Sud Sudan ed Etiopia: 900 mila sfollati per violente inondazioni. Medici con l'Africa Cuamm al lavoro per portare assistenza sanitaria

C’è bisogno di riparo e cibo, aumentano i rischi di malnutrizione, colera e malaria.
Serve raggiungere gli sfollati con cliniche mobili.

Sud Sudan ed Etiopia: 900 mila sfollati per violente inondazioni. Medici con l'Africa Cuamm al lavoro per portare assistenza sanitaria

La stagione delle piogge ha portato inondazioni fuori dal comune in Sud Sudan ed Etiopia, costringendo quasi 900.000 persone ad abbandonare le proprie case e cercare rifugio in nuove aree. Anche alcune aree di intervento di Medici con l’Africa Cuamm sono interessate da queste esondazioni e dalle ripercussioni che hanno sulla salute delle persone sfollate. L’urgenza è quella di garantire alle famiglie sfollate riparo, cibo e acqua pulita, per affrontare in sicurezza le settimane a venire e ridurre il rischio di epidemie.

SUD SUDAN: IN FUGA DAL NILO BIANCO

In Sud Sudan 600.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case nelle ultime settimane e 33.000 si sono dirette verso la contea di Awerial, dove Medici con l’Africa Cuamm è presente come partner del ministero della salute sud sudanese e sta contribuendo a coordinare la risposta sanitaria.

Le migliaia di persone sfollate rischiano di mettere sotto pressione un sistema sanitario già fragile. Alcuni centri di salute più isolati e con poche risorse a disposizione hanno già segnalato un sovraffollamento, anche per l’aumento della popolazione che richiede cure e la conseguente mancanza di farmaci e personale sanitario.

Giorgia Gelfi, rappresentante paese di Medici con l’Africa Cuamm in Sud Sudan, spiega:

«La maggior parte dei nuovi insediamenti degli sfollati sono distribuiti in nove siti, alcuni dei quali distanti anche un’ora a piedi dal centro di salute più vicino. Il vero rischio è che molte persone malate non arrivino nemmeno al centro di salute per chiedere di essere curate. Per questo stiamo reclutando nuovo personale per i centri di salute e organizzando delle cliniche mobili per raggiungere i nuovi insediamenti e identificare e curare sul posto i casi di malaria, diarrea, malnutrizione e malattie respiratorie. I team si occuperanno anche delle visite prenatali e delle vaccinazioni infantili».

ETIOPIA: RISCHIO MALARIA E MALNUTRIZIONE IN SOUTH OMO

A livello nazionale, in Etiopia quasi 300.000 persone sono state costrette a sfollare, oltre 60.000 di queste a causa delle esondazioni del fiume Omo, nella regione del South Omo, dove Medici con l’Africa Cuamm lavora da diversi anni. In Etiopia come in Sud Sudan le inondazioni e i conseguenti spostamenti non solo espongono le persone a nuovi rischi sanitari come malaria, colera e malnutrizione, ma mettono anche alla prova le comunità e i sistemi sanitari che devono accogliere gli sfollati.

Questa emergenza può avere un impatto considerevole sulla salute degli sfollati: si teme il possibile scoppio di epidemie di colera, ma anche l’aumento della malnutrizione infantile, tra persone che hanno dovuto abbandonare tutti i propri averi. Con il clima umido della stagione delle piogge, aumentano le zanzare e quindi la malaria, che è più difficile da curare in un contesto di emergenza.

Sia l’Etiopia che il Sud Sudan si trovano a dover gestire queste nuove minacce sanitarie in un contesto di incertezza legato alla pandemia: anche in questi paesi è arrivato il coronavirus e, mentre è impossibile testare e tracciare tutti i positivi, il grande spostamento di persone e l’affollamento dei centri sanitari già sotto equipaggiati crea rischi concreti per la salute di milioni di persone.

È possibile sostenere Medici con l’Africa Cuamm con una donazione online su wwww.mediciconlafrica.org

Fonte: Cuamm

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Fonte: Comunicato stampa