Le proposte dell'Ufficio di pastorale delle vocazioni. Per quale amore viviamo?

In ottobre riprendono gli incontri del consiglio dell'Ufficio diocesano per le vocazioni, che ha inviato a tutte le parrocchie della diocesi un volantino con le attività formative rivolte ai giovani. Inoltre riprende il progetto di animazione vocazionale “Affondo!”, per le comunità che lo richiedono. Partirà anche il secondo anno del Corso base per accompagnatori vocazionali.

Le proposte dell'Ufficio di pastorale delle vocazioni. Per quale amore viviamo?

Con questa domenica termina il mese che tradizionalmente la Chiesa di Padova dedica alla preghiera e al sostegno economico del seminario diocesano. L'incontro con le realtà del seminario maggiore, del minore e di Casa Sant’Andrea invita ad allargare la riflessione sulla pastorale vocazionale della diocesi. «In vista di una scelta vocazionale – spiega don Silvano Trincanato, direttore dell’Ufficio per la pastorale delle vocazioni – avvertiamo con chiarezza che i giovani hanno bisogno di maturare nell’identità personale e nella capacità di amare; solo così si apre nel loro cuore la disponibilità alle scelte, che possono essere favorite attraverso l’arte del discernimento. Queste sono anche le direzioni portanti dell’impegno che stiamo mettendo nelle iniziative e nei percorsi che aiutino i giovani a rispondere alla domanda “Chi sono io?”, “Come posso amare?” e “Per chi voglio vivere?”».

A livello diocesano opera il consiglio dell’Ufficio per la pastorale delle vocazioni, che si compone di alcuni preti, un diacono permanente, alcuni consacrati e, soprattutto, laici e sposi provenienti dai vicariati della diocesi che partecipano anche ai relativi coordinamenti pastorali vicariali come collegamento tra l’ufficio e le realtà parrocchiali. Accanto al consiglio è stata attivata da alcuni anni anche una commissione per la vita consacrata, a cui partecipano gli animatori vocazionali delle varie famiglie di vita consacrata presenti in diocesi, così da favorire la comunione e il cammino comune. «Come ogni ufficio diocesano – spiega don Trincanato – anche quello per la pastorale delle vocazioni trova senso nel suo essere a servizio delle comunità cristiane coinvolgendo i credenti del territorio diocesano nelle valutazioni, progettazioni e proposte a servizio delle parrocchie. Quest’anno, fra le altre proposte, proseguiremo nel portare in alcune comunità il progetto di animazione vocazionale “Affondo!”, incontrando, come gruppo composto da persone con vocazioni diverse, il consiglio pastorale parrocchiale, la comunità educante e l’assemblea domenicale. Inoltre, partirà il secondo anno del Corso base per accompagnatori vocazionali, che nel primo anno ha visto coinvolti 26 partecipanti di vocazioni diverse interessati, attivi e propositivi».

Le attività principali promosse dall’Ufficio per la pastorale delle vocazioni, in sinergia con il Seminario diocesano, sono i gruppi vocazionali: il gruppo Davide per i ragazzi delle superiori, il gruppo Sarai per le ragazze delle superiori e il gruppo vocazionale per i giovani, maschi e femmine, dai 18 ai 35 anni. Tutte le altre iniziative e proposte (consultabili su pastoralevocazionale.diocesipadova.it e sul volantino “Che cercate?”, inviato a tutte le parrocchie) sono propedeutiche a queste o, comunque, attivate affinché un giovane possa approdare al gruppo vocazionale e compiere, insieme alla propria parrocchia e a una guida spirituale, un serio discernimento vocazionale. A tal proposito sono molto importanti le figure degli educatori dei gruppi formativi e i preti: hanno il compito di accompagnare i giovani delle loro comunità alle proposte diocesane di cui hanno realmente bisogno per crescere nella fede.

«Ci sembra riduttivo – conclude don Trincanato – rivolgerci ai giovani in senso stretto. La vocazione è un dono che viene dal Signore, ma passa attraverso tante esperienze, relazioni e persone, perché “Dio ci ama, ma sempre tramite qualcuno”, come amava ripetere don Pino Puglisi. Quella comunità cristiana che, fino a qualche anno fa, generava spontaneamente vocazioni alla vita presbiterale, consacrata, familiare e sociale, oggi non c’è più e deve essere costruita attraverso l’impegno dei credenti così da diventare grembo che genera alla fede e alle scelte di vita».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)