Madonna Incoronata. Per respirare l’ecumenismo in parrocchia due incontri: il 5 con padre Gheorghe Verzea e il 12 con la pastora Santoro

L’ecumenismo deve essere un orizzonte, un criterio ineludibile per l’evangelizzazione e per la nostra testimonianza cristiana. Parte da questa considerazione il breve ciclo di incontri in presenza del venerdì alle 19 nella parrocchia della Madonna Incoronata in Padova, in occasione della recente settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Madonna Incoronata. Per respirare l’ecumenismo in parrocchia due incontri: il 5 con padre Gheorghe Verzea e il 12 con la pastora Santoro

Ad animare gli appuntamenti (che possono essere seguiti in diretta anche sul canale Youtube della Madonna Incoronata) è don Giovanni Brusegan, collaboratore parrocchiale e già delegato diocesano per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e la pastorale della cultura. Dopo il primo incontro sugli insegnamenti del Concilio Vaticano II, le altre due date sono con padre Gheorghe Liviu Verzea, parroco della comunità ortodossa romena di Padova (venerdì 5 febbraio) e la pastora Daniela Santoro della Chiesa evangelica metodista di Padova (venerdì 12). «Se i cristiani non vivono la dimensione ecumenica – è il pensiero di don Brusegan – non tanto dal punto di vista del diritto, ma con il riconoscimento dell’altro e della sua identità di fede siamo una Chiesa che mette a disagio il mondo».

Abbiamo, dunque, bisogno di respirare l’aria ecumenica in parrocchia per andare all’essenziale del mistero che avvolge la nostra fede: «La parrocchia deve testimoniare la bellezza di una fraternità di amore gratuito per l’uomo, ospitando l’altro, conoscendo altri modi di vivere il Vangelo. Abbiamo la necessità di incontrare i fratelli nella fede, riconoscendoci in comunione nel martirio, che avvalora i cammini cristiani di ogni chiesa».

Come viene vissuta la fede di chi viene ispirato da Cristo, ma non appartiene alla chiesa cattolica? «Se prima era il silenzio rispettoso e benpensante a essere esercitato nei confronti delle altre chiese, oggi c’è la necessità di riconoscersi reciprocamente in un impegno concreto volto al bene comune. Questo è il grande valore dell’ecumenismo: mettersi in ascolto, imparare dall’altro, coltivando un’attitudine all’apertura e all’accoglienza».

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