Le ferite degli abusi e le buone prassi. Pubblicati i primi due Sussidi del Servizio nazionale per la tutela dei minori

Sono stati pubblicati e resi disponibili online per il download dal sito istituzionale i primi due testi elaborati dai membri del Servizio Nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Cei. I sussidi, pensati per formatori, educatori ed operatori pastorali, vogliono essere strumenti di studio e di primo approfondimento per coloro che, all’interno delle équipe regionali, diocesane o interdiocesane dei Servizi regionali, diocesani o interdiocesani, siano impegnati nella prevenzione di ogni forma di abuso in ambito ecclesiale. Mons. Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio, spiega: "L’obiettivo è far nascere atteggiamenti nuovi e una nuova coscienza, nonché dare origine a pratiche efficaci da applicare negli ambienti ecclesiali"

Le ferite degli abusi e le buone prassi. Pubblicati i primi due Sussidi del Servizio nazionale per la tutela dei minori

“Le ferite degli abusi” e “Le buone prassi”, sono questi i temi sviluppati dai primi due sussidi formativi pubblicati dal Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Conferenza episcopale italiana e liberamente scaricabili dal sito istituzionale https://tutelaminori.chiesacattolica.it/ .

I sussidi, pensati per formatori, educatori ed operatori pastorali, sono contributi pratici di studio e di primo approfondimento per coloro che, all’interno delle équipe regionali, diocesane o interdiocesane dei Servizi regionali, diocesani o interdiocesani, siano impegnati nella prevenzione di ogni forma di abuso in ambito ecclesiale.

Lo spiega monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori: “Con questi due primi sussidi vogliamo offrire ai referenti diocesani e agli addetti dei Centri di ascolto degli strumenti di formazione e, allo stesso tempo, esempi chiari di indicazioni concrete.

L’obiettivo è far nascere atteggiamenti nuovi e una nuova coscienza, nonché dare origine a pratiche efficaci da applicare negli ambienti ecclesiali”.

I testi, a cura di esperti e membri del Consiglio di presidenza del Servizio, sono i primi di una serie pensata come collana di allegati operativi per affiancare le Linee Guida Cei  del maggio 2019. Un percorso in itinere destinato a svilupparsi e a toccare, attraverso riflessioni dedicate, gli ambiti connessi alla tutela. Un lavoro accurato e rigoroso per il quale, sottolinea mons. Ghizzoni, “Ringraziamo gli autori che hanno fatto – e faranno – lo sforzo di mettere a nostro servizio conoscenze e competenze”.

Di formazione e prevenzione parla una degli autori del testo sulle ferite, Anna Deodato, ausiliaria diocesana a Milano e membro del Servizio nazionale:

“I sussidi hanno una funzione pedagogica, danno concretezza alle indicazioni delle Linee guida

e aiutano a darne una traduzione sul territorio per i gruppi, le persone, e per chi accompagna le vittime. La realtà dell’abuso viene presentata in modo articolato, in modo da dare la possibilità di comprendere di cosa stiamo parlando, le conseguenze che derivano dall’abuso e quali possono essere le opportune contromisure per evitare che accadano”.  Una funzione informativa e preventiva che vuole prima di tutto aprire una finestra sull’accoglienza e la comprensione delle persone coinvolte, chiarisce Deodato: “Il sussidio aiuta a comprendere una realtà che purtroppo ci appartiene, a interpretare quello che sta accadendo, a rendersi conto che si sta parlando di persone: sia quelle ferite, sia quelle che hanno ferito. In questo modo è possibile affidare tutte queste persone all’intera comunità cristiana, in modo particolare a coloro che hanno responsabilità su altri”. Ricordando che

“un atto di abuso fa parte di una catena di scelte, di gesti: che sia di potere, di coscienza o sessuale, l’abuso non è solo una teoria, ma fa parte di uno stile di relazione e di manipolazione”.

Concorda e approfondisce don Gottfried Ugolini, responsabile per la diocesi di Bolzano-Bressanone del Servizio specialistico per la prevenzione e la tutela dei minori e membro del Servizio nazionale, che ha curato il testo sugli abusi insieme ad Anna Deodato e padre Amedeo Cencini: “L’attenzione per i minori, le donne e per gli uomini, vittime di abusi da parte di chierici all’interno delle strutture della Chiesa cattolica è un primo passo cruciale per la tutela dei minori.Sia a livello individuale sia a livello sistemico la Chiesa è chiamata ad agire per rimanere coerente alla sua missione.Questo comprende il prendere sul serio ciò che è avvenuto in mezzo a noi nel passato e di assumerci oggi la responsabilità come Chiesa per rendere giustizia a chi ha sofferto”. Un percorso che conduce ad affrontare un passaggio necessario: “Traendo le conseguenze dal passato – prosegue Ugolini – è necessario affrontare la piaga dell’abuso di potere, di coscienza e sessuale in tutte le sue dimensioni come processo di conversione di tutti. Viene richiesta una revisione e un riorientamento in tutte le discipline teologiche in vista dei cardini ecclesiali: l‘annuncio, la liturgia, la diaconia  e la comunione.

I provvedimenti circa la prevenzione di tali abusi insieme alla tutela dei minori e delle persone vulnerabili sono un compito originario della pastorale come missione della Chiesa”.

E tutelare i minori come missione della Chiesa è anche oggetto della ricerca delle modalità più adeguate e opportune per farlo ogni volta in cui si trovino a muoversi in un ambiente riconducibile a un’attività ecclesiale. Lo spiega don Gian Luca Marchetti, cancelliere della diocesi di Bergamo e membro del Servizio nazionale, autore, insieme a don Francesco Airoldi, del sussidio sulle buone prassi:“La parrocchia è un luogo privilegiato dove la comunità dei credenti esprime la cura pastorale dei più piccoli e fragili: un luogo di accoglienza, di custodia, di crescita, di educazione alla fede e ai valori umani e cristiani.D’altra parte, la stessa parrocchia, nelle sue molteplici proposte che vanno dalla catechesi alle celebrazioni liturgiche nonché a numerose attività di animazione e aggregazione, è anche il luogo ecclesiale concretamente più frequentato dai piccoli. La grande sfida allora, richiama più volte dalle stesse Linee guida, è quella di tradurre la custodia, cura e tutela dei più piccoli in buone prassi, un fare bene il bene”. Lo scopo del sussidio, rimarca Marchetti “ancor prima di una disamina puntuale delle singole buone prassi, èaccompagnare gli operatori pastorali e tutti coloro che sono coinvolti nelle attività parrocchiali a favore dei più piccoli in uno stile educativo comunitario, corresponsabile e condiviso che sappia ‘dire e fare bene’,

nella concretezza inevitabilmente ricca nella sua diversità delle singole realtà parrocchiali, del medesimo mandato evangelico: tutto quello che avrete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me”.

Conclude il presidente del Servizio, mons. Lorenzo Ghizzoni: “Insieme con gli altri strumenti che pubblicheremo

portiamo avanti quel lavoro di prevenzione degli abusi sui minori e le persone vulnerabili, che è un compito urgente e assolutamente necessario perché siano difesi i ragazzi e gli adolescenti che ci sono affidati.

L’informazione, la formazione, le buone pratiche nelle parrocchie, negli istituti, nei luoghi ecclesiali di educazione, di incontro o di pratiche sportive, sono da far nascere e crescere, per una cultura della tutela dei minori, dei loro diritti, della loro dignità, del loro sviluppo umano e cristiano”.

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Fonte: Sir