Venezuela: Sindacato della stampa, 9 giornalisti arrestati dopo le elezioni. Ong Aula Abierta, “ritiro arbitrario dei passaporti tra le misure attuate dal regime”
Nove giornalisti arrestati in pochi giorni, tra cui una donna, sette dei quali chiaramente nel contesto delle contestate elezioni del 28 luglio scorso.
È quanto denuncia il Sindacato dei giornalisti (Sntp, l’acronimo in spagnolo) del Venezuela, che fornisce i nomi dei giornalisti arrestati e i loro capi d’imputazione (che in alcuni casi non sono stati al momento comunicati). I nove arrestati operavano in varie località del Paese. Si tratta di un’ulteriore conferma della repressione che viene messa in atto dall’attuale Governo di Caracas e che in seguito alle elezioni ha causato, secondo le ong Provea e Human rights watch, 24 morti, mentre gli arresti sono circa 2.4000, secondo i dati forniti dal Governo.
Un’ulteriore denuncia arriva dall’ong Aula Abierta, in una nota diffusa ieri e pervenuta al Sir: “Tra le misure repressive attuate, c’è il ritiro arbitrario dei passaporti, una misura utilizzata come strumento di persecuzione contro politici dell’opposizione, accademici critici, attivisti e difensori dei diritti umani, che ricorda le tattiche repressive osservate in altri regimi autoritari, in particolare in Nicaragua, rappresentando una grave violazione dei diritti umani e delle norme internazionali che garantiscono la libertà di movimento, il diritto all’identificazione, compreso il diritto alla nazionalità”. Prosegue Aula Abierta: “Il ritiro dei passaporti come forma di repressione politica non solo limita la capacità delle persone colpite di viaggiare e partecipare ad attività accademiche internazionali, ma serve anche come mezzo per mettere a tacere il dissenso, non permettendo loro di identificarsi, in violazione dei loro diritti umani. Le azioni del governo Maduro in relazione alle restrizioni sui passaporti devono essere viste come parte di un più ampio piano di rappresaglia contro coloro che criticano o sfidano il potere costituito”.