Papa a Televisa, Ue, violenze in Nigeria, 45° piazza della Loggia, ex Ilva, “Ascoltare e curare il cuore”, funerali Leonardo Russo

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Papa a Televisa, Ue, violenze in Nigeria, 45° piazza della Loggia, ex Ilva, “Ascoltare e curare il cuore”, funerali Leonardo Russo

Papa Francesco: intervista a Televisa, “chi costruisce muri diventa prigioniero dei muri che costruisce”. I migranti sono “emergenza mondiale. Porteremo alcuni dai campi di Lesbo”

Il muro di Trump tra Stati Uniti e Messico, i femminicidi, le migrazioni, il narcotraffico e gli abusi da parte del clero. Sono alcuni dei temi affrontati da Papa Francesco nell’intervista rilasciata alla tv messicana Televisa, pubblicata oggi nella versione originale spagnola su Vatican News in lingua spagnola. Rispondendo alle domande della giornalista Valentina Alazraki, a proposito del muro che divide il Messico dagli Stati Uniti, con i bambini spesso separati dai genitori, Papa Francesco ricorda che già il muro di Berlino “ci aveva provocato abbastanza grattacapi e sofferenza” e fa riferimento anche al muro di Ceuta e Melilla tra Marocco e Spagna, tutti provvedimenti “terribili” e “crudeli”. “Separare i figli dai genitori è contro il diritto naturale e questi cristiani… non possono essere così. È crudele. Si cade in una crudeltà più grande. Per difendere cosa? Il territorio o l’economia del Paese o che altro? Sono schemi di pensiero che si rivolgono al compito politico e fanno una politica di questo tipo? È molto triste”. Papa Francesco annuncia anche che “ora stiamo cercando, attraverso i canali umanitari, di portare alcuni (migranti, ndr) da Lesvos e uno da Moria, non so se di uno o dei due campi, perché è un’emergenza mondiale”. Questo il motivo per il quale parla tanta dei migranti: “È una priorità nel mondo, il mondo migratorio è giunto a un punto tale, oggi, che ho preso nelle mie mani la sezione migranti del Dicastero dello Sviluppo umano integrale per darle un significato. Tutti i giorni veniamo a sapere che il Mediterraneo sta diventando sempre più un cimitero, solo per fare un esempio”.

Parlamento Ue: gruppi politici sostengono processo spitzenkandidaten per la presidenza della Commissione

(Bruxelles) “Gli elettori europei hanno conferito al neoeletto Parlamento europeo un nuovo e forte mandato per i prossimi cinque anni. Essendo l’unica istituzione eletta direttamente dell’Unione europea, il Parlamento europeo è decisamente il luogo legittimo in cui il mandato per il cambiamento deve essere discusso e definito”. Si apre così la dichiarazione della Conferenza dei presidenti che si è riunita stamane per concordare la linea che in serata il presidente del Parlamento Antonio Tajani porterà alla riunione informale del Consiglio europeo. Il tema è la definizione del presidente della Commissione europea: per il Parlamento, la scelta dovrà avvenire attraverso “un dibattito strategico, trasparente e democratico” tra i gruppi politici, il cui esito “servirà da base per il dialogo con il Consiglio europeo”. Il Parlamento “si impegna a rafforzare la democrazia europea”, si legge ancora nella dichiarazione e riconferma “la propria determinazione” a seguire il processo degli “spitzenkandidaten”: il prossimo presidente della Commissione deve aver “reso noto il suo programma e la sua personalità prima delle elezioni e si deve essere impegnato in un’ampia campagna”.

Nigeria: Unhcr, le violenze in corso costringono migliaia di rifugiati a fuggire in Niger

Il recente acutizzarsi delle violenze in alcune aree della Nigeria nordoccidentale ha costretto circa 20.000 persone a cercare rifugio e condizioni di vita più sicure in Niger a partire dal mese di aprile. L’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, esprime preoccupazione per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in Nigeria e sta lavorando a stretto contatto con le autorità del Niger per garantire assistenza di base e per registrare i nuovi arrivati. Ad oggi, più di 18.000 persone hanno completato la procedura di registrazione iniziale. La recrudescenza delle violenze, in quest’occasione, non è legata a Boko Haram. “Le persone starebbero fuggendo per svariate ragioni, fra le quali scontri tra agricoltori e mandriani appartenenti a gruppi etnici diversi, vigilantismo e sequestri a scopo d’estorsione negli Stati nigeriani di Sokoto e Zamfara – informa l’Unhcr –. Le persone in fuga dalla Nigeria e in arrivo nella Regione di Maradi, in Niger, raccontano di avere assistito a episodi di estrema violenza perpetrata nei confronti dei civili, fra cui attacchi con machete, sequestri e violenza sessuale. La maggior parte dei nuovi arrivati è costituita da donne e bambini”.

