Udine, dopo 20 giorni finisce la vergogna dei bus quarantena. “Mai più”

Dopo la lettera e gli incontri le associazioni, il prefetto di Udine ha deciso di spostare i richiedenti asilo in alcune tende montate nell’ex caserma Friuli. Action Aid, Asgi e Intersos: “Monitoreremo”

Udine, dopo 20 giorni finisce la vergogna dei bus quarantena. “Mai più”

I pullman nel parco Sant’Osvaldo, a Udine, sono vuoti da ieri. I migranti saranno accolti nelle tende della Croce Rossa allestite nell’ex caserma Friuli e lì verranno effettuati i tamponi. Inoltre entro tre o quattro settimane, saranno istituite presso l’ex caserma Cavarzerani nuove strutture per la quarantena. Finisce così dopo più di 20 giorni la discussa situazione dei bus quarantena nella città friulana. Dopo la lettera inviata il 14 settembre da Ospiti in Arrivo, GrIS e altre associazioni del territorio, insieme ad Action Aid, Asgi e Intersos, e all’incontro che ne è seguito con il Capo Dipartimento Libertà Civili del ministero dell’Interno, il Prefetto di Udine e la Protezione Civile, i migranti sono stati tutti trasferiti.

Ma le associazioni di Udine esprimono sconcerto rispetto alla soluzione prospettata: “Non vogliamo che si ritorni alla situazione che abbiamo visto ad agosto alla Cavarzerani, con centinaia di persone ammassate.  Una condizione in cui è difficile gestire le procedure di prevenzione Covid e che provoca tensioni sociali. – dice Paola Tracogna di Ospiti in Arrivo – Servono edifici più piccoli per chi deve affrontare la quarantena, con al massimo 30 posti.”

In Friuli le strutture non mancano – spiega Guglielmo Pitzalis del GrIS (Gruppo immigrazione e salute) – ci sono ex caserme, alberghi in disuso ed edifici che fino al 2018 erano utilizzati per l’accoglienza diffusa e che oggi sono vuoti. Noi abbiamo fatto delle proposte al Prefetto e ne faremo anche altre in questi giorni. Il Capo Dipartimento e il Prefetto hanno condiviso l’opportunità di utilizzare strutture più piccole per la quarantena”.

Far stare degli esseri umani nei bus è stata una vergogna che non si deve più ripetere - commentano i rappresentanti di ActionAid, Asgi e Intersos -. Auspichiamo che venga adottato un piano strutturato che eviti la concentrazione in mega centri e preveda la quarantena delle persone negative al tampone in strutture di piccole dimensioni”. Le associazioni firmatarie continueranno a monitorare la situazione e a sollecitare l’adozione di interventi adeguati a tutela della salute e dei diritti di tutti, coinvolgendo anche gli enti locali e le aziende sanitarie".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)