Servizio civile, le 15 proposte delle regioni per emendare la legge

A 5 anni dall’istituzione del Servizio civile universale, regioni e province autonome chiedono al Governo una revisione complessiva della normativa. La Conferenza avanza 15 proposte emendative, partendo dal presupposto che vi è stata "la perdita del governo generale dei processi sui territori da parte delle regioni e delle province autonome"

Servizio civile, le 15 proposte delle regioni per emendare la legge

A 5 anni dall’istituzione del Servizio Civile Universale (SCU), le Regioni e le Province autonome chiedono al Governo una revisione complessiva della sua normativa ed in particolare del D.Lgs. 40/2017.
Nel documento, inviato nelle scorse settimane al Capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale (SCU) ma il cui contenuto è stato reso noto solo ieri, la Conferenza delle Regioni e delle P.A. avanza 15 proposte emendative al testo del decreto con l’intento di “avviare un’interlocuzione con il Governo in relazione al funzionamento e all’attuazione della misura del SCU” perché la nuova normativa – secondo quanto si può leggere nella nota stampa ufficiale - “ha ridimensionato il ruolo istituzionale delle Regioni e delle Province autonome e limitato le possibilità di realizzare una sostanziale concertazione tra i livelli istituzionali. Una impostazione che ha già mostrato diversi limiti sia per quanto riguarda l’accesso al sistema da parte degli Enti che chiedono di aderire al servizio civile, sia per quel  che concerne la gestione della valutazione dei programmi di SCU”. “La conseguenza – spiega ancora la nota della Conferenza - è stata la perdita del governo generale dei processi sui territori da parte delle Regioni e delle Province autonome. Una indubbia anomalia per Istituzioni ‘di prossimità’, la cui esperienza positiva si era peraltro consolidata in almeno 15 anni di attività. A tutto ciò va aggiunta la considerazione che siamo di fronte ad un ambito le cui competenze sono attribuita dalla Costituzione proprio alle Regioni”.

Gli emendamenti riguardano 12 articoli del Decreto attuativo della riforma del SCU e vanno dalla richiesta dell’istituzione di una “struttura tecnico - operativa di collaborazione permanente tra Dipartimento e Regioni e Province Autonome (Tavolo tecnico operativo di collaborazione permanente)” fuori dalla Consulta nazionale del SCU, alla “equiparazione fiscale e previdenziale del Servizio civile regionale/provinciale con il Servizio Civile Universale”, nonché al maggior coinvolgimento delle Regioni e P.A. nella valutazione e approvazione dei programmi di intervento, nella comunicazione istituzionale, nella formazione degli operatori volontari e degli stessi formatori generali.

Sul versante economico la Conferenza chiede l’introduzione “della previsione, nel Fondo nazionale per il servizio civile, di risorse costanti ma proporzionali agli stanziamenti annuali attribuiti al SCU per lo svolgimento delle attività istituzionali delle Regioni e Province Autonome, in modo da garantire una copertura certa dei costi”, accanto alla previsione “di una percentuale di operatori volontari da assicurare in ciascun territorio regionale o provincia autonoma, nella misura di non meno del 50% del contingente complessivo stabilito annualmente, al fine di garantire pari opportunità di partecipazione al servizio civile a tutti i giovani, a prescindere dall’area geografica in cui domiciliano e dalla qualità e quantità della progettazione locale”.

La proposta suggerisce anche la semplificazione di alcuni processi, l’individuazione di nuove strategie per rendere più efficace la progettazione , un’adeguata distribuzione, non solo territoriale ma anche settoriale, dei progetti nonché la sperimentazione di due tipologie di programmi intervento degli enti: “standard”, che prevedano l’impiego di volontari in attività già tipizzate (ad esempio le attività di soccorso in associazioni di assistenza), e “innovativi” che sviluppino specifiche progettualità. (FSp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)