Solidaria. Paesaggio, memoria e identità, a 20 anni dalla ratifica della Convenzione europea del paesaggio

A 20 anni dalla ratifica della Convenzione europea sul paesaggio i due convegni di Solidaria del 22 e del 25 settembre ne approfondiscono i contenuti.  

Solidaria. Paesaggio, memoria e identità, a 20 anni dalla ratifica della Convenzione europea del paesaggio

Il paesaggio non è sinonimo solo di panorama, bella vista. Per la Convenzione europea del paesaggio, che quest’anno compie vent’anni, ogni parte del paesaggio è portatrice di significati: le parti di particolare bellezza, i paesaggi della vita quotidiana e quelli degradati. Per questo, a ogni tipo di paesaggio corrisponde un tipo di intervento: salvaguardia, gestione, pianificazione. Solidaria ricorda questo anniversario con due appuntamenti: martedì 22 settembre alle 15 al San Gaetano ci sarà il convegno "Paesaggio dalla Costituzione alla Convenzione europea” e venerdì 25, sempre alle 15, in Sala dei Giganti la presentazione di alcune buone prassi su “Il paesaggio di cui mi prendo cura è…”.

Uno degli obiettivi della Convenzione europea del paesaggio è sensibilizzare alla conservazione non solo dei monumenti, ma anche della parte non costruita del territorio, riconoscendo il paesaggio patrimonio culturale in quanto frutto dell’interazione tra l’uomo e la natura e quindi del rapporto della società con l’ambiente.

Quest’ottica è un modo di considerare il paesaggio che mostra la differenza con il concetto di paesaggio culturale dei siti Unesco considerati patrimonio dell’umanità, quindi da preservare, mentre la Convenzione europea sottolinea il valore del paesaggio in quanto spazio in cui l’uomo vive e agisce per cui non deve essere solo tutelato, ma anche gestito.

Benedetta Castiglioni, docente del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova, sarà una dei relatori al convegno "Paesaggio dalla Costituzione alla Convenzione Europea”. «Anche l’aspetto tecnico delle norme del diritto entro cui ci muoviamo – spiega Castiglioni – deve tener conto che il paesaggio viene vissuto e trasformato dall’azione dei cittadini. La Convenzione non è passiva, ma dà la possibilità di intervenire e dar voce ai cittadini, di considerare il diritto delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità, che è contestuale al dovere di prendersene cura. Quindi, anche chi si occupa di aspetti tecnici non può non considerare anche che c’è chi esprime un desiderio di godere di un paesaggio di qualità: non solo estetico, ma un paesaggio in cui siamo immersi, un paesaggio da vivere, quello in cui vive. Il paesaggio risponde a bisogni diversificati e complessi: muoversi, abitare, trasformare, produrre; la questione del paesaggio è molto meno banale di quello che possa sembrare».
La definizione di paesaggio della Convenzione europea è «una porzione di territorio così come è percepita dalle popolazioni il cui carattere deriva dai fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni».

«Ce lo dice anche l’articolo 9 della Costituzione italiana – continua la docente – la Repubblica tutela il paesaggio, un ruolo che compete a tutti i cittadini perché è sì tutela del vincolo paesaggistico, ma anche nel senso di cura di tutti i paesaggi. Dobbiamo occuparci del nostro paesaggio per viverlo bene e viverci bene insieme, non solo per mostrarlo ad altri. Il paesaggio non è panorama: è memoria, identità, è una collettività che si riconosce, un valore affettivo del singolo. È una complessa azione valoriale cui va collegato il valore ecologico. Il paesaggio non è semplicemente naturale: sul paesaggio ci sono molti stereotipi, ma in questi vent’anni si sono fatti passi avanti per cui Solidaria sceglie di occuparsi di paesaggio perché lo ritiene un tema rilevante per una comunità solidale. Il paesaggio ha molto a che fare con la rappresentazione e ha valore significativo e simbolico anche perché collegato a come costruiamo comunità. Crea un collegamento tra paesaggio e benessere, un benessere che non è solo estetico, ma dato dai paesaggi della vita quotidiana».

Saranno le esperienze e buone prassi presentate all’appuntamento “Il paesaggio di cui mi prendo cura è…” a far emergere l’importanza del paesaggio bene comune. Quattro le realtà che saranno raccontate: Giardino della Kolymbethra gestito dal Fai di Agrigento, l’istituto Alcide Cervi e la Scuola di paesaggio Emilio Sereni, il Villaggio Crespi, l’associazione Adotta un terrazzamento in Canale di Brenta. L’incontro vuole essere una provocazione, un richiamo a ciascuno a trovare e riappropriarsi di un suo paesaggio, a trovare un modo in cui prendersene cura. Le quattro esperienze invitate sono interessanti anche perché sono molto diverse per tipo di paesaggio, azione e soggetto.

In autunno prenderà il via il corso di laurea magistrale in Scienza per il paesaggio: «Sarà multidisciplinare – spiega infine Benedetta Castiglioni – il corso mira a formare persone a supporto dei processi di tutela e gestione, per la promozione e valorizzazione sostenibile dei paesaggi e per la partecipazione, sensibilizzazione e comunicazione».

Articolo 9 della Costituzione

Il paesaggio è un importante anche per la Costituzione. L’articolo 9 recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».

Webinar regionale sul paesaggio

L'Osservatorio regionale per il paesaggio, ha organizzato con i quattro atenei del Veneto, un convegno aperto a tutti sul ventennale della Convenzione europea del paesaggio che si terrà sul web dal 29 al 31 ottobre.

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