Storie di carità nel tempo della fragilità. Alla fragilità si risponde insieme

Storie di carità nel tempo della fragilità. Si sono attivate su molti fronti – e non da sole – le parrocchie che hanno presentato progetti personalizzati nell’ambito del Sostegno sociale parrocchiale. Hanno come focus il “lavoro” i due progetti attivati da una comunità dell’Alta Padovana: intendono valorizzare le persone coinvolte e responsabilizzarle

Storie di carità nel tempo della fragilità. Alla fragilità si risponde insieme

«Ci siamo messi in ascolto. E poi in movimento. Ma non da soli». È con questo stile che si stanno muovendo le comunità parrocchiali che hanno scelto di aderire al Sostegno sociale parrocchiale, progetto con cui la Diocesi di Padova ha messo a disposizione 1 milione di euro di fondi derivanti dall’8 per mille per sostenere la carità delle parrocchie nei confronti di persone che attraversano momenti di difficoltà economica. A fine gennaio si è chiusa la raccolta di adesioni, ma i “motori” sono già caldi. Andiamo ad ascoltare il buono, anzi il “pane buono” – come l’ha chiamato il vescovo Claudio nell’introduzione all’orizzonte pastorale della nostra Diocesi, La carità nel tempo della fragilità – che si sta generando.

In ascolto, prima di tutto

«Nel nostro territorio è molto attiva la Caritas – racconta un parroco dell’Alta Padovana – quindi è lì che la commissione costituita appositamente per gestire il Sostegno sociale parrocchiale è andata a bussare: i volontari ci hanno aiutato a individuare alcune situazioni di fragilità che necessitano di una particolare attenzione. Per due è stato pensato un progetto ed è stato richiesto un contributo economico alla Diocesi».

Il fronte fragile, per le persone individuate in questa parrocchia – di cui volutamente non scriviamo il nome per rispettare chi è coinvolto, soprattutto chi vive la situazione di fragilità – è quello del lavoro. Che se ne trascina dietro altri... «Da tempo – continua il parroco – vediamo che alcune famiglie fanno fatica a pagare la retta della scuola dell’infanzia. Per una, che ha due bambini, la situazione è particolarmente complessa: il papà ha un lavoro saltuario e la mamma è disoccupata. La Caritas parrocchiale, in sinergia con i servizi sociali del Comune, ha già preso in carico la loro situazione, ma abbiamo pensato di muoverci anche in altro modo: è stato offerto un lavoro alla giovane mamma proprio nella scuola dell’infanzia. Desideriamo valorizzarla e far sì che lei e il marito si responsabilizzino rispetto al pagamento della retta e, in generale, alla loro situazione».

In movimento!

«Il comitato di gestione della scuola – racconta la coordinatrice – ha accolto positivamente la proposta di coinvolgere la giovane mamma nell’attività di pulizia. Al momento, causa emergenza sanitaria, viene chiesto un grosso lavoro di sanificazione degli ambienti. Già ci sono due persone che se ne occupano, ma adesso ce n’è ancora più bisogno. Al di là di questo aspetto pratico, la scuola materna si è sempre messa accanto alle famiglie in difficoltà. Alla proposta di lavoro – che la impegnerà tre/quattro volte alla settimana – questa giovane mamma ha risposto con entusiasmo, lo stesso che mette nella cura della sua famiglia».

La parrocchia ha presentato anche un altro progetto, sempre sul fronte del lavoro. È rivolto a un giovane di 23 anni, che al momento è disoccupato. «Ha fatto fatica a finire la scuola superiore, ma ha comunque dimostrato di saperci fare con gli strumenti informatici – sottolinea il parroco – Vogliamo coinvolgerlo su questo fronte. Soprattutto, con l’accompagnamento di un volontario della parrocchia, crediamo possa imparare un metodo di lavoro e responsabilizzarsi. Inoltre, lavorerà con altre persone e questo gli permetterà di crescere anche sul fronte relazionale. Oltre che – e non è secondario – avere uno stipendio».

Mai da soli...

Questi due progetti sono germogliati in un terreno fertile. «Quando abbiamo presentato il Sostegno sociale parrocchiale al consiglio pastorale e a quello per la gestione economica – spiega il parroco – abbiamo trovato grande consenso e disponibilità. È stato chiaro che, se ci fossimo impegnati in questo percorso, sarebbe stata un’assunzione di responsabilità di tutta la parrocchia, non solo della Caritas. Che da sempre spinge perché la carità non venga delegata... Anche a livello vicariale abbiamo sentito la necessità di riflettere su questo passaggio, perché c’era il timone – di fronte alla proposta del Sostegno sociale parrocchiale – che fosse una “cosa” troppo grossa. All’ultima congrega abbiamo condiviso la sorpresa, piacevole, della grande generosità delle persone. Le comunità si sono dimostrate sensibili verso le situazione di fragilità. Ho sperimentato che le condizioni di bisogno – che toccano tutti noi, oggi forse ancora di più – avvicinano, rendono più sensibili ed empatici».

In questa parrocchia dell’Alta Padovana la cifra consegnata dalla Diocesi per sostenere la carità è stata duplicata, così come previsto dal progetto. «Anche su questo versante abbiamo già individuato alcune situazioni che necessitano di sostegno. Questo lavoro, che è delicato e chiede di conoscere bene il territorio e le sue fragilità, l’abbiamo compiuto insieme alla Caritas, all’assistente sociale del Comune e all’assessore alla politiche sociali. Crediamo che sia necessario “viaggiare” insieme per mettere al centro le persone».

Un sito dedicato: congentilezzaefiducia.it

Da alcuni mesi è attivo il sito congentilezzaefiducia.it Permette, prima di tutto, di approfondire l’orizzonte pastorale che si è data la Chiesa di Padova per l’anno 2020- 21, La carità nel tempo della fragilità, dentro cui si muove il Sostegno sociale parrocchiale. Ampio spazio, inoltre, viene dato alla dimensione del “buon vicinato”: «È possibile a tutti e diventa la strada maestra per incoraggiare uno stile di relazioni comunitarie, in cui al centro ci vanno le persone e il valore della fraternità. Ognuno di noi, senza compiere azioni eccezionali, può sostenere, incoraggiare e promuovere il benessere dell’altro».

Vigorovea: due progetti nati in dialogo con il territorio

Attraverso le pagine del notiziario parrocchiale, la comunità di Vigorovea è stata aggiornata sulla partecipazione al Sostegno sociale parrocchiale. «Il punto a cui siamo arrivati finora – spiega il parroco, don Daniele Vignotto – è frutto di un cammino di riflessione e preghiera vissuto dai consigli pastorale e della gestione economica in Avvento. E poi del confronto con i servizi sociali del Comune. Con loro sono stati “costruiti” i due progetti per cui abbiamo chiesto un contributo». Nel primo, la parrocchia – in sinergia con altri soggetti del territorio – intende accompagnare un adulto che vive una situazione di fragilità. «Vogliamo coinvolgerlo nella progettazione e nella scelta delle azioni più adeguate». Il secondo progetto è rivolto a una famiglia al cui interno ci sia un minore. «Il sostegno sarà a cura di volontari della parrocchia appositamente formati».

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