Piano estate, le scuole risponderanno all'appello o faranno “scena muta”?

Parlano due dirigenti scolastiche. L'investimento è “il più importante di sempre”, ma tante sono le difficoltà. Porfiri: “In periodo di scrutini ed esami, questo progetto richiede impegno logistico e amministrativo ulteriore. Ma la scuola non può restare sorda di fronte alla richiesta”. Di Matteo: “Metteremo in campo forme di resilienza creativa, ma siamo stanchi”

Piano estate, le scuole risponderanno all'appello o faranno “scena muta”?

I soldi ormai sono in arrivo, le risorse del Decreto sostegni (in media 18 mila euro per ogni scuola) sono state ripartite e destinate a tutti gli istituti scolastici d'Italia: serviranno per realizzare attività educative e di socializzazione, nell'ambito del cosiddetto Piano Estate, per sostenere i bambini, i ragazzi e le famiglie nei prossimi mesi e non solo. Ma le scuole riusciranno a “rispondere all'appello” o, di fronte a questa richiesta, faranno “scena muta”? Lo abbiamo chiesto alle dirigenti di due istituti comprensivi romani: Daniela Porfiri (IC “Via Soriso”) e Simona Di Matteo (IC Guicciardini).

“Gli aspetti positivi da un lato, le criticità dall'altro, già evidenziate dai colleghi e dall'associazione nazionale presidi, sono entrambi effettivi e reali – afferma la dirigente Porfiri –. La scuola ha un suo mandato specifico e questo deve assolvere. In questa specifica contingenza, le viene richiesto di fare ancora di più: aprire in estate, per andare incontro a tante diverse fragilità sociali, soprattutto in quelle zone in cui la didattica si è svolta a distanza in gran parte dell'anno. Le risorse sono ingentissime – osserva –. Sono tanti anni che lavoro nel mondo della scuola e mai ricorso un investimento così importante”.
Ma se tante sono le risorse, “tante sono anche le difficoltà organizzative – riferisce ancora la dirigente Porfiri -. E tutto questo arriva alla fine dell'anno, nel momento in cui tutti siamo impegnati con scrutini, esami ecc... Aggiungiamo il fatto che è stato un anno particolarmente complesso: fino a dicembre almeno, la preoccupazione e la paura dei docenti erano tangibili. Si comprende quindi che ci sia un diffuso desiderio di riposo e tranquillità”.

Questo però non significa che le scuole non risponderanno all'appello. “Da venerdì scorso, quando è ci è arrivata la comunicazione dell'assegnazione dei fondi, abbiamo iniziato a ragionare concretamente per offrire un servizio che abbia valenza educativa e sociale, tenendo conto anche delle esigenze pratiche e degli aspetti concreti, come le ferie del personale e il protocollo Covid da rispettare. La scuola non può restare sorda di fronte alle richieste che le le vengono rivolte – afferma la dirigente - Stiamo leggendo e ci stiamo confrontando per trovare la nostra strada: dovremo innanzitutto capire se ci siano docenti disponibili, o se sarà necessario rivolgerci agli enti del terzo settore. Le scuole non potranno offrire attività per centinaia di alunni. Le iniziative previste dal piano per l'estate si differenziano dai centri estivi. Si rivolgono, infatti, a gruppi non numerosi e hanno precise finalità didattiche ed educative. Nella maggior parte dei casi, avranno molto probabilmente anche una durata circoscritta all'orario mattutino: ogni scuola stabilirà il numero massimo di partecipanti e i criteri selezione, prediligendo gruppi non troppo numerosi e attività all'esterno, nel rispetto dei protocolli Covid”.

Il rischio che qualche scuola faccia “scena muta”, di fronte a una sfida così impegnativa, esiste, ma la dirigente Porfiri è fiduciosa: “Alcune magari non faranno in tempo a partire subito e proporranno attività per la fase 3, prevista per settembre. Ma penso che tutte si attiveranno. Certo, ci saranno risposte diversificate, ma non parlerei di diseguaglianze: già ora l'offerta formativa varia sensibilmente da scuola a scuola. L'apertura estiva è una novità assoluta: ciascuno la declinerà sulla base delle proprie caratteristiche, del proprio contesto, delle proprie esigenze”.

Simona Di Matteo, dirigente dell'IC Guicciardini, ha già qualche idea: “Con i fondi del decreto Sostegni realizzeremo attività per la fase 1, a giugno: moduli laboratoriali per il potenziamento delle lingue e di scienze). Poi, attiveremo moduli nella fase 3, a settembre, finalizzati prevalentemente al rinforzo dell'italiano per gli alunni stranieri allo sviluppo delle abilità sociali. A luglio e agosto non prevediamo attività, dal momento che ci saranno lavori di ristrutturazione negli spazi esterni. Parteciperemo anche ai finanziamenti del Pon, ma non per i mesi estivi. Tutto è in costruzione – conclude – con forme di resilienza creativa che non ci abbandona”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)