Rientro a scuola, quanti spazi mancano? Ci sono 15 mila plessi dismessi

Il ministero invia un questionario ai presidi, da compilare entro il 1 agosto, per rilevare, a livello nazionale e alla data attuale, il fabbisogno di ulteriori spazi necessari alle istituzioni scolastiche”. Anief: “Iniziativa positiva ma tardiva. A questo punto, recuperare scuole dismesse negli ultimi 12 anni”

Rientro a scuola, quanti spazi mancano? Ci sono 15 mila plessi dismessi

Quanti spazi aggiuntivi servono alle scuole, per garantire a tutti gli studenti il rientro in classe, il prossimo 14 settembre? La ministra Azzolina lo chiede ai dirigenti scolastici, invitandoli a compilare un questionario dedicato entro sabato 1 agosto. E' quanto prevede la nota n. 1359 del 30 luglio 2020, nella quale innanzitutto ribadisce “i ringraziamenti per l’intenso lavoro profuso nell’ambito delle attività di monitoraggio già effettuate presso le istituzioni scolastiche, che hanno consentito di acquisire un quadro generale della situazione, nell’ambito delle misure di contenimento della diffusione del COVID-19” e assicura che “l'amministrazione sta lavorando per assicurare tutto il necessario supporto per la riapertura dell’anno scolastico in sicurezza con i diversi soggetti istituzionali coinvolti”.

La ministra chiede quindi “la collaborazione nella compilazione di un sintetico questionario finalizzato a rilevare, a livello nazionale e alla data attuale, il fabbisogno di ulteriori spazi necessari alle istituzioni scolastiche per garantire la ripresa delle attività didattiche in presenza nel mese di settembre 2020. Ai fini della compilazione del questionario – precisa - si specifica che le richieste di banchi monoposto, sedute standard e sedute didattiche innovative sono state acquisite dall’Amministrazione e rese oggetto di gara europea ad evidenza pubblica da parte del Commissario Arcuri e che, pertanto, verranno evase secondo la tempistica comunicata dal Commissario stesso, entro la seconda settimana del mese di settembre”.

15 MILA SCUOLA DISMESSE

Iniziativa ministeriale “positiva anche se tardiva – commenta il sindacato Anief - perché attuata obiettivamente troppo a ridosso del nuovo anno scolastico. A questo punto – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e Udir – considerando che manca solo un mese per intervenire sui locali alternativi, la scelta migliore, probabilmente obbligata, per non arrivare impreparati all’inizio delle lezioni - costringendo gli istituti a svolgere improbabili doppi turni, a ridurre il tempo scuola o a proporre la didattica digitale integrata – non può essere che quella di individuare i nuovi spazi ritenuti necessari dai presidi all’interno delle scuole dismesse negli ultimi 12 anni a causa del dimensionamento imposto dalla Legge 133 del 2008. Si tratta di ben 15 mila plessi che, naturalmente in accordo con enti e istituzioni locali, con pochissimi accorgimenti potrebbero essere immediatamente adibiti all’utilizzo scolastico”.

Didattica in aula, non a distanza

La richiesta del ministero è intesa comunque dal sindacato come un segnale positivo: “L’esigenza espressa dal ministero dell’Istruzione conferma le indicazioni fornite da Anief e Udir di tornare sui banchi di scuola, quindi a svolgere delle lezioni tradizionali in presenza, allestendo delle classi composte da non oltre 15 alunni, con il mantenimento dell'orario di lezione settimanale ministeriale e senza riduzione di tempo scuola. Considerando solo come ultima ratio o in presenza di un secondo lockdown che nessuno si augura di vivere, la possibilità di riproporre delle forme di didattica a distanza, poiché la Dad risulta didatticamente molto meno formativa. “Nelle passate settimane – commenta Pacifico – abbiamo più volte sollecitato il Governo, anche nella persona del premier Giuseppe Conte, a orientarsi all’utilizzo dei locali scolastici dismessi, praticamente già pronti all’uso e a misura d’uomo, quasi sempre anche senza interventi di edilizia leggera, né tantomeno pesante”.

NON SOLO SPAZI: ASSUMERE 200 INSEGNANTI E ATA PRECARI

Non è però solo questione di spazi: “A nostro avviso – aggiunge Pacifico - una volta appurati gli spazi aggiuntivi, sarà indispensabile passare con sollecitudine alle nomine in ruolo e non a tempo determinato di 200 mila insegnanti e Ata precari. E subito dopo alla formazione dell’organico aggiuntivo non certo limitato a 50 mila lavoratori ‘usa e getta’, ma quantificato in 160 mila docenti e 40 mila Ata: una quantità che risulta anche in linea con le recenti richieste di integrazione d’organico che stanno giungendo in questi giorni dagli Uffici Scolastici Regionali”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)