Reddito di cittadinanza. Caritas: “Intercettare meglio la povertà assoluta"

Nel Rapporto sulla povertà 2021 un pacchetto di proposte per rendere la misura “più adatta agli scopi che si prefigge”, dal ritocco dei requisiti al potenziamento dei servizi. “Il futuro delle politiche contro la povertà in Italia è legato al buon funzionamento di questa misura”

Reddito di cittadinanza. Caritas: “Intercettare meglio la povertà assoluta"

La parola d’ordine è migliorare. Nel Rapporto sulla povertà 2021 “Oltre l’ostacolo” presentato oggi online la Caritas italiana presenta le proprie proposte per “cambiare” il  Reddito di cittadinanza e “renderlo adatto agli scopi che si prefigge”. “Il Reddito di cittadinanza ha complessivamente supportato 3,7 milioni di persone nel corso del 2020 a livello nazionale, ha interessato uno su cinque fra coloro che si sono rivolti ai centri e servizi Caritas nel 2020 e più della metà (55%) dei beneficiari di una indagine longitudinale sui beneficiari Caritas monitorati dal 2019 (pre-pandemia) al 2021. A due anni dalla sua introduzione e dopo un anno e mezzo di pandemia, occorre verificare il funzionamento della misura per capire che cosa cambiare”.

Nel rapporto un pacchetto “delimitato” di questioni di affrontare. Al primo posto c’è la necessità di migliorare la capacità dello strumento di intercettare la povertà assoluta. “Oggi ancora più della metà delle famiglie in povertà assoluta non riceve il RdC - spiega la Caritas -. Si tratta soprattutto di famiglie povere che tendono più di frequente: a risiedere nel Nord, ad avere figli minori, ad avere al loro interno un richiedente straniero e ad avere un patrimonio mobiliare (risparmi) superiore alla soglia fissata come requisito di accesso”.

Il pacchetto di interventi prevede di ampliare alcuni criteri di accesso, attraverso la diminuzione del numero di anni di residenza richiesti; l’innalzamento delle soglie del patrimonio mobiliare; l’innalzamento delle soglie economiche al Nord ed infine una scala di equivalenza non discriminatoria verso le famiglie più numerose e che non le sfavorisca rispetto ai nuclei con uno o due componenti. Tra le richiesta anche quella di restringere alcuni criteri di accesso, con l'abbassamento delle soglie economiche per le famiglie di una persona e di due persone potendo contare su altre risposte dedicate sulla base delle proprie esigenze (nel caso per esempio di lavoratori una maggiore offerta in sostegni per la conciliazione o interventi che promuovano l’occupazione femminile).

Per la Caritas, inoltre, occorre proseguire nel processo di rafforzamento di servizi e azioni per l’inserimento lavorativo, attraverso il miglioramento degli incentivi al lavoro per chi è già occupato e disegnando interventi adatti a chi non è occupabile. Infine, occorre rafforzare anche i servizi e le azioni che riguardano l’inclusione sociale. Per la Caritas, occorre costruire interventi coordinati con i Centri per l’Impiego, le Asl e gli altri attori locali e prevedere l’affiancamento degli Ambiti territoriali sociali nella traduzione operativa delle indicazioni normative e delle opportunità finanziarie disponibili. “Il futuro delle politiche contro la povertà nel nostro paese è, oggi più che mai legato al buon funzionamento di questa misura - conclude la Caritas -. È, quindi, da qui che occorre partire per disegnare interventi sempre più adeguati a una povertà in evoluzione”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)