Ricucire le disuguaglianze. Considerazioni a partire dai dati Oxfam sulla disuguaglianza in Italia

L’annuale rapporto Oxfam “DisuguItalia 2021” osserva l’accentuarsi delle disuguaglianze che già in precedenza erano radicate in Italia.

Ricucire le disuguaglianze. Considerazioni a partire dai dati Oxfam sulla disuguaglianza in Italia

Si stanno producendo diversi strappi nel tessuto sociale ed è urgente iniziare a capire quali percorsi imboccare per iniziare a ricucirli. La crisi epidemica in cui siamo immersi con le conseguenze che comporta per la vita economica dei paesi, colpisce in modo forte soprattutto il lavoro di alcune fasce della popolazione: quanti sono coinvolti in occupazioni precarie, le partite Iva, i commercianti, tutti quelli che sono impegnati in attività turistiche o dello spettacolo. C’è un’incertezza diffusa appesa all’andamento dell’indice dei contagi che porta alle parziali aperture o alle chiusure delle regioni.

L’annuale rapporto Oxfam “DisuguItalia 2021” osserva l’accentuarsi delle disuguaglianze che già in precedenza erano radicate in Italia. In particolare denuncia che a conseguenza del primo lockdown circa metà delle famiglie italiane dichiaravano – secondo una ricerca di BankItalia – di aver subito una contrazione del 15% del proprio reddito e solo il 20% dei lavoratori autonomi era riuscito a passare indenne la chiusura. Inoltre il rapporto evidenza che – dopo l’estate – circa il 30% delle famiglie con figli di età inferiore ai 14 anni sosteneva di non disporre di risorse per affrontare le spese essenziali per il prossimo mese, senza l’arrivo di nuove entrate.

Sicuramente alcune misure emergenziali di sostegno al reddito aiutano alcuni ad affrontare le difficoltà, ma senza una strategia che guardi al futuro non si potrà venire a capo di una situazione strutturale che tende a marginalizzare molti cittadini e le loro famiglie.
Il Rapporto propone “un’agenda trasformativa” che coniughi iniziative territoriali per sostenere l’inclusione in una logica sussidiaria e iniziative nazionali che guardino a una maggiore politica redistributiva per rivalutare il lavoro in confronto ai redditi, per investire nel sistema di istruzione per contrastare la povertà educativa che è il primo ostacolo al potenziamento delle opportunità di ogni persona, soprattutto i bambini.
A queste proposte, però, va aggiunta una visione più alta che guardi alla possibilità di uno sviluppo di tutto il Paese a partire dalle sue diverse vocazioni regionali, perché ogni territorio possa diventare luogo che promuove lavoro. Se si immagineranno soltanto interventi di sostegno individuale le differenze rimarranno perché non incideranno sulle strutture che alimentano le profonde disparità.

Per ricucire le disuguaglianze c’è bisogno di crescere nella solidarietà che come spiega Papa Francesco nella Fratelli tutti al n. 116: “è una parola che non sempre piace; direi che alcune volte l’abbiamo trasformata in una cattiva parola, non si può dire; ma è una parola che esprime molto più che alcuni atti di generosità sporadici. È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. È far fronte agli effetti distruttori dell’Impero del denaro”.

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Fonte: Sir