Scuole superiori in dad anche a febbraio? Per Anief, “rischio generazione persa”

Allarme del sindacato: “Superata la crisi di governo, bisognerà investire bene sulla scuola. Chiediamo di essere convocati, per offrire contributo nella gestione delle risorse del Recovery Plan. Priorità sono organici, rivisitazione del tempo scuola e dell'obbligo scolastico, stabilizzazione dei precari”

Scuole superiori in dad anche a febbraio? Per Anief, “rischio generazione persa”

“Per le scuole superiori è probabile che la linea di condotta (didattica in presenza e a distanza, ndr) continui ancora a febbraio. Il momento è delicato, rischiamo di perdere una generazione”: ne è convinto Marcello Pacifico, segretario generale di Anief. “L’autonomia che viene data alle singole regioni – ha ricordato - spesso non coincide con risposte univoche rispetto all’andamento epidemiologico. E anche le sentenze della magistratura vanno a impedire una linea di condotta comune su tutto il territorio nazionale. Ci sono poi delle regioni dove in base alle decisioni del tribunale amministrativo si sono aperte o chiuse le scuole anche nei gradi inferiori come media e primaria. Bisognerebbe ricordare che il diritto all’istruzione è di tutti gli alunni”.

Per questo, “superata la crisi di governo, bisognerà investire bene sulla scuola convocando sindacati e parti sociali che possono indicare le priorità da seguire”, afferma ancora Pacifico, chiedendo un incontro con il governo, “per capire se abbiamo dei progetti che possono essere utili per lo sviluppo di quei cluster funzionali all'investimento delle risorse del Recovery Plan. Siamo pronti a discutere di progetti che devono riguardare il diritto allo studio, quindi soprattutto gli organici, la rivisitazione del tempo scuola e dell'obbligo scolastico, la stabilizzazione dei precari”.

Certamente, “la didattica a distanza non può sostituire la didattica in presenza e ci vogliono delle regole certe per garantire il diritto all'istruzione in questo periodo – continua Pacifico - Nel frattempo bisogna lavorare per essere ascoltati dal governo. Se non si perseguirà questa strada, difficilmente riusciremo a uscire dalla crisi della pandemia, mantenendo il diritto all'istruzione e il diritto alla salute. Come non riusciremo a migliorare gli apprendimenti dei nostri studenti. Il rischio è di ritrovarci con una generazione che sarà totalmente persa".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)