Scuola dell'infanzia di Mejaniga. In relazione con le famiglie

Se si aprirà in estate la scuola San Pio X di Mejaniga sarà pronta. L’orientamento, in attesa delle linee guida ufficiali, già c’è: gruppi piccoli (e quindi più personale?), entrate scaglionate, genitori fuori, termoscanner, pasti in classe (ognuna dotata di servizi igienici e climatizzatore), cortili divisi.

Scuola dell'infanzia di Mejaniga. In relazione con le famiglie

Il legale rappresentante è il parroco, don Mirco De Gaspari. «Non credo che ci rendiamo conto del danno psico-relazionale che questi bambini stanno subendo. Se staranno a casa fino a settembre, certamente l’identità familiare si sarà rafforzata, ma molti percorsi di socializzazione dovranno riprendere daccapo».

A Mejaniga come nelle altre cinque scuole dell’infanzia del vicariato di Vigodarzere si è scelto di far pagare solo il 20 per cento della retta alle famiglie. Così tutti i genitori dei 130 bambini iscritti alla San Pio X hanno corrisposto la somma. Anche perché le otto insegnanti prestano comunque tre ore di servizio settimanale ciascuna (per il resto sono in cassa integrazione) e inviano attività, video, racconti alle famiglie, ora anche con una piattaforma autoprodotta attenta soprattutto alle competenze prescolari per i bambini dell’ultimo anno.

Ma anche il cuoco ogni settimana insegna una ricetta ai piccoli e ai genitori, mentre il personale ausiliario produce piccoli contenuti con i consigli per la pulizia e la sanificazione. Tutte le competenze quindi sono in gioco in questa avventura inedita per la scuola. E non appena sarà possibile, parroco, direttrice, maestre e famiglie sono pronte a inaugurare il nuovo giardino scolastico, completato proprio alla vigilia della pandemia.

«La cura della relazione con le famiglie è centrale per noi – continua don Mirco – Certo, non tutti hanno compreso immediatamente il senso di pagare parte della retta a fronte della chiusura di un servizio. Ma poi ci siamo sentiti con tutti e le persone hanno compreso il funzionamento della scuola. Senza ingressi o interventi dello stato, per molte scuola sarà complesso pagare i contributi delle maestre per luglio e agosto. Ma questa è l’occasione anche per riscoprire le nostre scuole dal punto di vista pastorale: siamo molto attenti ai versanti economico e didattico, mentre per la nostra comunità osservo che il 90 per cento dei catechisti o degli accompagnatori dei genitori dell’iniziazione cristiana provengono proprio dall’esperienza della scuola dell’infanzia, e ogni anno almeno almeno in dieci si mettono in gioco».

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