Rinascente, lo sciopero delle commesse non ferma lo shopping dei padovani

Mentre le commesse manifestano sul listòn, i clienti danno l'assalto alla merce scontata. È lo strano sabato che ha vissuto il centro di Padova, con le lavoratrici della Rinascente in sciopero e il negozio comunque affollato di clienti.

Più della mobilitazione poterono i cartellini promozionali, capaci di attirare acquirenti a caccia di risparmi sui prossimi regali di Natale.

«Per la Rinascente noi non siamo niente» si legge su altri cartellini, quelli appesi al collo delle scioperanti che distribuiscono volantini ai pochi passanti di via Cavour che decidano di sospendere per un attimo la loro corsa agli acquisti per ascoltarne le voci.

Rinascente, lo sciopero delle commesse non ferma lo shopping dei padovani

La storia è ormai conosciuta ai più: Rinascente chiude bottega e per metà febbraio restituirà anche le chiavi all'immobiliare proprietaria del complesso padovano.

Ai 39 lavoratori, soprattutto donne impegnate come commesse, l'azienda prospetta il trasferimento negli altri punti vendita della catena: Milano, Palermo, Roma...

Una notizia, quella della serrata, che ha colto tutti di sorpresa a cominciare da chi tutti i giorni anima il negozio con il proprio lavoro e che si prospetta estremamente dolorosa: senza una crisi aziendale aperta con tutti i crismi, ai lavoratori spetterebbero solo una parte dei sussidi previsti dalla normativa.

La speranza è che, al tavolo che si aprirà nei prossimi giorni in Regione, si manifesti un ripensamento dell'azienda e la conseguente disponibilità ad avvalersi dei dispositivi di welfare previsti per le aziende in difficoltà.

Non bisogna dimenticare, poi, il destino del grande stabile che ha finora ospitato il punto vendita. Nell'incertezza generale, si sentono le voci più diverse e contrastanti: c'è chi parla dell'arrivo di qualche punto vendita più massimalista e chi parla di un frazionamento dell'immobile per renderlo più appetibile. Ciò che vede tutti d'accordo è, al momento, la necessità di non lasciarlo preda del degrado e dell'abbandono.

Lavoratrici in strada, clienti all'assalto

Non è bastato lo sciopero indetto per la mattina di sabato 22 per fermare il centro commerciale Padovano: se fra le commesse assunte a tempo indeterminato l'adesione è stata buona, dentro son rimasti i capireparto e gli interinali.

Una quantità di personale che, comunque, non ha saputo reggere l'ondata di padovani attratti dai forti sconti, dal 30 al 50%.

Orde di signore benvestite hanno dato l'assalto ai reparti pelletteria e abbigliamento, lasciando dietro al loro passaggio una distesa di prodotti in terra e una lunga coda di mariti annoiati alle casse.

C'è chi arruffa un'esposizione di cravatte di grande firma, chi getta all'aria uno stand di maglioni a caccia della taglia giusta calpestando le altre e chi riempie il passeggino del figlio con alberelli di Natale da 5€ da scontare.

È il grande paradosso di questa giornata: fuori le commesse preoccupate per il loro futuro, dentro la clientela intenta a litigarsi le spoglie a prezzo di saldo.

Nessuno, questa mattina, sembra accorgersi del grande buco nero che si è già aperto nel centro di Padova, neanche gli altri commercianti con i negozi semi-deserti grazie agli sconti pre-natalizi del concorrente in fuga dalla città. 

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