Piazza della Loggia: Mattarella, “la democrazia è stata più forte e ha sconfitto chi voleva violarla”

“Le innocenti vite spezzate quella mattina del 28 maggio 1974, lo strazio dei familiari, il dolore dei feriti, l’oltraggio inferto a Brescia e all’intera comunità nazionale dai terroristi assassini sono parte della memoria indelebile della Repubblica”. Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 45° anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia. “In questa giornata di anniversario – prosegue il Capo dello Stato – si rinnovano i sentimenti di solidarietà di tutti gli italiani, e con essi desidero esprimere la mia vicinanza a coloro che più hanno sofferto e a quanti hanno contribuito negli anni a quella straordinaria reazione civile e democratica, che ha fatto fallire la strategia eversiva”. “Con l’attentato alla manifestazione antifascista organizzata dai sindacati, i terroristi – sottolinea Mattarella – volevano seminare paura per comprimere le libertà politiche. Una catena eversiva legava la strage di Piazza della Loggia ad altri tragici eventi di quegli anni: la democrazia è stata più forte e ha sconfitto chi voleva violarla”. “L’impegno di uomini dello Stato e il sostegno popolare – osserva il presidente – hanno consentito di portare a compimento il percorso giudiziario”.

Ex Ilva: Costa (ministro Ambiente), “predisposto il riesame dell’Aia”

“Si apre una nuova pagina per Taranto. Il 24 giugno torneremo in città per incontrare ancora una volta i tarantini e continuare il percorso avviato insieme un mese fa”, ha affermato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nella sua audizione in Commissione Ambiente della Camera, in merito all’apertura del riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l’ex Ilva. “È disposto il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale di cui al Dpcm del 29 settembre 2017, al fine di introdurre eventuali condizioni aggiuntive motivate da ragioni sanitarie”, recita il decreto del ministero dell’Ambiente emesso ieri e annunciato dal ministro Costa, nel corso della sua audizione in Commissione Ambiente della Camera. L’atto segue l’istanza del 21 maggio con la quale il sindaco di Taranto ha chiesto di avviare la procedura di riesame dell’Aia in base agli esiti del rapporto di valutazione del danno sanitario elaborati da Arpa Puglia e Asl Taranto, che hanno evidenziato un rischio residuo non accettabile per la popolazione anche a valle del completamento degli interventi previsti dal decreto di riesame dell’Aia del 2012. “È un dovere procedere al riesame – ha detto il ministro –: lo dobbiamo ai cittadini e ai lavoratori”.

Chiesa: mons. Semeraro (Albano), “l’accidia è un vizio generalizzato, una trappola anche per i sacerdoti”

Un “vizio generalizzato” che “investe interamente la persona nelle sue varie dimensioni: fisica, psichica, spirituale”. Così mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, definisce l’accidia, uno dei sette vizi capitali, sul quale si ferma a riflettere nel volume “Ascoltare e curare il cuore”, edito dalla Lev con la prefazione di Papa Francesco. L’accidia, spiega il vescovo, “corrisponde a un certo stato di pigrizia e noia, ma anche di disgusto, avversione, stanchezza, e pure di languore, di indolenza”. Si tratta “di un’insoddisfazione vaga e generale, sicché l’uomo dominato da questa passione perde il gusto per ogni cosa”. In questa “trappola” possono cadere tutti, compresi i sacerdoti. “Quello di un ministero stanco ed esangue è un rischio concreto che attraversa la vita del prete oggi”, osserva mons. Semeraro ricordando che “anche un sacerdote deve custodire il suo desiderio”. “Un prete – chiarisce – non è un sognatore disincarnato, ma si lascia educare e a volte perfino ferire dai sogni di un Dio che come difficile alleato lo chiama a essere partecipe dei suoi desideri”. Secondo il vescovo di Albano, c’è una terapia per curare l’accidia e consiste nel “prendersi cura di sé”, nel “non abbandonarla, la vita, alla mercé del tempo, dell’esteriorità, della ‘quantità’, ad esempio, del numero di connessioni su Facebook, di follower su Instagram, al moltiplicarsi di pettegolezzi e delle chiacchiere”.

Funerali piccolo Leonardo Russo: mons. Brambilla (Novara), “i bambini non sono nostra proprietà, ci sono dati in dono”

“Siamo qui attoniti, feriti e con nel cuore un dolore indicibile di fronte alla terribile tragedia che si è abbattuta sul piccolo Leonardo. Una vita appena sbocciata, indifesa, bussava alla porta del mondo per avere una casa e invece ha trovato miseria e violenza umana”. Ha esordito, così, oggi pomeriggio mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, nell’omelia per i funerali, in duomo, del piccolo Leonardo Russo, il bambino di 20 mesi ucciso di botte. Le esequie sono state celebrate nel duomo di Novara. “Ci uniamo con le lacrime, l’amore e la preghiera, invocando la pietà umana e la misericordia di Dio su chi non ha saputo accogliere il sorriso e la gioia di un bimbo che chiedeva soltanto di vivere – ha proseguito il presule –. Tutta la città di Novara si stringe con un unico cordone d’affetto quasi per arginare l’onda di male che ci trafigge il cuore e sembra minacciare ciascuno di noi, lasciandoci nella paura e nello sconforto”. Il vescovo ha invitato a non aver “timore” anche se “questo tempo, il nostro tempo, sta tornando ad essere come il mondo antico, dove le donne e i bambini erano una proprietà del padrone di casa e, quando non servivano più, venivano eliminati. Su questa scena è entrata la parola di Gesù come un canto di liberazione: ‘Lasciate che i bambini vengano a me…’ (Mc 10,14). Sì, dobbiamo lasciare che i bimbi vadano da Lui, non sono nostra proprietà, ci sono dati in dono. Noi siamo servitori della vita, dobbiamo tenerla in grembo con tenerezza, amarla con rispetto, custodirla con grazia, farla crescere con fiducia”.

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Fonte: Sir