Migranti, ecco come il nuovo Decreto Immigrazione modifica i dl Salvini

Dalla protezione "speciale" ai tempi per la cittadinanza, fino alle multe alle ong che salvano persone in mare. Ecco le modifiche ai Decreti Sicurezza che approderanno al prossimo Consiglio dei ministri. Conte: "Garantire protezione e sicurezza a tutti"

Migranti, ecco come il nuovo Decreto Immigrazione modifica i dl Salvini

 Scompare la parola “sicurezza”, si parla di “immigrazione e protezione internazionale”. Torna l’umanitaria, che si chiamerà “protezione speciale”, si ripensa l’accoglienza in chiave più inclusiva, si passa da quattro a tre anni per le pratiche di cittadinanza e non ci sono più le maximulte per le ong, che avranno un importo più basso e necessiteranno dell’intervento di un giudice per l’applicazione. Arrivano lunedì in Consiglio dei ministri le modifiche ai decreti sicurezza (convertiti nella legge 132) voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il testo, pronto già da Luglio, era stato congelato in vista delle elezioni regionali e del referendum di Settembre. Ma ora, con un risultato elettorale favorevole, il Governo ha deciso di ritirare fuori dal cassetto la bozza di modifica e portarla in discussione al prossimo Consiglio dei ministri di lunedì 5 ottobre. Il nuovo decreto si chiamerà “Disposizioni in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, nonché in materia di diritto penale”.

“Volevamo farlo nel weekend ma c'è il silenzio elettorale, ci sono dei ballottaggi e quindi è stato opportuno rinviare. La revisione era uno dei punti programmatici di questo Governo, anche alla luce delle osservazioni del presidente della Repubblica", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Dobbiamo garantire protezione e sicurezza a tutti". Al momento della firma dei decreti sicurezza, nell’agosto del 2019, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella aveva infatti fatto dei rilevamenti, in particolare sulle multe, fino a un milione di euro per chi salva vite in mare e sulla parte del decreto che si riferiva alle manifestazioni. Non solo, ma contro i cosiddetti dl Salvini si è espressa anche la Consulta che ha dichiarato incostituzionale vietare l’iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo. Secondo il pronunciamento, nella misura si rileva una “irrazionalità intrinseca” poiché la misura rende più difficile “il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza”. Inoltre, la Consulta ha rilevato disparità di trattamento: "rende ingiustamente più difficile ai richiedenti asilo l'accesso ai servizi ad essi garantiti".

Ecco la “protezione speciale” che sostituisce l’umanitaria 

Da tempo la società civile, e in particolare le organizzazioni che si occupano di tutela dei diritti di migranti e rifugiati, chiesto l’abrogazione dei decreti sicurezza. Ma il Governo gialloverde ha sempre parlato di modifiche. Il Movimento 5 stelle, in particolare, che quei decreti li ha scritti insieme alla Lega, non vuole fare troppi passi indietro. E, nonostante le modifiche siano ormai concordate, sta provando ancora a negoziare sul reintegro della protezione umanitaria, che si chiamerà “speciale” e che contemplerà una serie di casi. Nello specifico, il nuovo decreto Immigrazione prevede 8 articoli. La protezione speciale (che sostituisce l’umanitaria) verrà rilasciata previo parere della commissione territoriale. “Non sono ammessi  il respingimento o l’espulsione di una persona verso uno stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani e degradanti - si legge nel testo -.  Nella valutazione si tiene conto anche dell’esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi dei diritti umani”. Non sono ammessi inoltre i respingimenti in “violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, a meno che esso non sia necessario per regioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblico”.

Si torna all’accoglienza inclusiva

Per la parte che riguarda l’accoglienza l’aspettativa da parte delle organizzazioni è in gran parte soddisfatta perché c’è nei fatti un ritorno alla centralità del sistema pubblico dei comuni anche per i richiedenti asilo. Il decreto sicurezza aveva, infatti, precluso la possibilità di essere accolti negli Sprar ai richiedenti protezione. Il nuovo sistema, detto Siproimi era destinato solo a chi aveva già ottenuto lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria, e ai minori non accompagnati. Nella bozza di modifica si specifica invece che “gli enti locali che prestano servizi di accoglienza per i titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati, che beneficiano del sostegno finanziario di cui al comma 2, possono accogliere nell'ambito dei medesimi servizi, nei limiti dei posti disponibili, anche i richiedenti protezione internazionale e i titolari dei permessi di soggiorno”.  Vengono reinseriti anche i servizi di assistenza sanitaria, i corsi di lingua e di orientamento legale e formativo.

Dall’amministrativo al penale: il nodo delle maximulte alle ong

Il nodo più controverso riguarda le multe alle ong che operano per il salvataggio in mare e che con il decreto sicurezza bis potevano arrivare a un milione di euro. Nella proposta di modifica non si incorre in divieti se si opera il soccorso e lo si comunica immediatamente al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera. Nei casi di inottemperanza e di ingresso forzoso in acque territoriali l’illecito da amministrativo diventa penale, e per la sanzione si fa riferimento al Codice della navigazione (multe di 516 euro e due anni di carcere). Anche se la sanzione pecuniaria potrebbe essere aumentata da 10mila a 50mila euro. Una modifica che, se in parte, assicura la garanzia di un giudice nella verifica dell’illecito, per le ong rimane una forma di criminalizzazione del soccorso in mare. “Si paga solo se  si è colpevoli, e dunque se la magistratura avrà un approccio garantista non dovremmo temere nulla. Ma per noi non ha alcun senso puntare alla magistratura per una legge che non dovrebbe esistere. Il decreto sicurezza bis dovrebbe essere abrogato, perché è stato utilizzato per introdurre modifiche pericolose al codice di procedura penale volte solo a giustificare la possibilità di criminalizzare le ong e ledere i diritti delle persone” sottolinea Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch. Anche per Riccardo Gatti, portavoce di OpenArms nei fatti la “criminalizzazione delle ong continua, anche se in maniera meno violenta”.  “Il fulcro non è la quantità della multa in sé, che sia un milione o 50mila euro, ma il preconcetto di base, l’atteggiamento criminogeno che rimane - sottolinea -. Si parte da presupposti non reali e dimostrati come infondati per continuare ad attaccare le ong”.

La questione della cittadinanza

Il testo di modifica prevede che il tempo di permanenza all’interno dei Cpr diminuisca da 180 a 90 giorni e “prorogabile di altri 30 giorni quando lo straniero sia cittadino di un Paese con cui l’Italia non ha sottoscritto gli accordi in materia di rimpatri”. Ed elimina la parte relativa alla revoca della cittadinanza in caso di condanne per terrorismo. Per quanto riguarda i tempi, il decreto Salvini aveva allungato da due a quattro anni il periodo della richiesta di cittadinanza per naturalizzazione e matrimonio. Nel nuovo decreto i tempi si accorciano di un anno, a trentasei mesi dalla data di presentazione della domanda.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)