San Carlo. Giovani, uno spazio dedicato

San Carlo. Si è tenuta la prima assemblea parrocchiale dei giovani. È un luogo per riflettere, prendere decisioni, condividere scelte... In dialogo con il neonato Coordinamento di pastorale giovanile e con il consiglio pastorale

San Carlo. Giovani, uno spazio dedicato

Si chiama GiC, Giovani in comunità, ed è l’assemblea dei giovani, dai 19 anni in su, della parrocchia di San Carlo in Padova. È frutto di un percorso avviato da alcuni anni per ragionare e riflettere sullo stato di salute del settore giovanile. «La comunità giovanile di San Carlo è molto attiva e in crescita – racconta don Diego Cattelan, il vicario parrocchiale – Le attività, le proposte, la voglia di fare non mancano, ma la sensazione era che non ci fosse organizzazione. Così ci siamo strutturati in un Coordinamento di pastorale giovanile, composto dal vicario parrocchiale, due adulti nominati dal consiglio pastorale, un giovane della presidenza di Azione cattolica, un giovane della comunità dei capi scout e due giovani votati dai coetanei». Questa realtà ha il compito di coordinare e organizzare le diverse
proposte e percorsi, fare da tramite con il consiglio pastorale e dare ascolto a tutti i giovani attraverso l’assemblea “Giovani in Comunità”. «Il senso – continua il vicario parrocchiale – è creare una realtà, un luogo in cui tutti i giovani possono dare il proprio contributo o esprimere un parere. Un luogo aperto a tutti, in cui prendere decisioni, condividere scelte... Ha funzione di conoscenza reciproca fra le varie attività e visione di un orizzonte comune: le attività proposte da scout o Azione cattolica devono essere in linea con uno stile, quello della parrocchia, che viene condiviso con le famiglie». Ciò che mancava quindi non erano tanto le “cose fisiche”, quanto le pratiche virtuose, gli atteggiamenti positivi, quali ad esempio l’accoglienza e la sana comunicazione, una progettualità chiara, un coordinamento generale perché spesso le molteplici attività parrocchiali tra loro non sono collegate o ben pubblicizzate, alcune sono anche poco attrattive o accattivanti e non sempre tengono conto degli effettivi bisogni. Questo nuovo “soggetto”, che è in divenire, diventa spazio in cui i ruoli sono certi, i luoghi definiti, gli accompagnatori credibili. All’interno dell’assemblea sono previste delle commissioni divise per ambiti e interessi, come la gestione delle pagine social, l’aiuto alla Caritas per le borse della spesa, il servizio nel bar del centro parrocchiale, il supporto alla segreteria, la gestione di eventi, concerti o spettacoli nel teatro parrocchiale. «Nella prima assemblea di quest’anno, che si è tenuta in ottobre – conclude don Diego Cattelan – abbiamo parlato della Giornata mondiale della gioventù in programma a Lisbona ad agosto 2023, cui vorremmo unire un tratto del cammino di Santiago, ma anche di come ridurre i consumi energetici quando siamo in patronato per le attività. L’obiettivo dell’assemblea è essere luogo strutturato dove si raccolgono le varie esigenze che poi vengono riportate al coordinamento che ha il compito di tirare le fila, facendo sempre riferimento al consiglio pastorale».

Come funziona

Mentre l’assemblea (GiC) si riunisce 3-4 volte l’anno (il prossimo appuntamento sarà intorno a Natale per avviare una riflessione sulla prossima estate) il coordinamento di pastorale giovanile si trova ogni mese e mezzo circa. Gli incontri dell’assemblea iniziano con un momento formativo (la lettura di un testo: in ottobre, ad esempio, è stato scelto un brano della Evangelii Gaudium). Una trentina i giovani dai 19 ai 30 anni che hanno partecipato al primo incontro.

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