Migranti, Onu: 5.000 a Kara Tepe a Lesbo, il campo sia temporaneo

Sono quasi 5.000 le persone accolte all'interno della nuova struttura di emergenza allestita a Kara Tepe, in Grecia, dopo che una serie di incendi ha distrutto il campo profughi di Moria sull'isola di Lesbo... 

Migranti, Onu: 5.000 a Kara Tepe a Lesbo, il campo sia temporaneo

Sono quasi 5.000 le persone accolte all'interno della nuova struttura di emergenza allestita a Kara Tepe, in Grecia, dopo che una serie di incendi ha distrutto il campo profughi di Moria sull'isola di Lesbo. A darne notizia in una nota è l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che esorta le autorità a considerare la struttura come "una soluzione temporanea per rispondere a un'emergenza".

L'Unhcr ha continuato confermando che sull'isola "è in corso un'operazione di polizia, avviata ieri, 17 settembre, per trasferire i richiedenti asilo nel nuovo sito. L'operazione risulta procedere regolarmente e non sono stati riportati casi di violenza o di uso della forza".

Secondo quanto riporta l'Agenzia Onu, il nuovo campo di Kara Tepe "ha una capienza di circa 8.000 persone, mentre i lavori sono ancora in corso. Il sito- si legge ancora- è stato allestito dalle autorità greche, responsabili della gestione e del coordinamento generali delle operazioni di risposta umanitaria, col supporto dell'Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, e di altre organizzazioni".

L'Unhcr riferisce ancora: "prima di fare ingresso nella struttura, tutti i nuovi beneficiari vengono sottoposti a test diagnostici rapidi per contenere la diffusione del Covid-19. Ad oggi, a seguito di test di massa, risulterebbero circa 150 casi positivi. Tutte le persone contagiate hanno ricevuto assistenza medica e sono in isolamento all'interno di un'area di quarantena istituita all'interno del sito".

Lo staff dell'Agenzia Onu "sta assicurando supporto svolgendo attività di pianificazione e mappatura volte ad agevolare l'assegnazione degli alloggi, la diffusione di informazioni e la distribuzione di beni di prima necessità a tutti coloro che fanno ingresso. I rifugiati- si legge ancora- appaiono sollevati di aver trovato un sito presso cui ricevere assistenza di base, ma ancora spossati dai numerosi giorni trascorsi in strada e preoccupati per il futuro".

I responsabili dell'Alto commissariato per i Rifugiati tuttavia chiariscono: "Il nuovo sito attualmente funge da alloggio di emergenza, per rispondere con urgenza alle esigenze immediate di quanti sono stati colpiti dagli incendi di Moria, in particolare assicurando riparo, cibo, acqua, servizi igienico-sanitari e assistenza medica. L'Unhcr ne sostiene l'utilizzo quale soluzione temporanea, ma avverte che ciò che ora può considerarsi adeguato in termini di alloggio e servizi in situazioni di emergenza non può considerarsi tale nel lungo periodo. Le autorità greche- si apprende ancora dalla nota- non hanno ancora chiarito quale uso ne sarà fatto in futuro". Pertanto l'Unhcr si dice "pronta a sostenere un dialogo per trovare possibili soluzioni a lungo termine, tra cui la continuazione dei trasferimenti in condizioni sicure e ordinate verso la terraferma ed i ricollocamenti col supporto dell'Ue". Per questa ragione "accoglie con favore l'annuncio della decisione presa dal ministro per le Migrazioni e l'Asilo, Notis Mitarachis, di trasferire tutti i minori non accompagnati che vivono sulle isole (circa 400) presso alloggi che garantiscano una presa in carico adeguata sulla terraferma col supporto di Unhcr e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim)".

Quanto all'imminente Patto su migrazioni e asilo annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, l'Unhcr "auspica che possa essere un'opportunità per l'Ue e i suoi Stati membri di affrontare tali criticità e assicurare maggiori supporto, solidarietà e condivisione di responsabilità con Paesi che, come la Grecia, devono far fronte a sfide eccezionali".

Infine, "a seguito di una serie di arresti di sospetti responsabili per gli incendi divampati a Moria, l'Unhcr esorta tutti ad astenersi dall'alimentare speculazioni e a consentire che i procedimenti giudiziari seguano il proprio corso secondo i termini previsti. Non è accettabile che comunità e gruppi siano stigmatizzati sulla base di presunte azioni individuali commesse da determinate persone. L'Alto Commissariato- si legge in conclusione- auspica che l'iter giudiziario contribuisca a definire le circostanze relative ai fatti". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)