Omicidio a Torvaianica: don Conocchia (parroco), “non possiamo rimanere chiusi in parrocchia. Dobbiamo essere comunità per la giustizia”

“Come comunità ecclesiale e come parrocchia, ci schieriamo dalla parte della giustizia e della legalità. Siamo chiamati ad annunciare ma anche a denunciare quanto avviene”.

Omicidio a Torvaianica: don Conocchia (parroco), “non possiamo rimanere chiusi in parrocchia. Dobbiamo essere comunità per la giustizia”

È il commento di don Andrea Conocchia, parroco della chiesa della Beata Vergine Immacolata a Torvaianica (Rm), dopo l’omicidio di un 38enne sulla spiaggia del centro del litorale sud di Roma. L’uomo, di nazionalità albanese e con precedenti penali – come confermano dal Comando provinciale dei Carabinieri di Roma –, domenica mattina è stato colpito con due colpi di arma da fuoco da una persona a volto coperto, che poi è fuggita con un complice, ed è deceduto ieri sera all’ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato. Il caso è stato affidato alla Direzione distrettuale antimafia di Roma. “Sono parroco qui solo da un anno – racconta al Sir don Conocchia –.

Ho avuto modo però di rendermi conto di situazioni di disagio e intuisco che il consumo di droga e alcool per i giovanissimi inizia addirittura in seconda o terza media. Abbiamo riaperto i cancelli del centro parrocchiale dopo l’emergenza Covid. Abbiamo diversi campetti da calcio, dove arrivano ogni giorno venti o trenta ragazzi della zona, molti di strada e che si vede vivono situazioni difficili”. Di fronte al delitto di domenica, don Conocchia, sempre molto attivo a favore degli ultimi e che ha ascoltato a aiutato molte persone anche durante la quarantena, lancia un appello: “Non possiamo rimanere chiusi in parrocchia! Siamo disposti ad ascoltare e accogliere confidenze e storie di vita ferite, di vessazioni familiari. La nostra comunità cristiana deve essere solidale e avere il coraggio di denunciare il male e impegnarsi per la riabilitazione sociale dei più fragili e nascosti e per la riqualificazione delle loro relazioni.

C’è chi di fronte a questa vicenda parla di ‘un’appendice della mafia’. Come parrocchia, dobbiamo farci vicini e offrire anche occasioni di riflessione sul tema della legalità e su tematiche più ‘incarnate’. Nei mesi scorsi avremmo dovuto accogliere don Luigi Ciotti, ma l’incontro è saltato a causa della quarantena”, conclude. Intanto, il parroco di Torvaianica sta cercando di contattare la famiglia della vittima, per assicurare loro la propria vicinanza e disponibilità all’aiuto.

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Fonte: Sir