Santa Chiara. È l’amore che ci trasforma in Eucaristia vivente

Santa Chiara ci aiuta a comprendere che l’essenziale non è la quantità di messe a cui partecipiamo, ma la qualità e profondità del nostro rapporto con l’Eucaristia. Che diventa vita nella nostra vita

Santa Chiara. È l’amore che ci trasforma in Eucaristia vivente

«L’intera vita di Chiara era un’eucaristia», così affermava Giovanni Paolo II nella Lettera alle claustrali per l’8° centenario della nascita di santa Chiara, l’11 agosto 1993. Come sarà avvenuta questa sua trasformazione? Che sia possibile anche per noi, oggi?

Santa Chiara non era così fortunata come ai nostri tempi in cui l’Eucarestia si celebra ogni giorno! Nel capitolo terzo della sua Regola leggiamo: «Le sorelle si comunichino sette volte l’anno, cioè nel Natale del Signore, nel Giovedì santo, nella Risurrezione del Signore, nella Pentecoste, nell’Assunzione della Beata Vergine Maria, nella festa di san Francesco e nella festa di ognissanti».

In questo tempo di pandemia in cui siamo stati provati dall’assenza del sacramento, santa Chiara pare dirci che l’essenziale non è la quantità delle messe, ma la qualità e la profondità del nostro rapporto con l’Eucaristia, che ci insegna a far memoria, a fissare nella mente e nel cuore quanto celebriamo affinché traspaia dalle nostre parole e azioni, e diventi vita nella nostra vita. Allora, come scriveva in una delle sue lettere, saremo «trasformati interamente per mezzo della contemplazione nell’immagine di Gesù».

Contemplare l’Eucaristia è scoprirla quale rendimento di grazie: così Chiara l’aveva vissuta! Tanto che conclude la sua vita con una benedizione che possiamo equiparare al “benediciamo il Signore” alla fine della messa: «Va’ sicura, in pace, anima mia benedetta, perché... Colui che ti ha creata... ti ha amata con tenero amore. E tu, Signore, sii benedetto perché mi hai creata». Sono parole che s’imparano in un’intera esistenza. A volte pratichiamo poco la via della gratitudine, non per cattiva volontà, ma perché tutto ci sembra dovuto. Ringraziare ci permette di godere riducendo la nostra pretesa di possedere, di stupirci di fronte alle persone, alle cose, alla realtà che ci circonda, di prendere consapevolezza che tutto quello che siamo e abbiamo è il frutto di quanto riceviamo costantemente. Ringraziare è apprendere un’arte, con pazienza, come scriveva Cesare Pavese: «Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Come? Costano lo sforzo per capire che sono gratuite».

Un altro aspetto dell’Eucaristia è spezzare il pane, condividere: «E amandovi a vicenda nell’amore di Cristo, quell’amore che avete nel cuore, dimostratelo al di fuori con le opere». Le parole del testamento di Chiara le possiamo parafrasare con quelle di Simone Cristicchi: «Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro. Basta mettersi al fianco invece di stare al centro. L’amore è l’unica strada, è l’unico motore. È la scintilla divina che custodisci nel cuore».

L’Eucaristia si compie nell’amore. La vita di Chiara si è compiuta nell’amore e così sarà anche la nostra vita! È l’amore che ci cambia, che ci trasforma dall’interno lentamente, in Eucaristia vivente!

Sorelle Clarisse di Montagnana

Apostolato della preghiera: ottobre

Intenzione universale del papa Preghiamo affinché in virtù del battesimo, i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità della Chiesa.

Intenzione dei vescovi Perché ogni cristiano riscopra la dimensione missionaria della propria fede, per un’incisiva evangelizzazione nel nostro mondo secolarizzato.

Intenzione per il clero Cuore di Gesù, Missionario dell’Amore, sostieni tutti i Tuoi ministri, perché possano essere missionari in ogni parte del mondo di senso e speranza.

La Pia Opera delle messe perpetue unisce gli iscritti, vivi e defunti, nella carità del suffragio e dell’intercessione della Chiesa. I benefici sono la celebrazione di una messa quotidiana e la recita del rosario. Per l’iscrizione si richiede un’offerta pari possibilmente all’elemosina corrente di una messa. Il versamento può essere fatto: presso l’ufficio dell’Opera; sul c/c postale n. 146357; con l’Iban: IT03Y07601121 00000000146357.

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