Papa ad Albano: messa in Piazza Pia, “c’è prima Gesù o la nostra agenda, le nostre strutture?”. “Non bisogna essere cristiani complicati”

“Se come Zaccheo stai cercando un senso alla vita ma, non trovandolo, ti stai buttando via con dei ‘surrogati di amore’, come le ricchezze, la carriera, il piacere, qualche dipendenza, lasciati guardare da Gesù. Solo con Gesù scoprirai di essere da sempre amato e farai la scoperta della vita”.

Papa ad Albano: messa in Piazza Pia, “c’è prima Gesù o la nostra agenda, le nostre strutture?”. “Non bisogna essere cristiani complicati”

È l’invito rivolto dal Papa a ciascuno dei fedeli che affollano Piazza Pia ad Albano, per partecipare alla celebrazione eucaristica davanti alla cattedrale. “Ti sentirai toccato dentro dalla tenerezza invincibile di Dio, che commuove e smuove il cuore”, ha assicurato Francesco, che poi ha esortato ad un esame di coscienza: “Come Chiesa, chiediamoci se per noi Gesù viene prima: c’è prima Lui o la nostra agenda, c’è prima Lui o le nostre strutture?”.

Ogni conversione nasce da un anticipo di misericordia, dalla tenerezza di Dio che rapisce il cuore”, ha spiegato il Papa: “Se tutto quello che facciamo non parte dallo sguardo di misericordia di Gesù, corriamo il rischio di mondanizzare la fede, di complicarla e riempirla di tanti contorni: argomenti culturali, visioni efficientiste, opzioni politiche, scelte partitiche… Ma si dimentica l’essenziale, la semplicità della fede, quello che viene prima di tutto: l’incontro vivo con la misericordia di Dio. Se questo non è il centro, se non sta all’inizio e alla fine di ogni nostra attività, rischiamo di tenere Dio ‘fuori casa’ nella Chiesa, che è casa sua”.

Il gesto di Zaccheo – salire su un sicomoro – “è un gesto che ha richiesto coraggio, slancio, fantasia: non si vedono molti adulti salire sugli alberi; è una cosa che si fa da bambini. Zaccheo ha superato la vergogna e in un certo senso è tornato bambino”. “È importante per noi ritornare semplici, aperti”, il commento del Papa: “Per custodire il ‘prima’ di Dio, non bisogna essere cristiani complicati, che elaborano mille teorie e si disperdono a cercare risposte nella rete, ma come i bambini. Essi hanno bisogno dei genitori e degli amici: anche noi abbiamo bisogno di Dio e degli altri. Non bastiamo a noi stessi, abbiamo bisogno di smascherare la nostra autosufficienza, di superare le nostre chiusure, di ritornare piccoli dentro, semplici ed entusiasti, pieni di slancio verso Dio e di amore per il prossimo”.

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Fonte: Sir