

Marco Fava e Niccolò Rudello, Unità Pastorale di Piove di Sacco

“Una casa umile e povera, ma abitata da una donna forte e tenace”

L'ultimo giorno di gemellaggio con la diocesi di Chitré abbiamo visitato la località di Canajagua, una zona di montagna. Dopo una faticosa strada in salita, abbiamo gustato il panorama dalle alture e abbiamo conosciuto un maestro che dedica anima a cuore all'educazione dei ragazzi con problemi nell'apprendimento, che vivono nelle vicinanze. È una realtà difficile, perché Canajagua si trova tra due regioni e per questo non gode della considerazione e del sostegno del governo. Dopo il suo racconto che ci ha illustrato la realtà del luogo, abbiamo fatto la conoscenza di una donna, che è poco considerata dagli altri abitanti del villaggio, e per questo vive da emarginata, vicino al bosco in una casa di fortuna, priva delle comodità che una casa dovrebbe avere. Una casa umile e povera, ma abitata da una donna forte e tenace. Una donna che come Maria non ha paura di dire il suo Sí davanti alle circostanze della vita, non teme la solitudine, anzi aiuta gli altri con gran cuore. Questa figura di donna che abbiamo incontrato mi ha fatto molto riflettere: vive nella povertà più estrema, ma ha un'anima così tanto propensa all'aiuto del prossimo e alla tutela della natura, che non avevo mai visto in nessun altro prima d'ora. E allora una riflessione mi affiora nella mente prendendo esempio da quanto ho vissuto grazie a questa esperienza: nella propria umiltà, questa donna cerca di mitigare le difficoltà che deve affrontare, grazie alla sua devozione e fede in Dio.

Noi giovani della diocesi di Padova, che abbiamo avuto la fortuna di vivere l'esperienza della GMG a Panama e di queste realtà nella diocesi di Chitré faremo tesoro di questa grande umiltà, capace di portare frutto grazie all'amore e alla fede in Dio.

Gloria Zanella della parrocchia di San Bartolomeo, Montà

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Il desiderio di scambiare gioia per riceverne altra mi predispone al confronto con il diverso”

Vivere la GMG ha generato in me il desiderio di essere una Luce testimone di Fede, capace di trasmettere con il suo bagliore la gioia vissuta in questa esperienza d’incontro con tanti giovani da tutto il Mondo, accolti e arricchiti dalle parole del Papa.

La nostra prima esperienza di gruppo come testimoni di questa Luce interiore si è concretizzata nella visita al Centro Anziani di Chitrè, in Panamà, la settimana seguente la GMG. Ricordo le emozioni del viaggio dal collegio, dove eravamo ospitati in Chitrè, al Centro Anziani poco distante: l’insieme della curiosità dell’esperienza che a breve avrei vissuto e le preoccupazioni del sentirmi a disagio ed inadatta a sostenere la situazione, ma armata della presenza viva dei miei compagni di gruppo, con la loro tangibile voglia di mettersi in gioco e un bagaglio di canzoni e preghiere pronte per essere condivise.

Al nostro arrivo la scena raccontava dell’attesa desiderosa della nostra presenza, gli anziani ci attendevamo raccolti in un cerchio nella sala da pranzo, il chiaro messaggio che fossimo gli ospiti tanto attesi ci ha animati ed incoraggiati a mescolarci tra loro e renderci così corpo unico e coeso. Nessuno in disparte, ognuno impegnato a presentarsi e farsi accogliere con sorrisi reciproci, un saluto rispettoso ed accogliente. Mi piace ricordare come un nostro semplice sorriso e una stretta di mano inginocchiati davanti alla sedia a rotelle riverberasse nella sorpresa gradita degli sguardi che lo ricevevano.

Ricordo come all’arrivo sentissi in me la preoccupazione di sentirmi una perturbazione di un equilibrio da me sconosciuto o di far trasparire il disagio del percepirmi inadatta a gestire una situazione non facile di contatto con le loro situazioni; tuttavia quelle strette di mano e i sorrisi giocondi degli anziani mi hanno trasmesso il loro desiderio di condivisione e compagnia. Mi resi allora conto che ero stata io ad essermi lasciata sopraffare dalla paura del confronto e che l’incontro con il desiderio opposto di completa accoglienza avesse sciolto in me ogni timore.

Il percepire quale fosse il potere contagioso di un sorriso mi ha mostrato quale fosse il mezzo di trasmissione della gioia raccolta nell’esperienza di GMG, essere quindi fonte viva di gioia di vivere, una fonte di luce animata dal canto e dalla preghiera vissuti assieme. Pertanto l’atmosfera si è riempita di canti e battiti di mani, sorrisi pieni e strette di mano.

Le emozioni sono state diverse, un primo e impattante disagio nello stringere una mano sconosciuta e cercare di trasmettere calore e desiderio di presenza, ma una successiva sensazione di essere strumento di felicità contagiosa.

La mattina si è conclusa con la preghiera, l’invocazione alla presenza viva della Parola in quel momento d’incontro, un desiderio di scambio tra due modi di vivere la propria Fede: una Fede che carica noi giovani testimoni e ci rende capaci di assistere e trasmettere forza vitale e una Fede che apre il cuore al desiderio di farsi alimentare da fiamme vive, il canale di scambio celato nel sorriso degli anziani.

