Migranti, Salvini a processo per la Gregoretti nel giorno delle vittime del mare

L’udienza preliminare è fissata per sabato prossimo. L’ex ministro dell’Interno deve difendersi dall’accusa di sequestro di persona aggravato. A Catania si temono manifestazioni: il Comune chiude le strade. Salvini: “Nessuna privazione della libertà”

Migranti, Salvini a processo per la Gregoretti nel giorno delle vittime del mare

Era il luglio del 2019 quando l’equipaggio della Gregoretti, una nave della Marina militare, operò un trasbordo di oltre 100 persone salvate al largo di Lampedusa da un pattugliatore, che aveva trovato un barchino in condizioni di distress. Ma a trasbordo effettuato alla nave fu ordinato di dirigersi prima verso Catania, poi verso il porto di Augusta. L’operazione avvenne nel pieno della campagna sui “porti chiusi” dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Così, come già avvenuto un anno prima con la nave Diciotti, non fu dato il via libera né per l’attracco né per lo sbarco, fu fornito solo un punto di fonda. La Gregoretti rimase per giorni a largo della Sicilia. Per questa vicenda ora Salvini dovrà rispondere davanti ai giudici dell’accusa di sequestro di persona aggravato. L’udienza preliminare davanti al Gup si terrà il prossimo 3 ottobre a Catania. Proprio nel giorno diventato il simbolo delle morti in mare nel nostro paese, dopo il naufragio, il 3 ottobre del 2013 di 468 persone a largo di Lampedusa.  

Per l'arrivo del leader della Lega a Catania il Comune ha deciso di chiudere le strade limitrofe al palazzo di Giustizia. Una nota di Palazzo degli Elefanti spiega che l'amministrazione comunale, "d'intesa con la questura", ha stabilito "un vasto piano di provvedimenti inibitori della circolazione viaria in un'ampia zona limitrofa agli uffici giudiziari, a garanzia della sicurezza pubblica". Dalle 6 alle 14 di sabato, "e comunque sino a cessate esigenze", è stato istituito il divieto di transito in 14 tra vie e piazze nei pressi del palazzo di Giustizia in cui si recherà il leader della Lega. Le uniche eccezioni ai divieti riguardano i residenti, i mezzi delle forze dell'ordine e quelli di soccorso in emergenza. Si teme, infatti, che potrebbero esserci manifestazioni sia da parte dei sostenitori di Salvini che dei suoi avversari. 

In queste ore, infatti, la protesta in Sicilia sta già montando. La rete siciliana Mai con Salvini ha messo a punto flash-mob, incontri e manifestazioni, mentre da ieri sono stati esposti striscioni con la scritta “Leghisti not welcome” davanti ai principali ingressi dell'aeroporto Fontanarossa di Catania. Il messaggio è rivolto agli uomini che Matteo Salvini ha chiamato a raccolta sui suoi canali social in occasione dell'udienza preliminare. "Pur di riempire le piazze siciliane Matteo Salvini chiama a raccolta leghisti da tutta Italia - dice Sara, della rete Mai con Salvini -. Ma gli unici a non essere benvenuti nella nostra terra sono loro. La Lega al Sud non ha sfondato e così l'occasione del processo per il caso Gregoretti diventa l'ennesimo tentativo di venire a far campagna elettorale qui in Sicilia. Per questo abbiamo deciso di organizzare dall'1 al 3 ottobre diverse iniziative per esprimere chiaramente che se pensavano di poter fare una Pontida del Sud, si sbagliavano".

La difesa: “Nessun sequestro”

Come già successo nel caso della nave Diciotti, anche per la Gregoretti Salvini ha sempre sostenuto che il "no" allo sbarco servisse per esortare gli altri paesi europei a farsi carico dell’accoglienza dei naufraghi. Ora nella memoria difensiva depositata in vista del processo, l’ex ministro ribadisce che non ci fu nessun sequestro di persona, nessuna "privazione della libertà personale". Secondo la difesa, infatti, i migranti sulla nave Gregoretti sono rimasti a bordo "solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento". Non solo: sul mezzo della Marina militare c'erano anche "due scafisti", due ragazzi che avrebbero guidato il gommone verso le acque internazionali. La prova sarebbe nel ritrovamento, nello zaino di uno dei due, di un gps. 

L'accusa di 'sequestro di persona pluriaggravato' potrebbe costare al leader della lega fino a quindici anni di carcere. Nella memoria difensiva vengono ricostruiti i giorni di stallo sulla Gregoretti: per Salvini “gli immigrati erano rimasti a bordo della nave, senza pericoli e con massima assistenza. Il tutto nel pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell'assegnazione del Pos (porto di sbarco sicuro)".

Il nodo della redistribuzione dei migranti in Ue

Il reato contestato a Salvini si sarebbe verificato dal 27 al 31 luglio 2019. Il 26 luglio, infatti, la nave Gregoretti aveva a bordo 135 immigrati, risultato di due differenti operazioni di salvataggio effettuate dalle autorità italiane in acque maltesi su richiesta di La Valletta che, sotto pressione per altre operazioni analoghe, non sarebbe riuscita a garantire interventi tempestivi. In una operazione in particolare, le autorità italiane avevano provveduto all'immediato trasporto a terra di sei persone in condizioni critiche prima dell'arrivo della Gregoretti. “Tra le 135 persone a bordo della nave, i medici non ravvisavano casi sanitari gravi escludendo la necessità di una evacuazione medica - si legge nella memoria difensiva di Salvini -. Il Pos è stato indicato alle 18,10 del 27 luglio 2019 dal comando generale delle capitanerie di porto: si trattava del porto di Augusta, pontile militare Nato, che per conformazione annulla gli effetti del moto ondoso e assicura totale sicurezza. Nel frattempo era già sbarcata a terra anche una donna incinta con la sua famiglia (marito e due figli minori), mentre la Gregoretti si trovava in acque italiane. Sin dalla notte del 28 luglio la nave resta ormeggiata (con assistenza e costante flusso di viveri e farmaci), e il giorno dopo sbarcano i minori così come richiesto anche dalla Procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Catania. A bordo non risultano episodi di insofferenza, e anzi vengono garantiti tre pasti completi al giorno con cucine in ottime condizioni igienico-sanitarie. Il 31 luglio viene fatto sbarcare un immigrato con sospetta tubercolosi e poche ore dopo (15,48) viene comunicata l'autorizzazione allo sbarco delle 115 persone ancora a bordo, operazione conclusa alle 16,53".

Secondo Salvini "l'attesa si era resa necessaria per concordare la redistribuzione in altri Paesi europei, con il pieno coinvolgimento del governo italiano. Salvini cita 'per la loro nitidezza' le dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale in data 28 dicembre 2019, in occasione della conferenza stampa di fine anno, affermò: 'Per quanto riguarda le ricollocazioni abbiamo sempre a livello di presidenza, anche con l'ausilio del ministero degli Esteri, lavorato noi per ricollocare e quindi consentire poi lo sbarco”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)