Paesi Bassi: religioni messe all’angolo. Kregting (sociologo), “calano i fedeli, a rischio anche la coesione sociale”

Secondo i dati recentemente pubblicati dall’Ufficio nazionale di statistica (Centraal Bureau voor de Statistiek), il 51% degli olandesi al di sopra dei 15 anni non appartiene ad alcuna Chiesa o religione in generale. La minoranza credente è per il 24% legata alla Chiesa cattolica, per il 6% alla Chiesa riformata e altrettanti a quella protestante, il 6% ad altre denominazioni, all’islam il 5%. Joris Kregting, sociologo della religione, commenta questi numeri per il Sir, segnalando un avanzatissimo processo di secolarizzazione

Paesi Bassi: religioni messe all’angolo. Kregting (sociologo), “calano i fedeli, a rischio anche la coesione sociale”

Gli olandesi credono sempre di meno in Dio, o per lo meno praticano sempre di meno una religione. È il dato che emerge dai dati pubblicati dall’Ufficio nazionale di statistica (Centraal Bureau voor de Statistiek): oggi il 51% degli olandesi al di sopra dei 15 anni non appartiene ad alcuna Chiesa, o religione in generale, mentre nel 2016 erano il 49% a dichiararsi non appartenenti, nel 2012 il 46%. La minoranza credente è per il 24% legata alla Chiesa cattolica, per il 6% alla Chiesa riformata e altrettanti a quella protestante, il 6% ad altre denominazioni, all’islam il 5%. Il 78% della popolazione olandese stando ai dati pubblicati non ha mai partecipato, o ha partecipato raramente, a un servizio religioso, il 10% ci va una volta alla settimana (per i cattolici la percentuale è del 6%), il 3% è andato da 2 a 3 volte al mese e la stessa percentuale ha frequentato una celebrazione o incontro religioso una volta al mese; il 7% meno di una volta al mese. I dati cambiano per fasce d’età e sono diversi per uomini e donne: tra gli olandesi over75, il 71% ha dichiarato di essere religioso, il 34% di partecipare regolarmente a una celebrazione in un luogo di culto. I meno religiosi sono i giovani tra i 18 e i 25 anni: il 32% è in qualche modo legato a un gruppo religioso, e di questi il 13% lo frequenta regolarmente. Degli uomini è il 46% ad appartenere a un gruppo religioso, tra le donne il 52%. Abbiamo chiesto un commento su questi dati a Joris Kregting, sociologo della religione e docente presso la facoltà di teologia e filosofia dell’università Radboud di Nijmegen.

Quale significato hanno le ultime cifre circa l’appartenenza religiosa?
Il processo di secolarizzazione, in termini di declino dell’impegno verso le Chiese cristiane, non è nuovo nei Paesi Bassi: va avanti da alcuni decenni. Adesso però l’Olanda ha raggiunto il punto in cui il cristianesimo è diventato una minoranza, e questa è una novità.

È possibile tracciare le ragioni della diminuzione dell’appartenenza religiosa degli olandesi?
Secondo l’articolo “Perché Dio ha lasciato l’Olanda” (https://onlinelibrary.wiley.com/), l’espansione dell’istruzione, l’aumento della sicurezza sociale e la diminuzione della socializzazione cristiana hanno contribuito al processo di secolarizzazione nei Paesi Bassi.

Che tipo di conseguenze sociali ha questa tendenza nei Paesi Bassi, ad esempio in termini di valori vissuti o non più presenti tra le persone?
Penso che le conseguenze siano innanzitutto pratiche, vale a dire edifici ecclesiastici che devono essere venduti o organizzazioni con radici nell’istituzione cristiana (come mass media, scuole e assistenza) che stanno perdendo il loro pubblico di riferimento e devono trasformarsi.Ci sono però anche ben altre conseguenze: il modo in cui nel passato le persone erano legate l’una all’altra in piccole comunità religiose è stato trasformato in una società più individualizzata in cui alcune persone si sentono sole e perdute.Detto in sintesi: la coesione sociale è sotto pressione e la società olandese cerca dei sostituti alle comunità cristiane.

Ci sono errori, difetti o limiti da parte delle Chiese che potrebbero essere modificati per riportare Dio tra le persone o questa è una tendenza inevitabile oggi?
Penso che le Chiese cristiane abbiano solo possibilità marginali di riportare Dio tra la gente. Sebbene ci siano alcune eccezioni su piccola scala, come le piccole chiese protestanti e ortodosse con un pubblico molto giovane. La de-istituzionalizzazione, vale a dire il fatto che gli olandesi non si leghino alle organizzazioni, si ritrova anche al di fuori della religiosità, ad esempio, nella politica. Il processo di sostituzione delle vecchie generazioni in nuove generazioni individualizzate è molto dominante. Non ci sono segni che gli scandali (come ad esempio quelli legati agli abusi sessuali) abbiano avuto un forte impatto sulla secolarizzazione.

C’è qualcos’altro che sostituisce le religioni nelle vite degli olandesi?
Questa è una domanda difficile. Molti studiosi nei Paesi Bassi affermano che la religiosità individuale è in pieno boom ma io personalmente sono convinto che, se definiamo la religiosità come credenza trascendente, questa “ascesa” della religiosità individuale non compensa affatto il declino della religiosità istituzionalizzata (cristianesimo). Trovo provata la mia convinzione nello studio “Dio nei Paesi Bassi 1966-2015” (God in the Netherlands 1966-2015, Bernts e Berghuijs, 2016) che dimostra come la categoria “credere senza appartenere” sia in declino.

Che aspetto ha una società senza Dio e senza Chiese?
Come ho detto prima, per me la questione principale è come una tale società possa mantenere alto il livello di coesione sociale.

Le voci delle Chiese hanno ancora significatività o stanno perdendo importanza?
Secondo lo studio che ho citato – Dio nei Paesi Bassi –, nel 2006 gli olandesi assegnavano ancora un ruolo importante alle Chiese per la società, ma nell’ultimo decennio questo è diminuito. Quindi, direi che, ovviamente, la secolarizzazione contribuisce a che le voci delle Chiese siano meno ascoltate.

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Fonte: Sir