Conclusa questa esperienza sento di aver imparato che è il semplice e nudo desiderio di scambiare gioia per riceverne altra a rendermi predisposta al confronto con il diverso, a rendere fertile il mio cuore perché possa germogliare in me la forza di essere testimone di fede.

Approdai in quella nuova esperienza con l’aspettativa di vivere un gesto di carità verso il più “bisognoso”, ma tornai colma di consapevolezza che solo il mio essere autentica e senza paure del confronto nudo mi avrebbero permesso di ricevere testimonianza di fede dal diverso e scoprirmi capace di luce benefica per gli altri.

Questa esperienza mi ha messo in mano gli strumenti per sprigionare la mia luce testimone della gioia derivante dalla Fede, una luce che invade il diverso, ma contemporaneamente illumina il mio personale cammino di giovane cristiana e mi guida nella strada per il raggiungimento della piena gioia di vivere.

Giulia Gabani, Madonna della Salute

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“Per la prima volta ci siamo trovati a contatto diretto con una natura selvaggia

In questa settimana abbiamo vissuto due giorni molto diversi da quello che si può pensare essere una Gmg, due giorni in cui ci siamo spostati dal collegio in cui soggiornavamo, per andare prima ad Uberito, e poi alla Isla Iguana. Per la notte fuori dal collegio abbiamo soggiornato in una casetta in spiaggia ad Uberito, dove abbiamo poi passato la prima giornata. Durante il soggiorno a Uberito ci siamo potuti rilassare un attimo senza però fare a meno di quei momenti di condivisione assieme a tutto il gruppo, in cui questa volta ci siamo confrontati sul verbo che per noi ha rappresentato questa Gmg. Nella sera abbiamo avuto tempo per provare anche un pesce fritto del luogo, molto buono! Nel secondo giorno invece abbiamo vissuto l'esperienza di immergerci completamente in natura andando alla Isla Iguana, una riserva naturale minimamente toccata dall'uomo in cui sono presenti - oltre alle Iguane, ovviamente- molte specie animali che nel contesto urbano sarebbero veramente molto difficili da osservare.

Al momento del nostro arrivo, via barca ovviamente poiché l'isola non è raggiungibile tramite altri mezzi, siamo stati subito impressionati dalla presenza di una sabbia bianchissima, che assieme alla perfetta condizione dell'oceano ci ha regalato un’acqua cristallina, che ci ha semplicemente lasciato ad occhi aperti. Il tempo a disposizione non era molto, per via dei trasporti eravamo obbligati a lasciare l'isola dopo solamente un paio d'ore, quindi subito dopo il bagno al mare ci siamo immersi completamente dentro la natura incontaminata. È stata un’esperienza fenomenale, per la prima volta ci siamo trovati a contatto diretto con una natura selvaggia, in cui noi non potevamo far nulla se non osservare la magnificenza di quell'ambiente così bello come pericoloso, in cui bisognava prestare attenzione ad ogni passo poiché ci voleva veramente pochissimo per trovarsi impigliati in alcune spine!

Jacopo Vanin di Santa Giustina

“Questa esperienza ti dona la possibilità di metterti in cammino come tutti gli altri”

Sono don Fabio vicario parrocchiale di Montà e a questa Gmg non ho voluto mancare. Ho avuto la gioia di condividere questa esperienza con 3 ragazze della parrocchia assieme agli altri 40 partecipanti. Essere presenti come preti alla Gmg vuol dire farsi regalo: è un regalo che ci si fa personalmente ma è anche un regalo che fai ai giovani. È un regalo personale perché questa esperienza ti dona la possibilità di metterti in cammino come tutti gli altri, di metterti in ascolto della Parola di Dio e del Papa assieme ai giovani; in questa posizione non si è chiamati ad annunciare la parola ma a mettersi in ascolto insieme ai giovani. A partire da questo ascolto comune nasce spontanea anche la condivisione reciproca su ciò che la parola ha suscitato in ciascuno di noi: giovani e preti. Ed è una grande ricchezza perché spesso, nelle nostre comunità, capita di essere annunciatori nei confronti dei giovani, oppure ascoltatori ma difficilmente ci si trova a camminare insieme sotto la guida della stessa parola.

Il regalo che fai ai giovani è la tua presenza di prete che accompagna il cammino, si mette in ascolto delle domande che nascono spontaneamente dal cuore dei giovani. È successo anche in questi giorni a Panama di camminare al fianco di qualcuno e trovarsi a rispondere a domande impegnative riguardo la fede e la vita, l’umanità. Il camminare fisico, la fatica fisica diventava così anche cammino spirituale e umano, diventava fatica all’aprirsi alla novità di Dio. Non solo ma la Gmg diventa anche occasione per riprendere in mano quel “sacramento dimenticato” che è la confessione dove i cuori si aprono a Dio nella loro semplicità e purezza.

Per tutto questo penso che la presenza dei preti sia importante ad un evento così grande: perché è un regalo che fai al tuo cuore di prete ma che fai anche ai cuori dei giovani. 

don Fabio Bertin, vicario parrocchiale a Montà

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