Nel 2021 rimpatriate 2.226 persone: più della metà verso la Tunisia

Monitoraggio del Garante nazionale da gennaio 2019 a giugno 2021 sulle operazioni di rimpatrio forzato: "Flessione a causa della pandemia". Il 61,2% operato tramite voli charter con scorta a bordo. Tra i principali paesi di destinazione Albania e Egitto. Le raccomandazioni

Nel 2021 rimpatriate 2.226 persone: più della metà verso la Tunisia

Dall’inizio del 2021 al 15 settembre sono state rimpatriate 2226 persone, più della metà verso la Tunisia (1159). Lo rileva il “Rapporto tematico sull’attività di monitoraggio di rimpatrio forzato di cittadini stranieri tra gennaio 2019 e giugno 2021” e diffusi i dati dei rimpatri forzati effettuati da gennaio a settembre 2021 diffusi oggi, in occasione del convegno "Rimpatri forzati e tutela dei diritti fondamentali",organizzato dal Garante nazionale.

Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, al quale è affidato per legge il compito di monitorare i voli di rimpatrio forzato, nel periodo dal gennaio 2019 - giugno 2021 ha monitorato 56 operazioni di rimpatrio forzato verso Tunisia, Nigeria, Egitto, Albania, Marocco, Algeria, Gambia, Georgia, Kosovo, Pakistan, Perù e Romania.

"Rispetto agli anni scorsi è abbastanza chiara una flessione sui voli di rimpatrio a causa della pandemia: -si legge - 6.398 le persone rimpatriate nel 2018, 6.531 nel 2019, 3.351 nel 2020 e 2.226 nel periodo da primo gennaio al 15 settembre 2021".
Oltre alla Tunisia, i principali paesi di destinazione sono l’Albania (462) e l’Egitto (252). Il 61,2% dei rimpatri sono stati operati tramite voli charter con scorta a bordo, il 12,3% con voli commerciali con scorta e il 26,5% con voli commerciali senza scorta (al 58% verso l’Albania). Per quanto riguarda i 71 voli charter, su 1362 persone 1105 sono state quelle rimpatriate in Tunisia, 227 in Egitto, e 30 in Georgia.

Rispetto alle carenze riscontrate, il Garante ha espresso alcune raccomandazioni: garantire il controllo parlamentare sugli accordi di riammissione; introdurre una banca dati per gli eventi critici o altri accadimenti particolari (atti di contenimento,interventi sanitari, proteste, fughe, episodi di autolesionismo, reclami…) come strumento di trasparenza e tutela; investire nella formazione di tutte le Forze di polizia impiegate nelle operazioni di rimpatrio forzato; prevedere nuove professionalità nei voli di rimpatrio per la mediazione culturale e il supporto sociopsicologico; garantire al cittadino straniero interessato un congruo preavviso a tutela del diritto di difesa e nelrispetto della dignità della persona; un deciso allineamento dell’uso delle misure coercitive agli standard internazionali; migliorare l’assistenza sanitaria garantendo valutazioni preventive di idoneità effettive e la continuità di trattamenti e programmi terapeutici; un deciso e urgente adeguamento dei locali utilizzati negli scali aeroportuali.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)