Le linee programmatiche dell'Azione Cattolica di Padova. Per generare alla vita

L’associazione diocesana ha pubblicato la prima parte delle linee programmatiche che contiene riflessioni e obiettivi per il prossimo anno

Le linee programmatiche dell'Azione Cattolica di Padova. Per generare alla vita

Da questa settimana è già nelle mani dei soci la prima parte delle linee programmatiche che l’Azione cattolica diocesana ha steso per l’anno pastorale 2018-2019.

“Di una cosa sola c’è bisogno” lo slogan che sintetizza e al tempo stesso ne traccia le idee di fondo.

«La frase – spiega Francesco Simoni, presidente diocesano – ha preso corpo a partire dalla riflessione fatta sul brano evangelico di Marta e Maria, testo che abbiamo ricevuto dall’Ac nazionale. E parla di uno stile che pone attenzione alle cose essenziali e importanti, come il mettersi in ascolto. Per l’Ac padovana le due sorelle evangeliche raccontano un modo diverso di stare nel mondo tra l’essere centrati all’ascolto dell’Essenziale e l’essere distratti da altro. Da qui nasce subito una prima provocazione per noi e le nostre realtà associative: cosa ci distrae? Cosa richiede la nostra attenzione per essere messo al centro?».

Il brano, all’interno delle linee programmatiche, viene tradotto con un unico verbo: generare.

«Generare ha tanti significati. È fare proprio l’atteggiamento materno di chi non si limita a dare inizio alla vita, ma compie il proprio mandato iniziando alla vita. È dare avvio a un processo di continua estroversione  che spinge a pensarci sempre in relazione. Il consiglio diocesano ha lavorato e riflettuto molto, provocato dalla presidenza, e siamo così arrivati a declinare il tema di fondo in tre attenzioni, che sentiamo anche come tre emergenze, situazioni nostre e della società in cui è essenziale provare a dire qualcosa».

Quali sono le tre attenzioni?

«La comunità, su cui tanto come diocesi stiamo riflettendo in questi anni; la passione educativa e quindi che idea di formazione abbiamo; e l’ambito sociale e politico, che oggi davvero ci preoccupa e ci fa pensare.

In modo particolare, c’è bisogno di mettere l’accento su quest’ultimo aspetto per gettare davvero il seme buono».

Perché l’Ac sente la necessità ogni anno di darsi delle linee programmatiche?

«C’è continuamente bisogno di ridirsi cos’è essenziale, di pensare dentro a che orizzonte si svolge la nostra azione: il rischio è che tutto si schiacci sul fare, perdendone il senso. Le linee programmatiche servono a tenere al centro il senso del nostro operare e programmare in maniera seria e intelligente, mettendo in campo le diverse azioni educative. Serve un obiettivo di fondo. Questo è rappresentato in particolare dalla prima parte delle linee programmatiche».

Quest’anno le linee programmatiche sono sdoppiate.

«Perché abbiamo scelto di fornire ai nostri soci e realtà prima il grande quadro generale, perché l’approfondimento dei settori non viaggiasse a prescindere da questo. Solo facendo chiarezza sugli obiettivi si può programmare il cammino specifico dell’anno. La prima parte è sintetica e abbina al testo delle domande che aiutano a leggere la propria realtà, a evidenziare passaggi e attenzioni specifiche di ogni gruppo. Come consiglio e presidenza diocesana consegniamo alla nostra associazione un lavoro davvero sinodale, fatto a più mani».

Quando è prevista l’uscita della seconda parte?

«Dopo il 15 agosto. Sarà la parte più sostanziosa e conterrà un collegamento diretto con gli orientamenti pastorali diocesani, quest’anno previsti per l’autunno, e indicazioni maggiormente dettagliate sui cammini. Vedrà contributi specifici dei settori, spazi di approfondimento, ad esempio sul bilancio sociale e sulle attenzioni avute durante l’anno, come pure spunti dai movimenti e associazioni amiche, come Msac, Fuci, Meic, la campagna adesione e le proposte formative per gli educatori».

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