Scuole “riparative”: presentato il manifesto su conflitti e mediazione

Affiancano alle sanzioni tradizionali lo strumento della mediazione: alla punizione preferiscono la relazione e il confronto. Sono le 13 “scuole riparative” che l’Autorità garante Carla Garlatti ha incontrato questa mattina a Milano, presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria”. Presentato il Manifesto

Scuole “riparative”: presentato il manifesto su conflitti e mediazione

Scuole che affiancano alle sanzioni tradizionali lo strumento della mediazione e nelle quali non conta punire chi offende, umilia o compie ingiustizie. Conta ricostruire la relazione tra ragazzi coinvolti nel conflitto, ai quali viene offerta l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola, con l’accompagnamento di un mediatore. Sono le 13 “scuole riparative” (istituti secondari di primo e secondo grado) che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha incontrato questa mattina a Milano, nel Teatro Puntozero presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria”.

Nel corso dell’evento è stato presentato il “Manifesto per le scuole riparative” che arriva alla conclusione della seconda edizione del progetto dell’Autorità garante “Riparare: conflitti e mediazione a scuola”, realizzato in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria. Si tratta di un documento in 10 punti, che parte con l’affermazione della prospettiva della riparazione attraverso la mediazione per affrontare i conflitti che nascono nella comunità scolastica e coinvolgono studenti, professori, genitori, dirigenti scolastici, personale Ata e personale amministrativo.

“Occorre far crescere la cultura della mediazione per fondare una società più equa e pacifica, improntata alla reciproca comprensione e alla responsabilità. Auspico che il percorso di mediazione scolastica divenga strutturale nel Paese come formazione di ogni studente”, dice l’Autorità garante Carla Garlatti. “La mediazione rappresenta anche una risposta al bullismo e al cyberbullismo e costituisce una risorsa preziosa non solo in ambito scolastico, ma anche come modalità per affrontare la vita e costruire un mondo migliore nel quale la gestione dei conflitti passi attraverso il dialogo e la comunicazione delle emozioni, trasformandosi in opportunità di cooperazione e crescita”.

Ecco l'elenco delle “scuole riparative”: Istituto comprensivo “Pellico” di Arluno (Milano), Istituto comprensivo “Alzavole” di Roma, Istituto comprensivo “Torre” di Pordenone, Istituto comprensivo “Marino Santa Rosa” di Napoli, Istituto comprensivo “Albenga” di Albenga (Savona), Istituto comprensivo “Giovanni Giannone” di Pulsano (Taranto), Istituto comprensivo “Salvatore Farina” di Sassari, Istituto comprensivo “De Amicis – Bagaldi – San Lorenzo” di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), Istituto comprensivo “Federico II di Svevia” di Lagopesole Avigliano (Potenza), Liceo artistico “Passoni” di Torino, Istituto professionale provinciale alberghiero “Cesare Ritz” di Merano (Bolzano), Istituto comprensivo “Catullo” di Verona e Scuola ladina di Fassa della Val di Fassa (Trento).

Il manifesto delle Scuole riparative

  1. La scuola riparativa è la scuola che utilizza la prospettiva della riparazione per affrontare i conflitti che nascono nella comunità scolastica e che coinvolgono studenti, professori, genitori, dirigenti scolastici, personale ATA, personale amministrativo
  2. La scuola riparativa affianca alle sanzioni disciplinari tradizionali (note, sospensioni etc.) strumenti differenti, quali la mediazione, che non hanno come obiettivo la punizione del colpevole ma la ricostruzione della relazione tra i protagonisti coinvolti, ai quali viene offerta l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola
  3. La scuola riparativa utilizza lo strumento della mediazione per affrontare le esperienze di offesa, umiliazione, ingiustizia che fanno perdere la fiducia negli altri e si prende cura delle conseguenze negative che nascono dai conflitti della vita quotidiana e che possono avere un peso sul benessere individuale e collettivo
  4. La scuola riparativa restituisce un ruolo attivo ai protagonisti del conflitto ma anche a tutta la comunità scolastica, mettendo a disposizione per chi lo desidera uno spazio e un tempo per restituire dignità ai vissuti e alle narrazioni di ciascuno e per aprire un dialogo attraverso un incontro con l’altro. La mediazione facilita il riconoscimento reciproco e permette di progettare in modo condiviso azioni che riparano, anche a visibilità collettiva, e che sono rivolte al futuro
  5. La scuola riparativa rispetta i principi cardine della mediazione: volontarietà, confidenzialità, gratuità, non giudizio
  6. La scuola riparativa garantisce un’adeguata informazione e sensibilizzazione sulla mediazione e sulla riparazione, adotta attente modalità per la costruzione e la raccolta del consenso a partecipare delle persone in conflitto, e assicura un accompagnamento competente da parte dei mediatori durante tutto il percorso che le vede coinvolte
  7. La scuola riparativa è sensibile alla qualità delle relazioni che caratterizzano la vita scolastica e promuove non solo l’uso della mediazione ma anche la formazione costante di giovani e adulti mediatori che possano operare al suo interno sempre più in autonomia
  8. La scuola riparativa è sensibile alla qualità delle relazioni che caratterizzano la vita scolastica e promuove non solo l’uso della mediazione ma anche la formazione costante di giovani e adulti mediatori che possano operare al suo interno sempre più in autonomi
  9. La scuola riparativa è in rete con centri/uffici/servizi di mediazione del territorio affinché garantiscano un supporto e un confronto periodico
  10. La scuola riparativa si impegna alla creazione di una rete fra scuole riparative, nell’ottica di un costante scambio e possibile collaborazione

Chiara Ludovisi

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)